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sabato 23 maggio 2020

TORTA AL RABARBARO CHE PIU' BUONA NON SI PUO'



Purtroppo, non ho "foto-della-fetta" perché quella di prova ce la siamo mangiata tutta e quella da fotografare è finita nel lunch box del marito che oggi lavora in ufficio e, a suo dire, sarei una gran maleducata a pretendere una fetta per il blog. 
Anche da qui si intuisce che sia la miglior torta al rabarbaro mai fatta finora, per cui è meglio che non mi perda in preamboli e scriva la ricetta, prima di dimenticarmela, more solito 

Importante: vista la grande quantità di rabarbaro, serve uno stampo largo e basso, perché la torta possa cuocere in modo uniforme. 24 cm è l'ideale, per queste dosi, meglio se a cerniera

130 g di burro morbido
200 g di zucchero
3 uova
200 g di farina
2 cucchiaini di lievito per dolci
700 g di rabarbaro, al netto degli scarti, tagliato a pezzettini
scorza d'arancia ed estratto di vaniglia per profumare
mandorle a lamelle e zucchero extra, per la superficie

Accendete il forno a 180°C, modalità statica
Con le fruste elettriche, montate il burro con lo zucchero fino a quando saranno gonfi e spumosi. Unite le uova uno alla volta, sempre montando, il lievito, la farina, gli aromi. In ultimo, aggiungete il rabarbaro. Non lavorate troppo l'impasto: appena gli ingredienti sono bene amalgamati fra loro, versate il tutto nello stampo, precedentemente imburrato e infarinato, e cuocete in forno già caldo per 35-45 minuti. Fate intiepidire nello stampo per una decina di minuti, poi sformate e servite. 

A dispetto della sua semplicità, è raffinatissima e non sfigura nemmeno in una cena comme-il-faut, specie se guarnita con qualche accessorio (una pallina di gelato alla vaniglia o alla fragola, una di sorbetto all'arancia o una crema inglese agrumata, tanto per fare i primi esempi che mi vengono in mente)

mercoledì 1 febbraio 2017

TORTA ALLIGATOR



Inutile che vi sforziate di cercarlo, perche' l'Alligator che da' il nome a questa torta era nel T9 del mio telefono, da qualche tempo girato sull'inglese, perche' mi aiuta -eccome- nell'ortografia. 
Fino a quando non passo all'italiano: mi aiuta anche li, sia chiaro, ma a fare figure di mierda. 
E cosi, quella che ieri su Fb e' stata presentata come la madre di tutti gli attentati alle diete, vale a dire la torta che vedete nella foto, e' stata descritta come "un quattro quarti al cacao ALLIGATOR con una tazzina di caffe'". 
Il resto e' tutto sulla mia bacheca e sia lode a Roberta e ad Elisa, grazie alle quali e' nata questa cerimonia di battesimo che si conclude nel blog, all'ufficio anagrafe. 
Ma bando alle ciance- ed ecco la ricetta

QUATTRO QUARTI AL CACAO
con caffe' e arancia


questa torta si presta benissimo ad essere farcita con una glassa a specchio, come quella che vedete in foto, o con una glassa montata al cioccolato: in questo caso, e' meglio farla a due strati, aumentando le dosi di un terzo. 
di seguito, metto tutto


per uno stampo da 20 cm (torta ad un solo strato)
175 di burro morbido
175 g di zucchero semolato
3 uova
1 tazzina di caffe'
la scorza e il succo di una arancia non trattata
175 g di farina
70 g di cacao amaro
1 cucchiaino colmo di lievito per dolci

per due stampi da 20 cm (torta a due strati)
225 di burro morbido
225 g di zucchero semolato
4 uova
1 tazzina di caffe', colma
la scorza e il succo di una arancia non trattata
225 g di farina
80 g di cacao amaro
2 cucchiaini  di lievito per dolci

Forno: 180 gradi, modalita' statica

Procedimento 
per la torta ad un solo strato

1. in un'ampia terrina, montate bene con le fruste elettriche burro e zucchero, fino a quando i granelli dello zucchero non si sentiranno piu' sotto le fruste (piu' o meno)
2. incorporate le uova, uno alla volta, sempre montando
3. aggiungete il caffe' e il succo e la scorza dell'arancia, montando a bassa velocita'
4. setacciate farina, cacao e lievito e uniteli al composto
5. amalgamate bene il tutto
6. versate il composto nello stampo, precedentemente imburrato e infarinato, battetelo leggermente sul piano di lavoro per livellarne la superficie ed eliminare eventuali bolle d'aria e infornare, dai 20 ai 30 minuti (dipende dai forni): l'importante 'e non cuocere troppo la torta. Alla prova-stecchino, lo stuzzicadenti dovra' risultare senza residui di impasto, ma umido.
7. Sfornare, lasciare intiepidire per una decina di minuti, poi sformare su una gratella e lasciar raffreddare completamente. 

