Premessa: oggi sono una donna morta. Ho alle spalle un catering da 20 persone che poi son diventate 30 e poi 40 e alla fine erano 50, un piede devastato, la micra stipata di vassoi-caraffe-tovaglie- cestini e tutto quanto fa aperitivo per l'inaugurazione dell'ufficio e, su tutto, il fermo proposito che, se rinasco un'altra volta, invece che la cucina, come hobby mi scelgo l'ascesi. Teoricamente, dovrei essere a letto con impacchi e cose varie, ma di privarmi anche dell'unico piacere della giornata- vale a dire le due cavolate sul blog- non se ne parla nemmeno. Però, siccome sul serio sono un po' sgarruppata, attingo agli archivi delle niusletter e vi rimando al lontano 2007, quando già mi arrampicavo sugli specchi alla ricerca di penose giustificazioni ai miei misfatti culinari. E se non ci credete, leggete qui sotto...
Non so se ci avete fatto caso, ma nel vario e vasto mondo della gastronomia esistono piatti che mettono d'accordo tutti ed altri che fanno istantaneamente litigare. Per esempio, se preparo un piatto di gnocchi al pesto so per certo che farò tutti contenti- dai palati terra terra delle amiche di mia figlia fino al gourmand più raffinato- e lo stesso capita con la pizza, con certe focacce, con la pasta e fagioli, persino con i famigerati tortini di cioccolato. Per contro, ci sono delle preparazioni che solo a nominarle viene giù il mondo, a cominciare dal diritto di primogenitura in poi e credo di non sbagliare se dico che la carbonara rientra a pieno titolo in questo gruppo. E' da quando leggo di cucina che sento disquisire su guanciale e pancetta, è da quando colleziono riviste che, prima o poi, c'è qualche sfida ( l'ultima, sul gambero rosso di marzo), è da quando bazzico per i forum che ogni tanto ne spunta uno con qualche interrogativo lacerante -ce la metti la panna? quanto sbatti le uova? quanta acqua di cottura ci aggiungi?- e non è un caso che l'ultimo esodo da cucinait sia avvenuto proprio per uno scontro epocale su una carbonara di pesce, che per il purista di turno è suonato come una bestemmia in chiesa e tanto basta per andarsene a chiedere ospitalità a siti più puri- perché, sia chiaro: scherza coi fanti, ma la carbonara la lasci stare.
stamattina alle 7.14 ho avuto il primo faccia a faccia della stagione con una tarma: in genovese le chiamiamo camole, hanno l'aspetto di orribili farfalline color pulce e sono la maledizione di ogni massaia che si rispetti. e siccome sono una massaia che si rispetti,prima di procedere allo sterminio ne ho seguito le tracce, dritto dritto fino all'armadietto della pasta secca. Dove c'erano solo confezioni sigillate- e un pacco di trenette aperto, con scadenza nel 2010. Individuare il colpevole e decretarne la fine è stato tutt'uno, ma temo fortemente di aver commesso io stessa il crimine dei crimini, tanto che non oso postarlo di là, paventando l'abbandono indignato di tutto il condominio... perché stasera, mie care, ci siamo mangiati nientemeno che....
ingredienti
240 gr. di trenette ( il peso si intende senza tarme)
5 carciofi
1 scalogno
1 hg di speck taglato a listarelle
3 uova, mezzo limone
prezzemolo
sale
pepe
formaggio pecorino
Pulire bene i carciofi, togliere le foglie esterne, taglirli all'altezza del cuore, ridurli a spicchi e togliere il fieno, mettendoli a mano a mano in acqua fredda acidulata con il succo di mezzo limone ( o aceto o acqua minerale gassata, senza altre aggiunte). Affettare sottilmente uno scalogno, farlo appassire in padella con olio EVO, aggiungere i carciofi tagliati a listarelle, salarli e farli insaporire. Allungare ocn un po' di brodo e portare a cottura: dieci minuti dovrebbero bastare.
Nel frattempo, mettere su l'acqua per la pasta.
in una capace terrina ( parlo come un libro di ricette!!!) sbattete tre uova intere con un cucchiaio di pecorino e mettete sul fuoco una padella dal fondo spesso, su cui farete saltare lo speck, senza alcun grasso in aggiunta. Attente a non farlo tostare, deve solo acquistare morbidezza.
Buttate le trenette, scolarle al dente tenendo da parte due mestoli di acqua di cottura ( servono per rendere più cremoso il condimento, ma stavolta non ce ne è stato bisogno) e versarle nella terrina. Mescolare bene con le uova e il pecorino ( ah, ovviamente io avevo del grana padano e ho usato quello), aggiungere lo speck e i carciofi ( caldi). Aggiustare di sale se è il caso (lo speck è salato di suo), una bella manciata di prezzemolo, pepe macinato all'istante e subito in tavola.
ciao
ale
P.S. se la chiamassi "carbonara fusion" avrei qualche probabiltà in più di cavarmela, secondo voi????
PP.SS. alla storia della tarma, in casa mia non ha creduto nessuno: secondo mia figlia, ho ucciso un moscerino e tanto basta per tenermi i musi fino a domani. Secondo mio marito stavo cercando un pretesto per rovinare irrimediabilmente le ricette della sua mamma, come continuava a ripetermi mentre raschiava il fondo della padella...
La foto, ovviamente, è dell'altro ieri, perché all'epoca non c'era ancora dimestichezza col mezzo, per usare un eufemismo. Al posto delle trenette, abbiamo usato gli spaghetti, non certo sulla scorta di sensi di colpa, ma sulle più materialistiche scorte della dispensa, ma il gusto è rimasto uguale...
Buon pomeriggio
Ale