Ieri sera su FB si discuteva degli appetiti dei nostri mariti.
Al plurale, solo per abitudine, come ben sa chi deve scontare la passione per la cucina concentrandosi su quella per gran parte del giorno ed ottenendo come ricompensa pile di piatti da lavare, da una parte, e consorte che esprime la sua soddisfazione con un sonno profondo, scosso solo da qualche lieve rigurgito (grosso modo quando nei sogni compaiono enormi tacchini arrosto e cascate di Negroni).
In tutti i casi, ieri ho scoperto di essere in buona compagnia.
Perche' quella che credevo fosse una prerogativa di mio marito - fiondarsi sui piatti pieni come se non ci fosse un domani- e' in realta' ampiamente condivisa dai rispettivi compagni delle mie amiche di FB.
A farla breve, mangiano tutti come maiali.
Quello che - forse- non tutti gli altri mariti condividono col mio, e' la moglie col blog di cucina e quindi con la priorita' della foto.E quello che - forse- non tutte le altre mogli condividono con me, e' il marito ingegnere, con l'hobby della fotografia.
Sommate i due fattori- e avrete la madre di tutte le jatture.
Al pari di tutti gli ingegneri, mio marito e' stato dotato di una mente
Precisa inzimmula, per citare il Sommo.
Finche' si tratta di idranti, pazienza.
Ma provate voi ad avere una figlia adolescente che anela ad una foto che ne colga qualcosa per cui valga la pena di non suicidarsi nel bagno e provare a spiegarle che l'intenso primo piano del brufolo sulla fronte o del pelo che sporge dal labbro superiore e' frutto di una perfetta messa a fuoco e non della suprema coglionaggine di suo padre.
E comunque, le foto del cibo.
O le fa lui, o le faccio io.
Quando le faccio io, il tempo per preparare un set varia dai 5 minuti ai 5 giorni, a seconda di quante caccavelle mi servono per allestirlo.
Il tempo dello scatto e' un clic.
Quando le fa mio marito, viceversa.
In mezzo, mi tocca sorbirmi tutta la trafila del "metti di qua, sposta di la', fai ombra, non ho campo, tieni questo, avvicinati un po', mi fai ombra, cosi no, cazzo, ale, ma non vedi che sei troppo lontana, alza quel coso, troppo alto, troppo basso, troppo a destra, troppo a sinista", per poi concludere che "c'e' una luce di merda" e abbandonare il campo.
Con 437246032 scatti, tutti rigorosamente uguali.
Ovviamente, buio e luce artificiale sono due divieti a cui non si puo' trasgredire.
Posso anche aver preparato il piu' gonfio dei souffle', il piu' perfetto dei macaron, il piu' trionfale dei croquembouche che , statene certi, dovro' accontentarmi di raccontarlo ai posteri, perche' la foto senza luce, non si fa.
E allora, l'espediente singaporiano e' quello di tenera da parte un avanzo e pensarci all'indomani, quando l'ingegnere e' in ufficio e posso tirar fuori da tutti i nascondigli della casa le mille e mila caccavelle che ho comprato qui.
In teoria.
In pratica, l'altro ieri mi ha lasciato l'equivalente di una forchettata di cacio e pepe
Ieri sera, ha fatto la foto col buio.
E il resto, e' finito qui...
VELLUTATA DI CAVOLFIORE
con SALMONE AFFUMICATO, ANETO E PEPE ROSA
Al di la' del gradimento, questo e' un piatto che si puo' candidare di diritto per il Menu della Vigilia di Natale, per i colori: il rosso del pepe rosa, il verde scuro dell'aneto ...e non chiedetemi come diamine conservo le spezie, qui a Sing Sing, visto che realizzo ora che i colori originari di entrambi sono molto piu' sbiaditi... anyway: e' buona, e' scengorafica, si fa in 5 minuti e neppure fa ingrassare. Che volete di piu'?
per 4 persone
1 cavolfiore medio (circa 500 g al netto degli scarti)
un cucchiaio di fiocchi di patate (o una patata piccola)
250 ml di latte
sale
salmone affumicato di ottima qualita' (Alaska, Tasmania, Scozia)
pepe rosa
aneto
Riempite di acqua fredda una pentola capiente e portatela a bollore. Salate leggermente e lessate il cavolfiore, ben lavato.
Se utilizzate la patata, sbucciatela, lavatela, tagliatela a tocchetti e lessatela assieme al cavolfiore.
Dovranno risultare entrambi molto teneri: di solito, bastano 15 minuti di cottura.
Se invece utilizzate i fiocchi di patate, rianimateli :) con un mestolo dell'acqua di cottura del cavolfiore.
Scolate poi il cavolfiore (e la patata) e riducetelo in purea col minipimer, aiutandovi con un po' di acqua di cottura.
Scaldate il latte, fin quasi a bollore e aggiungetelo alla purea di cavolfiore. Amalgamate ancora, frullando con il miser per pochi secondi, assaggiate e regolate di sale.
Versate poi un mestolo di vellutata in ciascun piatto da portata, aggiungete al centro del salmone affumicato a listarelle, profumate con delle bacche di pepe rosa, sbriciolate fra le dita e con una spolverata lieve di aneto.
Servite immediatamente.
Se preferite una consistenza piu' liquida, aumentate la dose di latte
Se siete a dieta ferrea, diluite solo con l'acqua di cottura
Se ve lo potete permettere, usate meta' panna fresca e meta' latte.
Al posto del salmone affumicato, potete usare anche del salmone fresco, arrostito al forno.