"Stavolta, cosa ti serve?"
Sono al telefono con mia madre, alla quasi vigilia della partenza della creatura per Sing Sing.
L'argomento e' la lista della spesa, alla faccia di chi crede che il servizio a domicilio da un quartiere all'altro sia una grande conquista.
Qui, potremmo mettere su un servizio di import export da un continente all'altro- e delle cose piu' assurde, pure.
Stavolta, pero', andiamo sul classico
"Parmigiano. Anche due kg, guarda. Ora che hanno scoperto il risotto, figurati quanto mi dura... E il caffe', che lo stiamo finendo. E il pesto, ovviamente. E le olive taggiasche. E le acciughe, nell'arbanella piccola, che il caldo mi scioglie la salamoia. E.. boh, ti direi basta.... "
"Sicura?"
"Mah, penso di si...Ti viene in mente altro?"
"Pensavo a due amaretti..."
"Ecco, si, gli amaretti si.. e poi?"
"Canditi di Romanengo?"
"Mettici anche quelli.. e poi?
"Un po' di nocciole?"
"Guarda, no, quelle no. Patiscono nel viaggio. E poi qui ho gli anacardi"
Silenzio
"Gli anacardi, sai, mamma, quelle robe che sembran...
"Lo so cosa sono gli anacardi.
Ma so anche che ti sei singaporizzata, figlia mia"
Non so quante volte avro' detto che la mia felice sopravvivenza a Singapore, dal punto di vista gastronomico, e' affidata al 90% all'esistenza della comunita' indiana piu' numerosa e piu' radicata del mondo. Senza Little India, senza il Tekka Market, senza le mie incursioni mensili da Mustafa' io non avrei saputo come fare. Perche', a differenza della parte cinese e malese, gli Indiani hanno il burro, lo yogurt, il formaggio (il paneer) , il latte, una marea di latticini a cui mi sono immediatamente convertita e, su tutti, lo zucchero.
Che "nasce" e si diffonde qui, dando vita alla prima pasticceria a base di canna da zucchero della storia della gastronomia mondiale. Noi Mediterranei ci arrangiavamo col miele, coi datteri, con le resine, loro se la spassavano con una teoria di dolcetti che solo lo zucchero poteva permettere di realizzare. Almeno fino a quando sono arrivati gli Arabi prima e i Genovesi poi- ma questa e' un'altra storia. E se ve la racconto, non arriviamo alla ricetta.
Gli Indiani, dicevo, hanno una millenaria tradizione di pasticceria.
Alla quale mi sono votata, con sacrificio e dedizione.
Scoprendo che a loro piace il dolce dolce
Che sotto densi sciroppi profumati si nascondono le cose piu' buone del mondo.
E che gli anacardi sono l'esatto equivalente della nostra mandorla.
Preciso 'ntifico proprio.
Nel senso che ci fanno anche il "marzapane" e da li tutta una serie di biscottini aromatizzati e glassati che non voglio neppure evocare, in questa mattinata di dieta.
Ma gli anacardi stanno alla loro pasticceria come la mandorla alla nostra.
E il resto lo lascio alla vostra immaginazione.
CASHEW AND CARDAMOM SNOWBALL
Palle di Neve agli Anacardi e al Cardamomo
Una curiosita': anacardi e cardamono assieme sanno di caffe'. Magari lo chiameremo anacardamomo :) ma vi assicuro che assaggiarli da crudi e pensare al caffe' e' praticamente tutt'uno. Superlfuo aggiungere con cosa accompagnarli quindi (anche se, secondo me, stan bene con tutto)
Ingredienti per 40 pezzi circa:
65 g di anacardi
225 g di burro
260 g di farina 00
150 g di zucchero a velo
un presa di sale
Fate tostare gli anacardi in padella, per un minuto, a fuoco vivo. Attenzione a non farli abbrustolire: muovete spesso la padella e, semmai, riducete i tempi di cottura. Quando il loro profumo inizia a diffondersi per tutta la cucina, sono pronti.
Recuperate i semi di cardamomo, metteteli in un frullatore assieme agli anacardi e frullateli finemente
Setacciate la farina con il sale in una ciotola, aggiungete gli anacardi tritati e 50 g di zucchero e incorporate il burro con la punta delle dita, come per fare una pasta frolla. Aggiungete in ultimo la vaniglia. Date all'impasto la forma di una palla, avvolgetela in pellicola trasparente e fate riposare in frigo per un'oretta
Dopodiche', accendete il forno a 160 gradi, modalita' ventilata
Rivestite con carta da forno due teglie da biscotti
Formate delle palline, lavorando piccoli pezzi di impasto con il palmo delle mani e disponetetele via via sulla teglia, a circa due dita di distanza l'una dall'altra.
Infornate per una ventina di minuti: controllate spesso, perche' il segreto e' non far scurire i biscotti. Potete anche cuocere a 180 gradi per 10- 12 minuti, dipende da come lavora il vostro forno.
Una volta cotti, sfornateli e non toccateli assolutamente per i primi 5 minuti. Poi trasferiteli su una gratella e fateli raffreddare. Serviteli cosparsi di abbondante zucchero a velo.
Se riuscite a farli riposare due giorni in un contenitore ben chiuso (dopo che li avete cosparsi di zucchero), a dar loro una nuov spolverata e a servirli subito dopo, siete nell'anticamera del paradiso.
E godetevela tutta, perche' dopo una scopracciata di questi, vi aspettano ben altri climi ;)
Ma ne sara' valsa la pena :)