mercoledì 23 febbraio 2022

DAI CHE SI PARTE! CHE COSA SERVE, PER ENTRARE IN UK

 


 

Ovvero, come visitare Londra in 4 giorni, vedendo il più possibile e spendendo il meno possibile. 

Oggi è il Liberation Day, l'enfatico nome con cui la Gran Bretagna celebra ufficialmente la fine della Pandemia e il conseguente ingresso nell'Endemia: il che significa, in parole povere, che il virus gira, nella sua variante più contagiosa, ma che l'emergenza non ha più ragion d'essere e, con essa, anche le ultime restrizioni, quelle legate alla quarantena e all'ingresso nel Paese. Tornare a Londra quindi si può, anzi, si deve, sia che non ci siate ancora stati, sia che moriate dalla voglia di rivedere una delle città più belle dell'universo ( giusto perché non mi diciate che sono di parte, se la definisco la città più della bel mondo)

 


 

Da qui, l'idea di una serie di guide per aiutarvi a visitarla al meglio delle vostre possibilità, occhio al portafoglio incluso. Perché  se è vero che, come dicono le guide, la maggior parte delle attrazioni turistiche è gratuita, è altrettanto vero che ogni volta è un bagno di sangue, dal punto di vista economico. 

Il trucco è l'organizzazione, incastrando cioè un po' di accorgimenti strategici fondamentali per non ritrovarsi, alla sera, con il doppio delle spese pianificate al mattino e, nel mentre, aver visto molto, ma molto di più di quello che avevate pianificato. 

Prima di beatificarmi, partiamo con le informazioni utili

 


 

ENTRARE IN UK DALL'ITALIA  (aggiornato al 23/02/2022)

  • PER CHI È FULLY VACCINATED,ossia ha ricevuto le tre dosi ed è in possesso di certificazione vaccinale (in Italia il GREEN PASS), è necessario compilare il Passenger Locator Form (che trovate a questo link), oltre al Passaporto valido. 
 
  • PER CHI NON È VACCINATO /HA RICEVUTO UN NUMERO DI DOSI INFERIORI A TRE , sono richiesti
- il Passaporto in corso di validità
- la compilazione del Passenger Locator Form - PLF(sempre a questo link
- un test (sia molecolare che antigenico) eseguito fino a 48 ore prima della partenza 
- la ricevuta di acquisto del 2- day test da effettuarsi il secondo giorno dall'arrivo, ricordando che il giorno dell'arrivo è il GIORNO ZERO. 
 
INFORMAZIONI IMPORTANTI A RIGUARDO 
- il test per partire vi viene richiesto nell'aeroporto di partenza: ancora oggi, molti aeroporti richiedono il cartaceo, quindi è meglio farne una copia fisica 
- sempre alla partenza, vi viene richiesto il PLF: questo va compilato entro 48 ore dalla partenza (prima, non è possibile) e deve contenere il numero della ricevuta dell'acquisto del 2 day test. 
- per comprare il 2 day test, basta andare sul sito del ministero a questo link , scegliere che tipo di test volete fare, selezionare uno dei vari provider, a vostra scelta, e pagare con la carta di credito. Vi arriverà una mail con il codice da inserire nel PLF- ed è fatta. 
- sempre per quanto riguarda il 2 day test, il mio consiglio è quello di scegliere il "self test at your location" con l'opzione "post at your location": il test vi arriva all'indirizzo di Londra dove risiedete, entro il secondo giorno, senza che dobbiate scomodarvi a recuperarlo;  lo fate da soli, all'ora che volete e, appena avete il risultato, lo fotografate e lo spedite al provider che di solito vi dà un via libera automatico. Potete comunque uscire anche senza aspettare il via libera: nel caso remotissimo di un controllo, fa fede la conferma della spedizione del test al provider (di solito hanno una app, dovete scaricarla e caricare la foto del test negativo lì)
- all'ingresso a Londra, i controlli sono alquanto morbidi. A Stanstead, si accede dalle porte elettroniche, dopo lo scanner del Passaporto. A Heathrow, ci sono i funzionari, a cui basta il Passaporto e il PLF. Non ho informazioni di prima mano sugli altri aeroporti, ma non mi risultano trattamenti differenti. Le code sono nella norma (cioè, è finito l'incubo del viaggiare in tempo di Covid, inizia quello del viaggiare in tempo di turismo)
- informazione importantissima: il DAY 0, cioè il giorno dell'arrivo, è libero. In teoria, è stato pensato per poter raggiungere un supermercato e fare qualche provvista ed non per gozzovigliare fino a mezzanotte, in stile Cenerentola. In pratica, potete fare come volete: la mia raccomandazione, però, è sempre una- e cioè che "fine della Pandemia" non significa "fine del Virus" e questo vale per tutti, fully vaccinated e non. 
 

