Una delle poche cose belle delle trasferte di lavoro è fare il tragitto dall'ufficio alla meta con la mia segretaria: e anche se dall'esterno, sembriamo due forsennate che chiacchierano ininterrottamente, in realtà ci stiamo solo aggiornando, concentrando in due o tre ore di viaggio quello che non ci è consentito di fare in ufficio , dove le priorità si chiamano firme da mettere, quesiti da stilare, telefonate da smaltire. E' in questi frangenti che scopro, ogni volta, che il segreto di una collaborazione che funziona sta in una sintonia che va oltre l'andare d'accordo o l'essere sincronizzate sui ritmi di produzione, ma deriva da radici più profonde, ben piantate in un terreno di esperienze comuni, che un po' ci hanno esaltato, un po' ci hanno depresso, ma che hanno concorso tutte a fare di noi le donne che siamo.
La parte più divertente è quando si scivola nei ricordi di vent'anni prima, quando eravamo belle, magre, toniche, uscivamo di casa all'ora in cui oggi andiamo a letto e per addormentarci contavamo stuoli di pretendenti in carne ed ossa, invece che montagne di bucato da stirare. Un trionfo di vitalità, esaltazione, divertimento, spensieratezza, scandito ovviamente dalla musica di quei tempi, tutta giocata sull'infinita gamma delle qualità maschili che andavano dal "super superman" di miguelbosiana memoria fino ad un altrettanto inquietante "macho macho man", passando per i più raffinati "handy", " piano" e "mr tambourine". Il tutto affrontato con un entusiasmo senza pari, condito da curiosità, incoscienza e un pizzico di trasgressione, di quello che " a vent'anni è tutto ancora intero", tanto per capirci.
Farei un torto alla verità se dicessi che vent'anni dopo l'entusiasmo non c'è più, perché direi una bugia grossa come una casa: la voglia di "buttarci" c'è sempre e il fascino del "dietro l'angolo" ci attira ancora. Il problema è che son cambiati gli argomenti, ed è questo che rende tutto drammaticamente diverso. Se prima ci si aggiornava su posti trendy, discoteche da battezzare o ragazzi da farci conoscere assolutamente, adesso è solo un parlare di colonne vertebrali che scricchiolano, vestiti che non entrano, caffè senza zucchero e gallette di riso e anche le lampade a raggi UVA che un tempo servivano a rimetterci in pista dopo dieci minuti ,sono diventate ora un toccasana per la cervicale.
Il clou lo abbiamo toccato l'altro ieri a Pavia quando, dopo un crescendo di fastidi-disturbi- dolori acuti-malattie mortali, appena scese dall'auto ci siamo fiondate dritte in una farmacia, elencando pedissequamente alla commessa tutta la litania dei mali che ci affliggevano, con tanto di facce da funerale e ricorso alla mimica per i sintomi più difficili. Ce ne siamo uscite da lì con in tasca il Rimedium Omnium Malorum, una specie di Soluzione Finale a tutti i dolori, garantitaci dal farmacista come efficacissima e perfetta per il nostro caso. Eravamo così felici che per un attimo- ma solo per un attimo- abbiamo accantonato le nostre angosce e ci siamo concesse una leggera seconda colazione, tanto per tirarci su, a base di cornetti ripieni e paste alla crema - che intanto cosa vuoi che ci succeda, ora che abbiamo la cura... Ed è stato con un'espressione di attesa, speranza e trepidazione che abbiamo aperto il pacchettino, pronte a ricevere la panacea universale, la raddrizza -colonne, cancella-colite, brucia-grassi e stira-camicie, quella che ci avrebbe riconciliato con noi stesse e col mondo, pronte ad affrontare la vita con il sorriso dei vent'anni....
Il sorriso ci è rimasto, sia chiaro, anche se è diventato meno radioso, un po' più storto, un po' più fisso- l'anticamera della paresi, insomma. "Spasmo man" era il nome della medicina, alla faccia dell'energia, della baldanza, dell'adrenalina e dei super superman dei nostri vent'anni....
e per fortuna che il senso dell'umorismo è rimasto ancora intero, perché sennò un bel tuffo nel Ticino non ce lo avrebbe tolto nessuno...
