Io, si sa, sono tipa da cinque minuti.
I beneficiari, di solito, sono i parenti stretti, sui quali scarico,
ogni volta, tutto quello che mi passa per la testa: ma se in ufficio
vedete una specie di Erinni in giro di perle e tailluer piombare come
una furia nell'ufficio del capo non avete bisogno di bussare alla porta
per far vedere che ci siete: basta aspettare cinque minuti, e avrete via
libera.
La Dani, invece, parte tranquilla: il suo è un calare sicuro, dalla prima alla quinta, accompagnando le curve e seguendo la strada: anche se, per chi la conosce, questo è preludio di fulmini e saette che, al confronto, l'uragano Kathrina è la pioggerellina di marzo, chi non lo sa ha l'impressione di trovarsi di fronte all'Allegoria della Temperanza, circonfusa da una calma olimpica che niente potrà scalfire
La Dani ed io andiamo d'accordo: pur essendo diversissime per temperamento, abbiamo sempre trovato un punto d'accordo in modo spontaneo e MT non fa eccezione, anzi: è la prova vivente che se un blog è gestito in maniera democratica- e cioè, se la Dani si rassegna a tutte le cavolate che mi vengono in mente e riesce pure a far vedere che le piacciono- funziona alla grande. Il più delle volte, è lei che aspetta che io ritorni in me, un occhio rivolto al cielo, un altro all'orologio: ma ogni tanto capita che i nostri tempi coincidano alla perfezione, come dimostra questo post, figlio della fugace eppur feconda unione dell'immediato sbollimento della mia ira e della minacciosa risalita della sua carogna. E quindi, tanto per restare in tema di prole, è giunto anche per noi il momento di affrontare la vexata quaestio della paternità di quei prodotti del genio e dell'ingegno che trovano nei food blog la loro vetrina
Per quanto ci dispiaccia, entrambe siamo convinte che, nel caso delle ricette, non sia possibile affermare con certezza che "quella è mia". Lo diciamo con sincero rammarico, ma il detto del "pater incertus" che, per fortuna di noi madri, non è sempre verificato nella vita reale, si trasforma in assioma quando viene applicato ad ingredienti e procedimenti. Sia chiaro: questo non toglie nulla alla deprecabilità di comportamente scorretti a cui assistiamo con frequenza e che diventano francamente vergognosi quando sono sfacciatamente reiterati. io per prima mi arrabbierei e non poco se qualcuno si appropriasse senza il mio permesso del Lemon curd all'olio d'oliva, che allo stato delle cose reputo una "mia" ricetta non avendo mai trovato traccia, in venticinque anni di ricerche, di una versione come quella: e però se spuntasse, che so, la nipote di Misses Aburthnoit, armata di quadernetto ingiallito, a rivendicare la ricetta con cui la nonna scongiurava il colesterolo del marito, credete che potrei far fuoco e fiamme, minacciando tribunali o perizie calligrafiche? La risposta è no, e i motivi sono noti.
Nello stesso tempo, però, esistono dei "figli" che invece portano marchiata la loro origine e pure in modo indelebile: sono i cosiddetti prodotti dell'ingegno, quelli che nascono, cioè, dalla mente feconda di chi scrive, per professione o per diletto, e che può dimostrare, in modo assolutamente inoppugnabile, che certi brani o espressioni o modi di dire sono nati dalla sua penna e sono stati registrati all'anagrafe in un determinato giorno. E poco importa se la "penna" è la tastiera di un computer e l'ufficio dell'anagrafe è un food blog: certe cose sono di chi le crea e questo è un principio così importante da aver assunto lo status di un vero e proprio diritto e da godere, pertanto, della tutela della legge.
