E sia chiaro: e' SEMPRE colpa della Baker
Il primo che ride, lo ammazzo.
Che intanto, la torta per il funerale, c'è già.
Ed è tutto vero, ovviamente, perchè quella che vedete nella foto è la fedele riproduzione di una torta di tutto rispetto, che gli Amish preparano per i banchetti funebri. Io l'ho preparata per i colleghi, per celebrare degnamente la riapertura dell'ufficio e, a parte lo smarrimento iniziale del capo, il cui discorso di benvenuto gli è spirato sulle labbra al "come si chiama questo bel dolce con cui festeggiamo la ripresa del lavoro?", se la sono mangiati tutta, pure con soddisfazione. Il che, come sapete, ormai è un lasciapassare per la pubblicazione su MT.
In ogni caso, penso che l'avrei postata lo stesso, anche se non fosse stata così buona, per motivi ormai noti dopo il famoso outing funebre della sottoscritta: in più, sono ancora freschi i ricordi della vacanza scozzese, dove ogni tre villaggi- rigorosamente di tre case- c'è una Funeral House, che offre ogni tipo di servizio, a cominciare dal pacchetto - base in poi, passando per l'imbarazzante e non meglio specificata voce delle "consulenze".
Ovviamente, un banchetto funebre, nel palmares dei catering, ce l'ho- e anche qui, il primo che ride lo anniento: anche perchè è tuttora uno dei momenti professionali che ricordo con maggiore piacere. Certo, trovare il personale non era stato facilissimo- tutti malati, si davano., quei disgraziati...- e neppure scegliere le tovaglie e i fiori e il menu, ma alla fine era filato tutto liscio ed anzi tutti i partecipanti si erano trovati concordi nel riconoscere che, di tutte le forme possibili per commemorare quel defunto, era stato scelto il modo migliore.
Dimenticavo di dirvi che il defunto era un uomo e che l'idea del banchetto era venuta alla vedova. Ma questa è una precisazione superflua, mi sa....
In ogni caso, penso che l'avrei postata lo stesso, anche se non fosse stata così buona, per motivi ormai noti dopo il famoso outing funebre della sottoscritta: in più, sono ancora freschi i ricordi della vacanza scozzese, dove ogni tre villaggi- rigorosamente di tre case- c'è una Funeral House, che offre ogni tipo di servizio, a cominciare dal pacchetto - base in poi, passando per l'imbarazzante e non meglio specificata voce delle "consulenze".
Ovviamente, un banchetto funebre, nel palmares dei catering, ce l'ho- e anche qui, il primo che ride lo anniento: anche perchè è tuttora uno dei momenti professionali che ricordo con maggiore piacere. Certo, trovare il personale non era stato facilissimo- tutti malati, si davano., quei disgraziati...- e neppure scegliere le tovaglie e i fiori e il menu, ma alla fine era filato tutto liscio ed anzi tutti i partecipanti si erano trovati concordi nel riconoscere che, di tutte le forme possibili per commemorare quel defunto, era stato scelto il modo migliore.
Dimenticavo di dirvi che il defunto era un uomo e che l'idea del banchetto era venuta alla vedova. Ma questa è una precisazione superflua, mi sa....
FUNERAL PIE
Ricetta Amish, come dicevo, preparata tradizionalmente per i funerali, a base di una frolla leggera, ripiena di un composto di zucchero cotto e di uvetta. Al pari di tutti i dolci di frolla, ci guadagna se lo si consuma qualche giorno dopo, per cui lasciatelo riposare in pace....
Gli originali sono qui e tempo fa ne era comparsa una versione anche su un Sale&Pepe che naturalmente stamattina non trovo, ma che prometto di ricopiare appena rispunta dal marasma delle riviste che ho di là. Gli ingredienti sono comunque tutti reperibili facilmente anche da noi. In ogni caso, qui sotto trovate la ricetta così come è stata modificata da me, in base ai nostri gusti
per 10 persone occorre uno stampo da pie (sono quelli con i bordi scanalati. Potete usare anche uno stampo da crostata, come quello che vedete in foto, meglio se col fondo amovibile) da 24-26 cm di diametro.
burro e farina per lo stampo
pasta frolla, secondo la ricetta che seguite abitualmente (qui nel blog trovate la 3-2-1 che e' sempre perfetta, anche per i funerali)
ripieno:
350 g di uvetta non reidratata
mezzo litro d'acqua
100 g di zucchero di canna
100 g di zucchero
3 cucchiai scarsi di frumina ( o amido di mais o fecola, come preferite)
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaino e mezzo di cannella in polvere
1 cucchiaino di all spices in polvere
50 g di burro
un pizzico di sale
procedimento
imburrate e infarinate lo stampo e rivestitelo con tre quarti della pasta frolla. Mettete in frigo per un'oretta circa.
Nel frattempo, preparate il ripieno
In una casseruola della capacità di almeno un litro e mezzo mettete l'uvetta e 2/£ di acqua (sta per 2/3, mai scrivere al mattino presto, senza occhiali) e fate scaldare a fiamma media per 5 minuti
In una terrina, unite i due tipi di zucchero, l'amido, le spezie ed il sale, aggiungete l'acqua a freddo e mescolate velocemente, fino ad amalgamare tutti gli ingredienti.
