Nell'ecatombe delle materie di cui è stata artefice la scuola moderna e contemporanea, quella che ne è uscita più malconcia è stata la Geografia. Nella migliore delle ipotesi, non la si studia. Nella peggiore, invece, la si violenta, ammassando nei confini di una disciplina così illustre argomenti che, di per sè, sarebbero anche interessanti , se sostenuti da quelle che, un tempo, si chiamavano basi. Intendo dire che i pochi fra i nostri figli che studiano questa materia, sanno magari tutto dell'economia del Pakistan, della politica del Marocco e delle risorse del Madagascar, senza però né avere idea del continente a cui questi Paesi appartengono né, tanto meno, di saperli collocare su una cartina geografica. Lo dico senza tema di smentita, forte di un insegnamento pluriventennale, che mi ha reso la più desolata testimone di questo (ed altri) scempi della nostra cultura, che trovano nella scuola il principale, se non l'unico imputato.
Ovviamente, in casa nostra, l'ignoranza della materia tocca vertici sublimi. Roba che ci sarebbe da rotolarsi dalle risate se il soggetto di una simile tabula rasa fosse la figlia di un'altra madre, e non la mia. Pure suo nonno, che solitamente è in adorazione costante della nipote, non riesce a capacitarsi di come sia possibile che la creatura sia l'unico esemplare della famiglia a non trarlo d'impaccio dalle definizioni delle parole crociate- e non perché non sa che il fiume che attraversa la Svizzera è l'Aar, ma perché resta muta e assorta anche di fronte a "fiume di due lettere che dà il nome alla Pianura Padana e che inizia per P"
Per cui, è con accenti di sincera commozione che desidero condividere con voi l'Epifania della Profonda Cultura Geografica della creatura, certa della gioia con cui so che accoglierete la notizia. Munitevi di fazzoletti- e cominciamo
L'antefatto sono i verbi latini che si studiano (?) alla vigilia dell'interrogazione, per giunta scandalizzate perché "mi avevano detto che il latino era uguale all'italiano e invece, guarda qua, "biasimare" si dice "vituperare" e io come faccio a ricordarmelo".
Trattandosi di un antefatto, siete caldamente pregati di astenervi da qualsiasi commento in merito e di saltare tutti i passaggi, fino al momento della temuta verifica materna
" Io prego"
"Oro, oras, oravi oratum, orare"
"Io lodo"
" Laudo, laudas, laudavi, laudatum, laudare"
" Io biasimo"
"............................ 'spetta, eh, un attimo solo............ loso-loso-loso-loso-loso...VITERBO, VITERBAS, VITERBAVI, VITERBATUM VITERBARE!!!"
Com'era quella della man pietosa? Quella che scendea dal cielo sul capo etc etc... Beh, non so da dove fosse scesa la mia, ma di fatto mi sono trovata col braccio pronto a scaraventare il libro , improvvisamente trattenuto da quello che aveva tutta l'aria di un rapimento mistico:
"Aspetta....aspetta... Viterbo non è un verbo... E' UNA CITTA'!!!!"
Così, capito?, senza preavviso. Viterbo è una città.
Mi siedo.
E non è mica finita qui, tutt'altro. Non solo è una città ma " è anche importante. E vuoi sapere perché?"
Trattengo il fiato.
"perchè ci è nato Marco Mengoni"
Giuro che, per una frazione di secondo, ho pensato che fosse il nome secolare di un Papa. Viterbo- Palazzo dei Papi- insomma, l'associazione era questa qui. E invece, nossignori: è di storia contemporanea che si tratta, perché - udite udite- Marco Mengoni è "quello che ha vinto X Factor".
E, tanto per fugare ogni dubbio sulla padronanza della materia, esaltata dal suo stesso sapere, il Vas Sapientiae prosegue: " so anche dov'è"
Mi gira la testa.
"E' nelLA LAZIO. E sai perché lo so? perché Nella Lazio (pure ripetuto, d'altronde si doveva fugare ogni dubbio) hanno messo il digitale terrestre e lo hanno messo dappertutto, ma a Viterbo no"
E su questa immane ingiustizia, che vede gli stessi concittadini di Marco Mengoni privati delle sue esibizioni, ho chiuso il libro, ho appoggiato la testa e ho pianto. Dal ridere, ovviamente. E neppure tanto isterico, questa volta...
P.S. A scanso di equivoci, chi è Marco Mengoni lo so pure io. Perché ho visto tutte le puntate di X factor, anzitutto. E perchè mi ha dato la gioia, per la prima volta, di veder vincitore il cantante per cui tifavo spudoratamente, dopo aver visto eliminare i miei favoriti nelle altre edizioni. E perché è la ragione per cui, quest'anno, tornerò a guardare Sanremo, facendo di nuovo un tifo spudorato. Anche se non sono di Viterbo...
SCRIGNO DI CAMEMBERT NELLA SFOGLIA
"Non ricetta" che, a dispetto del nome altisonante, si prepara in 10 minuti, risolve una cena, magari con una bella insalata di fianco , e in versione mignon, risolleva un buffet
Si prende un foglio di pasta sfoglia, rigorosamente comprato e rigorosamente già steso e con un coppapasta o con il bordo di una tazza, si ricavano due cerchi per commensale e si spennellano di senape.
Si fa stufare un porro, con poco olio e sale e se ne mettono due cucchiaini non troppo colmi su metà dei cerchi di sfoglia.
Poi, sopra il porro, si mette un piccolo camembert o anche un tomino, si richiude con l'altro cerchio di sfoglia, si spennella con un tuorlo mescolato con un po' di latte e si inforna a 200 gradi per una quindicina di minuti al massimo. Dopodochè, si serve caldo, per mantenere l'effetto colante - e si mangia tiepido, per evitare l'ustione
Buon appetito
Alessandra