Ci sarebbe anche da aggiungere che, al di là della ratio legis, queste creature appartengono così tanto ai propri creatori che si riconoscono lontano un miglio, anche quando sono usate da altri, in altri contesti, in altri food blog, senza che sia specificata in alcun modo la loro provenienza. Lo diciamo per esperienza, perché ogni tanto capita anche a noi di imbatterci in espressioni e modi di dire che sono nati dalla nostra fantasia e che si trovano, senza citazioni e senza link di sorta, talvolta per giunta storpiati nell'ortografia e nella sintassi, su blog coperti a loro volta da copy right e spesso in prima linea per la difesa dei diritti d'autore.
Vedete, quando abbiamo deciso di aprire MT, la Dani e io avevamo unicamente voglia di distrarci e di divertirci: a distanza di sette mesi, oggi possiamo dire con orgoglio che ce l'abbiamo fatta, e pure alla grande. Ce la spassiamo tutti i giorni fra scalette, riviste e acquisti dai nomi impronunciabili e dalla provenienza incerta ma che nel blog ci stanno divinamente e ci piace da matti mandare niusletter a mezzo mondo o riempire cesti di Natale virtuali . Di conseguenza, prese com'eravamo dalla foga del divertimento, non ci siamo accorte di quanto stava capitando intorno a noi: e cioè che, accanto ad uno stuolo di "nuovi amici sempre più amici" che si raggoglievano attorno a MT, si stava generando un gigantesco fraintendimento fra altri food blogger, specialmente fra quelli con cui non ci siamo mai presentati ufficialmente ma che, a quanto sembra, passano ripetutamente di qua.
Confessiamo che la cosa ci ha lasciato un po' stupite: tanto stupite che, a mano a mano che realizzavamo il fatto, cominciavamo a vedere il lato comico della cosa- a nostro parere, l'unico della vicenda- e non nego che ci sia stato un momento in cui ho temuto davvero di strozzarmi dalle risate - o di perdere la socia, per lo stesso motivo. Tuttavia, come sempre, la ragione ha preso il sopravvento ed allora, mentre cercavamo di riconquistare la nostra dignità bevendo un po' d'acqua e soffiandoci il naso, abbiamo pensato che non sarebbe stato giusto lasciarvi brancolare in questo errore e che fosse quindi doveroso un chiarimento, in forme ufficiali e per iscritto. E cioè che se spariamo cavolate a raffica su questo blog, in un crescendo di botte e risposte che prosegue nei commenti con i nostri amici, è solo perché, per mezz'ora al giorno, dismettiamo i panni seriosi e compiti a cui ci costringono i ruoli che ricopriamo nella vita reale e facciamo le deficienti, per un po'. E quindi, in altri termini, facciamo le sceme- e però, non lo siamo per niente...
GRANDE DIZIONARIO DI MENU' TURISTICO
ad usum delphini et squalorum
- che lipidine: the day after "che libidine"
- ecchediamine- ecchecaspita- eccheppalle: manifestazioni di contenuta contrarietà della Dani quando le si blocca la barra di spazio della tastiera d'antiquariato del suo pc. Esiste anche la variante ECCHEDIAMINE- ECCHECASPITA-ECCHEPPALLE, quando, oltre alla barra di spazio, si blocca pure il tasto della miuscola
- le ricette da porca figura: il più grande flop nella storia dell'editoria dei Paesi islamici
- proh dolor: nota marca di burro
- stupendissima: 300 e passa interventi su CI e ancora non sapete cosa sia???
- fool blog: MT
- bloggo: l'equivalente del blocco dello scrittore, applicato al food blogger. E' l'espressione che ricorre più frequentemente , fra quelle riportate qui sopra, oltretutto in una versione imbarbarita dall'uso e dall'abuso, "c'ho il bloggo". E' dovere degli estensori del Vocabolario recuperarne qui la forma originaria, "ho il bloggo", nel rispetto della correttezza filologica, della morfologia, della grammatica- ed anche dei membri della commissione che rilasciò ad entrambe le titolari di questo blog la licenza di seconda elementare
Alessandra