Suddivisione delle risorse umane, secondo la Van Pelt
- il 90%, alla voce "esistono/ "non esistono", a seconda dello sfracellamento di maroni.
- il 9, 90 %, alla voce "potrebbero interessare", sottotitolo "sforziamoci di parlare, ogni tanto"
- lo 0,10%, alla voce "inner court"
Per l'accesso al quale bisogna o vedermi veramente arrabbiata o prendersi direttamente un diluvio delle peggiori cose che escono dalla mia bocca (the innest one), che e' poi la vera misura dell'affetto che provo per le persone a cui voglio davvero bene.
Chiedete a mia figlia, per esempio, o anche a Mapi e a Flavia, che in questo mese si accoppiano al The Recipe-tionist, la sfida piu' generosa e intelligente del web, per la quale questo blog, altrimenti defunto, riapre i battenti.
Salto tutti i convenvevoli, tranne uno: e cioe' che ogni volta che mio marito assaggia qualcosa cucinato da Mapi, non dice "buono" o "cattivo", ma "sposami".
Il che, conoscendo mio marito, equivale a molto, ma molto, ma molto di piu' che una dichiarazione d'amore. Equivale all'incontro ineffabile fra quello che lui ritiene il piu' alto dei palati (il suo), con quella che oggettivamente e' una altissima cuoca.
In mezzo ci son io, che provo col The Recipe-tionist, a cui do ufficialmente inizio con questo
PANE DOLCE DELLO SHABBAT AI FRUTTI ROSSI
la ricetta originale fa parte di uno degli MTC piu' intensi della sua storia, quello dedicato al Pane Dolce del Sabato. Al di la' di tutte le implicazioni religiose, esplorate a suo tempo, l'impasto di questa treccia resta il migliore che abbia mai provato: il mio grazie va quindi anche ad Eleonora, che lo aveva proposto come Terzo Giudice di quella gara.
Mapi ne aveva fatte due versioni, entrambe "mediorientaleggianti": una coi datteri e altra frutta secca e questa, con bacche e frutti rossi, ammollati nell'acqua di rose.
Ho scelto la seconda versione, proprio per questo particolare.
Salvo poi accorgermi che nessuno dei frutti rossi che avevo si sposava bene con quell'aroma.
Ragion per cui, ho dovuto deviare su una banalissima arancia, ravvivata con un po' di Cointreau.
Superfluo dire che il risultato e' stato piu' che soddisfacente (e che nella prossima spesa ci finiscono le bacche di goji e i lamponi disidratati :)
Come dicevo, la ricetta originale e' qui ed e' a questa che vi rinvio, per una disamina approfindita in puro Mapi's style.
Di fila, come l'ho preparata io, con le modifiche
250 g di farina 0 Manitoba (io ho usato 125 g di farina blu Caputo, debole e 125 di Manitoba pura)
1 uovo medio 3 g di lievito di birra disidratato
65 ml di acqua appena tiepida (30 °C)
60 ml di olio extra vergine d'oliva
5 g di sale
per il ripieno
80 g di cranberries disidratati
70 g di cranberries freschi
70 g di ribes
un bicchierino di Cointreau
per lo sciroppo
il succo e la scorza di un'arancia Navel (grossa) o di due arance piccole, non trattate
pari peso di zucchero semolato
una spruzzata di Cointreau
preparate l'impasto
Setacciate la farina nel boccale della planetaria
Rompete l'uovo in un piattino e sbattetelo leggermente
Aggiungete il lievito e lo zucchero e mescolate per pochi secondi.
Aggiungete il sale e 50 ml di acqua tiepida: iniziate ad impastare.
Unite poi l'olio, sempre impastando e, in ultimo l'uovo.
Verificate se sia il caso di aggiungere tutta l'acqua solo dopo che gli ingredienti si sono bene amalgamati fra loro: di solito, ci vuole.
Lavorate l'impasto fino a farlo incordare.
Trasferitelo in una ciotola leggermente infarinata e sigillate con pellicola trasparente.
Fate lievitare fino a oltre il raddoppio: da 2 a 3 ore.
preparate la treccia
infarinate leggermente il piano di lavoro
versatevi l'impasto lievitato e "sgonfiatelo", lavorandolo brevemente con le mani.
