E tre- e prima che si pensi allo strano demone che mi ha imporvvisamente posseduto, sgombriamo il campo dagli equivoci.
A Singapore cucino tanto quanto prima, anzi, forse di piu': qui non ho i pasti dell'ultimo minuto, preparati con quelle eccellenze dei prodotti freschi che trovavo a casa, per cui imbandire una tavola con salumi e formaggi era una festa. Non ho il pizzaiolo salva-vita, che di nuovo restituisce sorrisi e relax ad una giornata che si e' spenta in ufficio. Non ho il mercato orientale, non ho la LIDL, non ho nemmeno le orde di amici che mia figlia invitava al B&B Gennaro, con camera con vista, colazione on demand e spuntini notturni.
Pero', ho lo stesso marito di prima, con le stesse pretese di prima (vuole mangiare) e lo stesso palato di prima, associato allo stesso carattere di prima: per cui, se una cosa non gli piace, non solo me lo dice, ma ci ritorna pure su.
Come le pietanze della sera prima, che non gli sono piaciute.
Quindi, dicevo, a Singapore cucino, tutti i santi giorni.
Ricevo amici, partecipo a decine di corsi, sperimento, acquisto prodotti nuovi, li combino coi vecchi e via dicendo: esattamente come facevo in Italia.
La sola differenza e' che quello che cucino non finisce piu' su questo blog.
Perche', a dirla in breve, mi e' passata la voglia
titolo della composizione: giuro che l'avevo stirata! |
Se in questi giorni mi e' ritornata, e' solo perche' il The Recipetionist di questo mese mi ha acceso la lampadina della nostalgia.
Delle amicizie, delle risate, della complicita', dei progetti condivisi, dei giorni che diventano notti e poi mattine, senza che si sia smesso un secondo di stordirci di chiacchiere e di tutte le cose belle che si combinano, quando si hanno vicine persone che ti fanno stare finalmente bene, con loro e con te.
E se questo star bene corre sul "senza filo" della rete, ecco che tutto assume un significato diverso.
Quel tanto che basta, a riportarmi qui.
Questi spaghetti Cacio e Pepe su crema di fave sono l'ultimo omaggio alla cucina di Mapi, che questo mese torna in auge, grazie al The Recipe-tionist. Sono anche l'esempio piu' classico della cucina di casa singaporiana, viste le quantita' industriali di formaggio che importiamo dall'Italia e che poi finisce ad ammuffire nel frigo. Lo stesso frigo decide poi il "twist", che sia una crema vegetale, come in questo caso, o una spruzzata di "crispy bacon " o altre aggiunte a sentimento, tanto per variare un po' la solfa. L'economia domestica ci guadagna, il tempo speso ai fornelli e' poco, il marito mangia e tace e tanto mi basta, per finire il gloria la serata.
E se poi son ricette della Meripai, il gloria e' di quelli gregoriani, a mille voci.
SPAGHETTI CACIO E PEPE SU CREMA DI FAVE AL PECORINO
di Maria Pia Bruscia
Due cose, prima
1. non avendo fave, ho usato una busta di piselli surgelati che avevo in frigo, circa 200 g. Al posto della mentuccia ho messo la maggiorana e visto che alla fine la purea era troppo densa, l'ho allungata leggermente con un po' di latte.
2. le foto sono di stamattina, assieme al de profundis per la cremosita' del piatto. Mio marito mi ha lasciato come unico soggetto da immortalare la forchettata che vedete nelle immagini e non c'e' stato modo di rianimare i miserevoli resti di una signora Cacio e Pepe.
Tuttavia, il modo per rifarla c'e' ed e' quello che e' spiegato qui, dalla Mapi, come solo lei sa fare.
E con questa ricetta partecipo al The Recipetionist di Ottobre 2016, del blog Cuocicucidici