Versare questo composto nella casseruola dove c'è l'uvetta e mescolare continuamente, portando a bollore. Fiamma media, recipiente ovviamente scoperto, che sennò ditemi come fate a mescolare di continuo.
Appena bolle, aggiungere l'aceto e il burro e mantenere sul fuoco fino a quando il burro si è completamente sciolto.
Fate intiepidire il composto e versatelo nel guscio di frolla.
E qui, mi sono del tutto discostata dalla ricetta, che dice di coprire con un altro strato di frolla, perchè ho preferito che il ripieno raffreddasse del tutto. Per cui, appena è arrivato a temperatura ambiente, l'ho rimesso un po' in frigo. Nel frattempo, ho steso la frolla restante in un disco che ho poi messo sopra alla torta fredda.
Altro trucchetto: quando devo preparare le pie, vale a dire le torte con una copertura, sfoglia o frola che sia, spennello bene i bordi del guscio con il tuorlo d'uovo, che così funge da collante per il "coperchio".
Ho rimesso ancora un po' in frigo, il tempo di portare il forno alla temperatura di 180 gradi.
Poi ho praticato dei piccoli tagli obliqui in superficie, per permettere all'umido del ripieno di fuoriuscire in cottura e ho spennellato con il resto del tuorlo d'uovo allungato con il latte.
In forno per almeno mezz'ora, con il solito accorgimento della stagnola sopra la torta, per far sì che cuocia bene senza brunirsi in cima.
Ripeto: non mangiatela subito, ma lasciatela lì anche un giorno o due. E poi sappiatemi dire se non è roba da resuscitare i morti...
ciao
ale
Gli originali sono qui e tempo fa ne era comparsa una versione anche su un Sale&Pepe che naturalmente stamattina non trovo, ma che prometto di ricopiare appena rispunta dal marasma delle riviste che ho di là. Gli ingredienti sono comunque tutti reperibili facilmente anche da noi. In ogni caso, qui sotto trovate la ricetta così come è stata modificata da me, in base ai nostri gusti
per 10 persone occorre uno stampo da pie (sono quelli con i bordi scanalati. Potete usare anche uno stampo da crostata, come quello che vedete in foto, meglio se col fondo amovibile) da 24-26 cm di diametro.
burro e farina per lo stampo
pasta frolla, secondo la ricetta che seguite abitualmente (qui nel blog trovate la 3-2-1 che e' sempre perfetta, anche per i funerali)
ripieno:
350 g di uvetta non reidratata
mezzo litro d'acqua
100 g di zucchero di canna
100 g di zucchero
3 cucchiai scarsi di frumina ( o amido di mais o fecola, come preferite)
1 cucchiaio di aceto di mele
1 cucchiaino e mezzo di cannella in polvere
1 cucchiaino di all spices in polvere
50 g di burro
un pizzico di sale
procedimento
imburrate e infarinate lo stampo e rivestitelo con tre quarti della pasta frolla. Mettete in frigo per un'oretta circa.
Nel frattempo, preparate il ripieno
In una casseruola della capacità di almeno un litro e mezzo mettete l'uvetta e 2/£ di acqua (sta per 2/3, mai scrivere al mattino presto, senza occhiali) e fate scaldare a fiamma media per 5 minuti
In una terrina, unite i due tipi di zucchero, l'amido, le spezie ed il sale, aggiungete l'acqua a freddo e mescolate velocemente, fino ad amalgamare tutti gli ingredienti.
Versare questo composto nella casseruola dove c'è l'uvetta e mescolare continuamente, portando a bollore. Fiamma media, recipiente ovviamente scoperto, che sennò ditemi come fate a mescolare di continuo.
Appena bolle, aggiungere l'aceto e il burro e mantenere sul fuoco fino a quando il burro si è completamente sciolto.
Fate intiepidire il composto e versatelo nel guscio di frolla.
E qui, mi sono del tutto discostata dalla ricetta, che dice di coprire con un altro strato di frolla, perchè ho preferito che il ripieno raffreddasse del tutto. Per cui, appena è arrivato a temperatura ambiente, l'ho rimesso un po' in frigo. Nel frattempo, ho steso la frolla restante in un disco che ho poi messo sopra alla torta fredda.
Altro trucchetto: quando devo preparare le pie, vale a dire le torte con una copertura, sfoglia o frola che sia, spennello bene i bordi del guscio con il tuorlo d'uovo, che così funge da collante per il "coperchio".
Ho rimesso ancora un po' in frigo, il tempo di portare il forno alla temperatura di 180 gradi.
Poi ho praticato dei piccoli tagli obliqui in superficie, per permettere all'umido del ripieno di fuoriuscire in cottura e ho spennellato con il resto del tuorlo d'uovo allungato con il latte.
In forno per almeno mezz'ora, con il solito accorgimento della stagnola sopra la torta, per far sì che cuocia bene senza brunirsi in cima.
Ripeto: non mangiatela subito, ma lasciatela lì anche un giorno o due. E poi sappiatemi dire se non è roba da resuscitare i morti...
ciao
ale