Pesatelo e suddividetelo in tre parti uguali.
Appiattite ciascuna con la punta dei polpastrelli, stendendola in tre rettangoli lunghi circa 35 cm e larghi 1o: non preoccupatevi se l'impasto opporra' resistenza, anzi: appena lo fara', smettete di manipolarlo e passate a quello successivo. Il riposo allentera' la maglia glutinica (e' lei, quella che fa resistenza) e potrete tornare a stenderlo con piu' facilita'.
Non preoccupatevi se i rettangoli non sono perfetti: rifinirete alla fine. L'importante e' che abbiano all'incirca le stesse dimensioni
preparate il ripieno
ammollate in acqua tiepida, profumata con un po' di Cointreau, i cranberries disidratati. Scolateli dopo una decina di minuti.
Sciacquate sotto l'acqua corrente i cranberries freschi e, separatamente, i ribes, una volta privati del rametto. Asciugateli tamponando delicatamente con un canovaccio pulito.
Disponete una fila di carnberries freschi nella prima striscia di pasta, lasciando 2 cm di spazio ai bordi e in fondo. Fate lo stesso con i cranberries disidratati e i ribes, badando a che le tre strisce di frutta inizino e finiscano alla stessa altezza.
Ripiegate ogni striscia di pasta su se stessa e sigillate i bordi, con una leggera pressione delle dita.
Rifinite, in modo da avere tre salsicciotti il piu' possibile uniformi, per larghezza e lunghezza.
formate la treccia
Rivestite con un foglio di carta da forno una teglia da biscotti.
Posizionatevi i tre salsicciotti e uniteli ad una estremita', sovrapponendoli leggermente.
Formate una treccia piuttosto stretta, lavorando con delicatezza. Rimboccate le estremita' e coprite con un canovaccio.
Lasciate lievitare per 45 minuti circa.
Cuocete la treccia
Accendete il forno a 200C,in modalita' statica (nel mio forno, 180C)
Spennellate la treccia con un tuorlo d'uovo leggermente sbattuto.
Appena il forno arriva a temperatura, infornate e fate cuocere per una ventina di minuti: la superficie deve essere bella dorata, ma non brunita
Preparate lo sciroppo (mentre cuoce la treccia)
Lavate bene le arance, asciugatele e grattugiatene la scorza in un pentolino
Spremetele e filtratene il succo: pesatelo e versatelo nel pentolino
Pesate la stessa quantita' di zucchero semolato e versatela nel pentolino
Mescolate bene, poi portate ad ebollizione, a fiamma media
Abbassate il fuoco al minimo e lasciate sobbollire per qualche minuto, fino a quando il liquido avra' raggiunto una consistenza semi vischiosa, leggermente piu' liquida di uno sciroppo.
Se preferite, potete profumare con il Cointreau: aggiungetelo dopo il bollore, se volete un gusto meno persistente o verso la fine della cottura, per un sapore piu' persistente.
Filtrate e tenete da parte
Bagnate la treccia
Sfornate la treccia e, senza sformarla, punzecchiatela con i rebbi di una forchetta negli interstizi dell'intreccio. Fate questa operazione immediatamente dopo averla estratta dal forno.
Versate lo sciroppo negli interstizi, raccogliendo con un cucchiaio quello che si deposita sul fondo della teglia e versandolo nuovamente sul dolce, fino ad esaurimento.
Lasciate poi intiepidire a temperatura ambiente e servite.
Questo e' il metodo che gli Inglesi usano per bagnare la Lemon Drizzle Cake: torta calda, sciroppo tiepido e superficie della prima bucherellata in profondita' con una forchetta. In questo modo lo sciroppo penetra in profondita', formando delle zone umide, come quelle che vedete nella foto e che sembrano contenere una crema. E' solo sciroppo e non vi dico la bonta'.
Con questa ricetta non ho capito se partecipo al The Recipe-tionist di Ottobre, organizzato dal blog Cuocicucidici di Elisa Baker- ma intanto domani ne ho un'altra pronta, fatta paro paro. E dopodomani mi sa pure :)