Sarà l'ora tarda, ma mi sono appena consumata un neurone a leggere il lemma dell'Accademia della Crusca sul nome corretto di questo frutto. Se non ho capito male, alla fine, va bene tutto: "melograno" è più frequente, "melagrana" è più recente ma sono entrambi accettati, con buona pace di femministi, sessisti e soprattutto della sottoscritta che, a due giorni dal proclama della ripresa del blog, ha già l'ansia di scrivere qualcosa di sbagliato.
A cominciare dalla ricetta che non ha niente di ortodosso: ma una delle cose belle del vivere all'estero è l'apertura alle sperimentazioni culinarie. Si parte col dover fare di necessità virtù, si finisce col diventare virtuosi nella misura in cui non ci si fossilizza sulla tradizione. Poi, di sicuro, ciascuna nelle relative lingue, tirerà giù i propri idoli dagli altarini (io ho sant'Alfredo, per esempio, che invoco ogni volta che mi tocca mangiare improponibili piatti di pasta scotta, appiccicata da una salsa al formaggio): ma nel mentre si scoprono sapori nuovi, ingredienti insoliti, abbinamenti sconosciuti.
E vi assicuro che aiuta, ad ingrassare- ma anche a vivere meglio
HUMMUS DI MELASSA DI MELOGRANO
Versione veloce
1 confezione di ceci in scatola con la loro acqua di conservazione
1 spicchio d'aglio sbucciato
il succo di mezzo limone (filtrato)
2 cucchiai colmi di tahini
2 cucchiai di melassa di melograno
50 ml di olio extravergine d'oliva
sale
chicchi di melograno per decorare
Scolate i ceci, tenendo da parte tutta l'acqua di conservazione. Frullate tutti gli ingredienti tranne l'olio, aggiungendo qualche cucchiaio di liquido, per rendere la salsa cremosa. Siccome la melassa tende a "stringere", è probabile che vi serva più liquido del solito: comunemente me la cavo con 3-4 cucchiai da tavola, stavolta ce ne sono voluti di più.
L'olio va aggiunto alla fine, metà alla salsa e metà sopra, dopo che l'avete disposta nel piatto da portata e avete creato dei solchi concentrici con la forchetta: l'olio andrà a depositarsi lì.
Versione lunga
La versione lunga parte dai ceci secchi (100-120 g) che vanno messi in una casseruola, coperti con acqua fredda e fatti cuocere fino al bollore. Dopodiché, contate 60 secondi, poi li scolate e li mettete a bagno in acqua fredda, con un cucchiaino di bicarbonato, per tutta la notte. Il giorno dopo li sciacquate bene e li lessate, in un'ampia casseruola, coperti con acqua fredda. Devono cuocere fino a quando saranno teneri, da un'ora a due ore (dipende dalla qualità dei ceci)
Ovviamente, l'hummus preparato a partire dai ceci crudi è più buono: ma, in tutta sincerità, io ho sempre una scorta di ceci in scatola in dispensa e visto che raramente cuocio i ceci solo per questo, son più le volte che uso quelli precotti. Il trucco (arcinoto) è quello di privarli della pellicina esterna, che è quella che rende l'hummus granuloso, per quanto lo frulliate. Viene via da sola e si fa prima a farlo che a dirlo.
La cosa che ho imparato qui, invece, riguarda l'olio: le mie amiche (turche, libanesi, giordane, indiane) lo usano solo come condimento, alla fine.
La melassa di melograno è una gioia per il palato e per gli occhi e per la mente: si trova in tutti i negozi etnici e quando la trovate fatene scorta, perché dura. Si può preparare in casa, anche in versione espressa, con la polvere del mango: ma visto che è un trucco appreso giusto stamattina, aspetto di riuscire a procurarmi l'ingrediente per poter capire come funziona.
E poi, ovviamente, torno qui.
Buon appetito
Alessandra