 
 
 
Qui da noi non c'è mai stato il Green Pass, se non per entrare nel Paese e per qualche evento molto affollato (per esempio, gli spettacoli teatrali, specialmente nei primi tempi dopo il lockdown): nessuno porta le mascherine all'aperto, al chiuso non sono comunque obbligatorie e, soprattutto, non ci sono controlli, di nessun tipo. Per chi viene dall'Italia, c'è il rischio che, dal punto di vista emotivo, questo si risolva in un allentamento delle misure di sicurezza, quasi che la Gran Bretagna fosse immune da contagi. Al contrario, il virus c'è e vive in mezzo a noi e abbassare le difese sarebbe da idioti, senza nessuno sconto all'enormità della vostra idiozia. E non mi riferisco tanto a prendersi il Covid in sé (che è comunque cosa che preferirei evitare, sia chiaro), quanto a prenderselo in vacanza, per giunta in un Paese straniero. 

Altra informazione FONDAMENTALE: siccome il Covid ci ha insegnato che oggi vale un regolamento e domani ne vale un altro, è sempre meglio controllare il sito del Governo UK, a questo link
 
Dopodiché, prendete i biglietti, che adesso sì che si parte! 

                       

 

 

lunedì 21 febbraio 2022

DOUGHNUT (BREAD AHEAD)

 

 

Tutto quello che c'era da dire sui Doughnuts (termine inglese per i krapfen o i bomboloni) è stato detto a suo tempo da quel gran genio di Justin Gellatly, autore della ricetta perfetta (e NON APRITE QUESTO LINK, se avete in mente di andare in Paradiso e pure da magri, ecco :) 

Gellatly è anche stato l'anima della scuola di Bread Ahead, portando quella genuinità che, per una volta, si è accordata con la narrazione sincera di un fornaio pronto ad alzarsi alle tre del mattino anche quando il suo pane è diventato famoso in tutto il Paese. Non ha stupito, ma semmai ha intenerito e commosso, che, quando Bread Ahead è diventato un brand di una catena di negozi, Justin e la moglie abbiano abbandonato la loro creatura (e deve essere finita male, visto che nel sito non c'è traccia di loro), per ritirarsi in un cottage in campagna, dove fanno i giudici nei bake off di provincia o nelle gare di torte nelle scuole e, posso dirlo?... mi piacciono ancora di più. 

Questi, comunque, sono i "nuovi" doughnuts dell'ultimo libro di Bread Ahead, il primo senza loro due, che stiamo testando allo Starbooks: ricetta, esito finale e considerazioni a latere sono tutte qui 

domenica 20 febbraio 2022

RADIO LONDRA - e fusse che fusse la volta buona

 

 

Se parto coi convenevoli e gli aggiornamenti, non la finisco più, anche perché lo scopo del post non è quello di rendervi conto degli ultimi due anni di questa vita avventurosa, visto che a quello  pensano egregiamente i social. Ma la ragione per cui vorrei riprendere questo blog andrebbe messa nero su bianco, visto che altrimenti non avrebbe senso, non in un mondo che non è nemmeno parente di quello degli inizi, scrivente inclusa. 

Il fatto è che questi due anni di pandemia mi hanno lasciato una tremenda voglia di fare ordine: la salute non c'entra (e comunque, tocco ferro ogni volta che lo dico), c'entrano semmai gli infiniti lutti che ci hanno colpito, due dei quali come pugnalate al cuore. E c'entra anche questa vita raminga, senza un posto dove fermarsi, senza una casa che possa essere davvero mia, a dispetto degli sforzi che faccio ogni volta per addomesticare quello che trovo. 

Morale della favola, sono in mezzo al magico potere del riordino- nella fase meno magica, quella del "tira fuori tutto e vediamo cosa fare". Al momento, so che ogni cosa dovrà avere un posto e ho deciso che il posto per tutte le mie cose sparse nel web sarà questo blog. Mi son ritrovata a volergli bene, del bene che si vuole al figlio più malandato, quello che si becca i vestiti smessi e i gesti distratti e che, però, resta il compagno più fedele e più fidato: e una volta che ho preso a guardarlo con un occhio diverso, soprattutto in questi giorni in cui ripubblico le glorie del menuturistico passato, son persino arrivata a pensare che sia meglio del suo fratello più illustre.

Quindi, da oggi si torna qui sopra, nella cucina che vedete in foto perché comunque, anche se proclamo ai quattro venti che ho chiuso con i fornelli, quella resta la stanza più amata di tutta la casa: di tutte le case, ma in particolare di questa, che corona il sogno di tutta una vita (l'indirizzo a Londra), con la ciliegina sulla torta del ricongiungimento con la figlia (lei è meno felice, ma sono dettagli). 

E, come per la cucina, anche questo blog torna ad essere quello che è sempre stato: un diario pubblico nella forma, privato nella sostanza, con il solo filtro della scrittura ad abbellire la realtà, cruda o cotta che sia. 

Vediamo quanto dura :)


venerdì 18 febbraio 2022

BELGIAN BUNS

 

A dispetto del loro nome, i Belgian buns non hanno nulla a che fare con il Belgio: le loro origini vanno ricercate nella fantasia dei fornai britannici, prodighi di variazioni sul tema in materia di Buns, propriamente delle girelle di pasta brioche farciti con uvetta e aromi a piacere. A contraddistinguere questi è la ciliegina candita che troneggia al centro di una colata di glassa densa e compatta, trasformandoli nella variante rustica e nutriente dei più eleganti petit-fours. 
La ricetta ha un procedimento tradizionale che quelli di Bread  Ahead stravolgono, proponendo qualche innovazione di cui vi racconto allo Starbooks,   QUI