Il lessico familiare è il linguaggio che si parla fra persone a cui si è legati da una certa consuetudine. Si chiama "familiare" perché è in famiglia che detta consuetudine diventa più certa, arricchendosi anche di particolari insospettabili che ai tempi ci avrebbero fatto fuggire dall'altare e che oggi, nelle giornate sì, si propongono come alternative ad una routine altrimenti logorante, perché vuoi mettere quanto sarebbe noioso un marito che affronta una conference call in jeans e camicia e non fasciato in bermuda di lino gialli e camicia a maniche lunghe rosa e quando glielo fai notare, risponde offesissimo che la camicia è bordeaux, ecco.
Ma sto divagando.
Il lessico familiare, dicevamo, è quella cosa per cui il termine che altrove ha un significato ben definito, in famiglia ne assume un altro, grazie ad esperienze di vita vissuta che hanno fatto sì che quello che in tutto il resto del Paese si chiama "telecomando" in casa vostra risponda al nome di "sciaccabrettiu" (schiaccia ad minchiam), quello che sia un notissimo brand di un elettrodomestico sia il soprannome di vostra suocera e via dicendo.
(ora lo so che siete tutti lì a cercare di indovinare il soprannome di mia suocera e se volete un indizio, è qualcosa che trita, a lungo e profondamente :)
Comunque sia, in casa nostra uno di questi nomi potenti, capace nel corso della storia di fermare il tempo, rivoluzionare i codici semantici, riassumere in sé la pregnanza di una esperienza e veicolarne il ricordo è "porcata".
Pronunciate questo termine altrove- e preparatevi a dire addio a tutta la vosta vita sociale, fra persone civili.
Pronunciatelo a casa nostra- e sarà come assistere al risveglio dei morti: perché da noi "porcata" significa quanto di più godurioso, godereccio, appagante ed abbondante possa essere prodotto nelle 4 mura della cucina.
La palma della più sublime di tutte le porcate la detiene la suocera di cui sopra, artefice di una crema che era un concentrato dei Sette Peccati Capitali, elevati alla enne. Panna, marron glacé, ricotta, più una serie di altri ingredienti che ora ho rimosso ma che ai tempi mi avevano convinta, d'impulso, a chiederle non solo la ricetta, ma anche la pubblicazione sull'allora neonato blog. Al momento del battesimo, nessuna esitazione: la porcata di mia suocera era- e la porcata di mia suocera sarebbe rimasta.
L'accoglienza era stata festosa e pertanto non mi ero preoccupata quando, nelle settimane successive, la ricetta continuava ad essere sempre al top della classifica delle più cliccate. Neppure lo avevo fatto dopo uno o due mesi. Ma quando, a fronte di ricette nuove e belle e apprezzate, quella risultava sempre nella hit delle più amate, avevo scrutato più a fondo, fra i motori di ricerca.
Per scoprire, con malcelato orrore, che i lettori del mio blog erano appassionati più di alcove che di cucina e di suocere più che di legittime mogli: le porcate, insomma, restituite al loro habitat naturale, riprendevano il loro significato, con tutte le conseguenze - anche insospettabili- del caso.
Ragion per cui, questi brownies vengono chiamati con il loro nome, Brownies al cioccolato con formaggio cremoso, che magari non rende bene l'idea della loro bontà, ma mi mette a vento da pericolose avances- visto che ormai, della suocera, ho tutto, anche l'età.
Ma, sia chiaro, sono la più sublime di tutte le porcate.
Basta che resti fra noi
CHOCOLATE BROWNIES WITH CREAM CHEESE
da How to Be a Domestic Goodness
125 g di cioccolato fondente
125 g di burro
2 uova grandi
200 g di zucchero
75 g di farina
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
200 g di formaggio cremoso tipo Philadelphia, freddo di frigorifero
una teglia quadrata di 23 cmx, imburrata e rivestita di carta da forno
In una casseruola dal fondo spesso, fate fondere il burro e il cioccolato, a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto. Una volta sciolti, mescolateli ancora, a fuoco spento, in modo che si amalgamino per bene e fateli intiepidire per pochi minuti.
Nel frattempo, montate le uova con lo zucchero, fino ad ottenere un composto spumoso e profumatelo con la vaniglia. Aggiungete il mix di burro e cioccolato fusi, sempre montando e, in ultimo, la farina setacciata con il sale. Dovrete ottenere un composto liscio e fluido.
Versatene metà nella teglia, muovendola delicatamente in modo che il composto si distribuisca in modo uniforme sul fondo.
Dopodiché, tagliate a fette sottili il Philadelphia e distribuitelo sulla superficie: cercate di non lasciare spazi e di coprire anche i bordi: io mi sono aiutata anche con le mani, allargando un po' le fette. Terminata questa operazione, versate il resto del composto sopra lo strato di formaggio e lasciate assestare per un minuto o due. Vedrete che il composto si adatterà alla teglia, coprendo lo strato sottostante.
Cuocete in forno già caldo a 180°C per circa mezz'ora: i brownies non devono essere troppo cotti. Io mi regolo osservando la superficie, appena iniziano ad incresparsi ci siamo. Cercate però di non aprire il forno almeno per i primi 20 minuti, perché lo sbalzo di temperatura potrebbe provocare le crepe, con il rischio di darvi un falso indizio.
Una volta sfornato, lasciate raffreddare a temperatura ambiente per almeno un quarto d'ora (ma mezz'ora sarebbe meglio), prima di tagliare a quadrotti.
Una volta sfornato, lasciate raffreddare a temperatura ambiente per almeno un quarto d'ora (ma mezz'ora sarebbe meglio), prima di tagliare a quadrotti.