La prima volta che ci siamo trovati di fronte all'Americano solido è stata da Moreno Cedroni, nell'ormai lontano 2006. Come dire, siamo partiti dall'originale, oltre che dal gradino più alto, e vi anticipo subito, se mai ce ne fosse bisogno, che per quanti tentativi si sia fatto per riprodurlo, non ci siamo neanche lontanissimamente avvicinati a quello che era stata l'apertura di una delle cene più spettacolari e divertenti che ci si sia mai concessi, a quei livelli. Alla fine, abbiamo desistito, accontendandoci della sola parte solida (l'originale si basa su tre consistenze): capovolgendo Jame Morrison, se la paragoniamo ci deprime, ma se la consideriamo, ci esalta abbastanza.
Chi invece si esalta del tutto sono i nostri amici, quando se lo trovano davanti. Il che significa che che cominciamo già bene, con sguardi spiritati, gridolini di giubilo e tutto quanto fa gravi segni di squilibrio mentale. In più, la fregatura di questi cubetti è che sono come le ciliegie anzi, se possibile, anche peggio: perchè le ciliegie non ubriacano, mentre questi sì- e pure di brutto.
Avrei un'anedottica infinita su quello che è accaduto in casa nostra negli ultimi anni- da ospiti brasati sul divano ad altri dispersi nelle retrovie, per non parlare di ciò che è uscito dalle nostre bocche, nonostante le lingue ispessite, tanto che io e Giulio ci ripromettiamo ogni volta di non prepararlo più.
E invece, ci ricaschiamo sempre.
E sabato scorso non ha fatto eccezione
Col senno di poi, la nube vulcanica è stata provvidenziale, perchè non voglio pensare a quale sarebbe stato il livello del concerto il giorno dopo. Per carità, come mi facevano notare i miei amici, per stendere una russa ci vuol altro: però, vista la immonda degenerazione della serata, fidatevi, è stato meglio così.
La colpa, però, è stata anche della forma: di solito, lo facciamo solidificare in un contenitore lungo e basso, per cui quando lo si sforma, non ha nulla di fascinoso. Stavolta, invece, ne abbiamo usato uno rotondo, dai borsi un po' scanalati e così, una volta messo sul piatto, non abbiamo resistito e lo abbiamo presentato direttamente così
Nella mia idea, doveva essere un semplice divertissement: per quei disgraziati, invece, ha significato il via libera per magiarselo a fette, anzichè a cubetti.
Tempo un quarto d'ora, eravamo tutti allegri, dopo mezz'ora ridevamo come degli scemi e, dopo un'ora, non mi ricordo più. So solo che vedevo le parole che uscivano dalla mia bocca prima che riuscissi a riacchiapparle ed avevo immagini confuse di chi arraffava i bicchierini che sarebbero dovuti tornare in cucina, pieni fino all'orlo delle "briciole" della torta, chi veniva sorpreso con due cucchiaini e chi, non pago dell'indigestione, ne aggiungeva una cucchiaiata al piatto del dolce- e questo dopo averlo .... a sangue tutta la sera, perchè non c'era il ghiaccio.
In compenso, però, abbiamo avuto le bollicine: perchè le due disgraziate under 18- a cui l'Americano è stato ovviamente interdetto- vale a dire la creatura e la figlia n.2, hanno avuto la bella pensata di aprire il mega puff in camera della figlia, con conseguente fuori uscita di tutte le palline elettrostatiche, trascinandole per ogni angolo della casa, al grido di "c'è la neve!!! c'è la neve!!!"- e questo da sobrie.
La prossima volta, vado di brut. Lo giuro
Preparare un Americano con 200 g di Martini Rosso, 200 g di Bitter Campari e 100 ml di acqua. Ammollate 20 g di colla di pesce in acqua fredda e fatela sciogliere in poca acqua bollente, in una pentola capiente. Lasciar intiepidire e aggiungere l'Americano direttamente nella pentola, a poco a poco, mescolando con una frusta. Questo procedimento serve per evitare lo choc termico e la conseguente formazione di grumi. Mettete il cocktail in una vaschetta per alimenti, meglio se con i bordi bassi e lasciate in frigo per 24 ore. Servite tagliato a cubetti e guarnito con spicchi d'arancia.
Non rispondo di nulla
Ale
Non rispondo di nulla
Ale
SOLID AMERICANO(COCKTAIL)