Prima che vi mettiate in testa delle strane idee, tutte le composizioni floreali, addobbi natalizi, tavole ingentilite da tocchi di sapiente maestria sono della suocera. Se pensate di trovarle anche da me, siete completamente fuori strada: un po' perché- taglia a parte- di natura sono quanto di più minimal esista , un po' perché la manualità non abita qui , un po' perché quando ho bisogno di una porca figura mi basta una telefonata alla Carla e soprattutto perché a me, le piante, mi odiano. Nel senso che mi vedono e muoiono- e, sia chiaro, lo fanno solo per farmi dispetto. Perchè non c'è niente di più avvilente che essere accolti da rami spogli, tappeti di foglie ingiallite, fiori che perdono petali, mariti che perdono la pazienza e io che non mi spiego come mai non mi sopportino a questo punto, visto che io a loro non faccio niente. Nel senso letterale del termine. Me le regalano, le metto lì e non le tocco più...
Anyway, siamo sopravvissuti anche a questo giro di giostra, senza troppe perdite: anzi, come sempre ne hanno guadagnato i cassetti del freezer, il girovita e, quest'anno, anche il pollivendolo che ci ha rifilato una bestia di sei chili, spacciandocela come tacchino ma sulla cui vera natura si accettano scommesse, dal vitello nano in su.
Come da tradizione, la cena della vigilia dalla suocera e il pranzo di Natale da me, la prima con un menu di magro, la seconda tendente al grasso. In entrambi i casi, abbiamo mangiato troppo ,ci siamo alzati da tavola con il fermo proposito che l'anno prossimo mai più e alla sera eravamo di nuovo lì, davanti ad un'altra tavola imbandita, a farci altre scorpacciate, con la scusa di far fuori gli avanzi. Se non ci credete, chiedete alla Dani, a cui non sono rimaste neanche le briciole, dopo la parca mensa di Santo Stefano.
Vi metto i menu, senza ricette e senza foto, sulla fiducia (a parte il tacchino: tenetevi forte, perché fra poco arriva...)
Cena della vigilia (suocera)
brindisi con focaccia alla salvia, rigorosamente home maid (e infrangiamo subito l'atto di fede: domani la ricetta, giurin giuretto)
antipasto: mousse di salmone e insalata di granchio al curry
primo piatto (di tradizione): spaghetti alle acciughe
secondo piatto: branzino con patate al forno (altra tradizione di famiglia)
dolci: creme caramel e torta al cioccolato
frutta: macedonia di arance al cointreau
Pranzo di Natale ( da noi)
aperitivo: avanzi del cocktail della domenica ( per la serie, il buongiorno si vede dal mattino...)
primo piatto: fettuccine col ragù di coniglio (due giorni di lavoro, MAI PIU').
secondo piatto: la bestia- farcita con le castagne, avvolta nella pancetta e fatta cuocere a bassa temperatura per sei ore (MAI PIU' alla seconda): per inciso, se da oggi fino a Pasqua, questo blog ospiterà un numero impressionante di ricette di tacchino, abbiate la compiacenza di non fare domande. E se ancora vi chiedete perché, eccovi la risposta....
prima....
... e dopo....
Il tacchino è stato servito con la bread sauce (mamma) e una gelatina al vermout (mamma bis), oltre alle solite verdure
Dolci: bavarese alla vaniglia con caramello al whisky (a vederla, faceva impressione: non paga dello stampo agghiacciante, a forma di albero di Natale, mi son pure fatta prendere dall'ansia della sformatura, per cui l'ho adagiato prima del tempo sul piatto di portata e quando è arrivato in tavola, più che un abete sembrava un salice piangente)
Meringata
più le solite amenità che fanno tanto Natale e di cui ci sazieremo fino all'anno prossimo, viste le quantità industriali di cui si finisce per essere dotati ogni anno.
E così siamo arrivati alla domenica, all'occultamento della bilancia, al branzino in forno e al freezer in stile "non aprite quella porta", secondo un copione che si ripete immancabilmente ogni anno, a cui stavolta si è aggiunto un ulteriore interrogativo: come faremo a postare il brodino sul blog???... mi sa che ce ne faremo una ragione, cosa ne dite???
Buona Domenica
Alessandra
Anyway, siamo sopravvissuti anche a questo giro di giostra, senza troppe perdite: anzi, come sempre ne hanno guadagnato i cassetti del freezer, il girovita e, quest'anno, anche il pollivendolo che ci ha rifilato una bestia di sei chili, spacciandocela come tacchino ma sulla cui vera natura si accettano scommesse, dal vitello nano in su.
Come da tradizione, la cena della vigilia dalla suocera e il pranzo di Natale da me, la prima con un menu di magro, la seconda tendente al grasso. In entrambi i casi, abbiamo mangiato troppo ,ci siamo alzati da tavola con il fermo proposito che l'anno prossimo mai più e alla sera eravamo di nuovo lì, davanti ad un'altra tavola imbandita, a farci altre scorpacciate, con la scusa di far fuori gli avanzi. Se non ci credete, chiedete alla Dani, a cui non sono rimaste neanche le briciole, dopo la parca mensa di Santo Stefano.
Vi metto i menu, senza ricette e senza foto, sulla fiducia (a parte il tacchino: tenetevi forte, perché fra poco arriva...)
Cena della vigilia (suocera)
brindisi con focaccia alla salvia, rigorosamente home maid (e infrangiamo subito l'atto di fede: domani la ricetta, giurin giuretto)
antipasto: mousse di salmone e insalata di granchio al curry
primo piatto (di tradizione): spaghetti alle acciughe
secondo piatto: branzino con patate al forno (altra tradizione di famiglia)
dolci: creme caramel e torta al cioccolato
frutta: macedonia di arance al cointreau
Pranzo di Natale ( da noi)
aperitivo: avanzi del cocktail della domenica ( per la serie, il buongiorno si vede dal mattino...)
primo piatto: fettuccine col ragù di coniglio (due giorni di lavoro, MAI PIU').
secondo piatto: la bestia- farcita con le castagne, avvolta nella pancetta e fatta cuocere a bassa temperatura per sei ore (MAI PIU' alla seconda): per inciso, se da oggi fino a Pasqua, questo blog ospiterà un numero impressionante di ricette di tacchino, abbiate la compiacenza di non fare domande. E se ancora vi chiedete perché, eccovi la risposta....
prima....
... e dopo....
Il tacchino è stato servito con la bread sauce (mamma) e una gelatina al vermout (mamma bis), oltre alle solite verdure
Dolci: bavarese alla vaniglia con caramello al whisky (a vederla, faceva impressione: non paga dello stampo agghiacciante, a forma di albero di Natale, mi son pure fatta prendere dall'ansia della sformatura, per cui l'ho adagiato prima del tempo sul piatto di portata e quando è arrivato in tavola, più che un abete sembrava un salice piangente)
Meringata
più le solite amenità che fanno tanto Natale e di cui ci sazieremo fino all'anno prossimo, viste le quantità industriali di cui si finisce per essere dotati ogni anno.
E così siamo arrivati alla domenica, all'occultamento della bilancia, al branzino in forno e al freezer in stile "non aprite quella porta", secondo un copione che si ripete immancabilmente ogni anno, a cui stavolta si è aggiunto un ulteriore interrogativo: come faremo a postare il brodino sul blog???... mi sa che ce ne faremo una ragione, cosa ne dite???
Buona Domenica
Alessandra