Ricetta veloce, fresca, leggera, che vent'anni fa si sarebbe chiamata frullato di fragole e yogurt, ma oggi si è americanizzata in
SMOOTHIE ALLA FRAGOLA E KIWI
La parte più divertente è quando si scivola nei ricordi di vent'anni prima, quando eravamo belle, magre, toniche, uscivamo di casa all'ora in cui oggi andiamo a letto e per addormentarci contavamo stuoli di pretendenti in carne ed ossa, invece che montagne di bucato da stirare. Un trionfo di vitalità, esaltazione, divertimento, spensieratezza, scandito ovviamente dalla musica di quei tempi, tutta giocata sull'infinita gamma delle qualità maschili che andavano dal "super superman" di miguelbosiana memoria fino ad un altrettanto inquietante "macho macho man", passando per i più raffinati "handy", " piano" e "mr tambourine". Il tutto affrontato con un entusiasmo senza pari, condito da curiosità, incoscienza e un pizzico di trasgressione, di quello che " a vent'anni è tutto ancora intero", tanto per capirci.
Farei un torto alla verità se dicessi che vent'anni dopo l'entusiasmo non c'è più, perché direi una bugia grossa come una casa: la voglia di "buttarci" c'è sempre e il fascino del "dietro l'angolo" ci attira ancora. Il problema è che son cambiati gli argomenti, ed è questo che rende tutto drammaticamente diverso. Se prima ci si aggiornava su posti trendy, discoteche da battezzare o ragazzi da farci conoscere assolutamente, adesso è solo un parlare di colonne vertebrali che scricchiolano, vestiti che non entrano, caffè senza zucchero e gallette di riso e anche le lampade a raggi UVA che un tempo servivano a rimetterci in pista dopo dieci minuti ,sono diventate ora un toccasana per la cervicale.
Il clou lo abbiamo toccato l'altro ieri a Pavia quando, dopo un crescendo di fastidi-disturbi- dolori acuti-malattie mortali, appena scese dall'auto ci siamo fiondate dritte in una farmacia, elencando pedissequamente alla commessa tutta la litania dei mali che ci affliggevano, con tanto di facce da funerale e ricorso alla mimica per i sintomi più difficili. Ce ne siamo uscite da lì con in tasca il Rimedium Omnium Malorum, una specie di Soluzione Finale a tutti i dolori, garantitaci dal farmacista come efficacissima e perfetta per il nostro caso. Eravamo così felici che per un attimo- ma solo per un attimo- abbiamo accantonato le nostre angosce e ci siamo concesse una leggera seconda colazione, tanto per tirarci su, a base di cornetti ripieni e paste alla crema - che intanto cosa vuoi che ci succeda, ora che abbiamo la cura... Ed è stato con un'espressione di attesa, speranza e trepidazione che abbiamo aperto il pacchettino, pronte a ricevere la panacea universale, la raddrizza -colonne, cancella-colite, brucia-grassi e stira-camicie, quella che ci avrebbe riconciliato con noi stesse e col mondo, pronte ad affrontare la vita con il sorriso dei vent'anni....
Il sorriso ci è rimasto, sia chiaro, anche se è diventato meno radioso, un po' più storto, un po' più fisso- l'anticamera della paresi, insomma. "Spasmo man" era il nome della medicina, alla faccia dell'energia, della baldanza, dell'adrenalina e dei super superman dei nostri vent'anni....
e per fortuna che il senso dell'umorismo è rimasto ancora intero, perché sennò un bel tuffo nel Ticino non ce lo avrebbe tolto nessuno...
Ricetta veloce, fresca, leggera, che vent'anni fa si sarebbe chiamata frullato di fragole e yogurt, ma oggi si è americanizzata in
SMOOTHIE ALLA FRAGOLA E KIWI
per 4 persone
250 g di fragole
125 g di yogurt bianco ( va bene anche quello dolcificato con lo zucchero d'uva)
poco ghiaccio per frullare
Pulire e mondare le fragole, metterle in un frullatore con il resto degli ingredienti e frullare bene, fino ad ottenere una purea liscia. Mettere in frigo per almeno tre ore. Servire freddo, volendo con dei pezzetti di frutta fresca, a piacere.
Buon fine settimana
alessandra
250 g di fragole
125 g di yogurt bianco ( va bene anche quello dolcificato con lo zucchero d'uva)
poco ghiaccio per frullare
Pulire e mondare le fragole, metterle in un frullatore con il resto degli ingredienti e frullare bene, fino ad ottenere una purea liscia. Mettere in frigo per almeno tre ore. Servire freddo, volendo con dei pezzetti di frutta fresca, a piacere.
Buon fine settimana
alessandra