per la torta a due strati
Seguire il procedimento precedente, dal punto 1 al punto 5
6. Suddividete il composto in due stampi, precedentemente imburrati e infarinati e procedete come descritto nella ricetta precedente. Di solito, nei normali forni domestici, due stampi del diametro di 20 cm ciascuno riescono a stare sullo stesso livello: quindi potete farli cuocere contemporaneamente, con la stessa distribuzione di calore. Se non fosse cosi, e' meglio fare due cotture separate: intanto sono brevi e il lievito e' poco. 

per le glasse

Glassa a specchio di Elisa Baker
(l'ho usata per la torta ad un piano ed e' quella che vedete in foto)

Si dovrebbe fare al microonde, ma io ho sciolto tutto a bagnomaria

90 g di cioccolato fondente di ottima qualita'
30 g di burro
2 cucchiai di glucosio

Fate sciogliere tutto per bene a bagnomaria, poi mescolate per amalgamare tutti gli ingredienti fra di loro. 

2 cucchiai di acqua calda

Aggiungete due cucchiai di acqua calda, incorporandoli alla glassa sempre mescolando. 

Mettete un foglio di carta da forno sul piano di lavoro e disponetevi sopra la griglia con la torta. 
Fate colare la glassa, lentamente, solo al centro della torta: vedrete che, poco alla volta, si allarghera' a coprirla tutta, in una distesa liscia, senza bisogno di spatolature. Solo alla fine, rifinite i bordi con una spatola. Potete raccogliere la glassa che e' colata sulla carta forno e farla di nuovo colare sulla torta- oppure metterla da parte per altre preparazioni, oppure mangiarvela col dito. Fate voi. 

Ganache alla panna acida (Nigella Lawson)

175 g di cioccolato fondente
75 g di burro

Fateli sciogliere a bagnomaria. Mescolate bene. 
Poi aggiungete, in questo ordine

1 cucchiaio di corn syrup ( il miele è perfetto come sostituto- o il golden syrup, se lo avete)
1 cucchiaio di estratto di vaniglia
125 g di panna acida

Mescolate bene, sempre sul fuoco, a calore molto moderato. Gli ingredienti devono sciogliersi in una massa omogena. 
In ultimo, incorporate

300 g di zucchero a velo 

Togliete la glassa dal fuoco e montatela con le fruste elettriche fino a completo raffreddamento. Dovrete ottenere un composto molto spumoso. 

Spalmatene 1/3 sulla superficie di una torta, sovrapponete la seconda e coprite tutto quanto con il resto della glassa, spatolandola bene anche sui lati. 

Tenete in frigo fino a mezz'ora prima di servire. 


mercoledì 25 maggio 2016

STREUSEL CAKE ALLE PERE


Una delle abitudini di qui che fatico ad assimilare riguarda gli standard della conversazione.
Si passa bruscamente dalla sublime differenza degli Inglesi, che ti chiedono come stai e poi si scandalizzano se gli rispondi, alla sconcertante invadenza dei Cinesi, per i quali "conversare" significa sapere, nell'ordine
1. quanti anni hai
2. che lavoro fai
3. quanto guadagni
4. quanto hai sul conto. 
I punti 1 e 2 appartengono alla categoria dei convenevoli, giusto per metterti a tuo agio. I punti 3 e 4 sono la sola cosa che interessi per davvero. 
Questo- sia chiaro- capita a tutti i livelli e in tutte le situazioni.
Mi fermano per strada per chiedermi dove ho comprato la borsa (la O'bag li fa impazzire) e, naturalmente, quanto l'ho pagata. L'ultima collezione di camicie tutte uguali della sottoscritta è stata oggetto di abbordaggi costanti, generali e spesso insospettabili, perché basta vedere un indizio di marca, fosse anche solo il bordo di un polsino, per accendere un improvviso interesse. E laddove noi siamo inclini a esprimere il nostro gradimento con un "che bel vestito! come stai bene!" , loro replicano puntuali con un "quanto costa?", senza tanti preliminari. 
Io resto agghiacciata, ogni volta.
Non tanto per l'età- che è cosa che mai mi ha infastidito- quanto proprio per il retaggio di una educazione bevuta nel latte e consolidata in ogni nano secondo della mia vita, per cui si può parlare di qualsiasi argomento- ma di denaro, no.
Metteteci anche che sono di Genova, città dove la faccenda è più delicata di altrove, e che per temperamento tanto sono incline a non soffermarmi sul tema, quanto sono pronta a mandare a quel paese chi lo fa: resta il fatto che ogni contatto con la popolazione locale mi tiene col fiato sospeso, dall'inizio alla fine.
E comunque, dopo un anno e mezzo di conversazioni, una strategia l'ho elaborata.
Se mi chiedono quanti anni ho, rispondo "fifty"- e glielo mimo pure.
Se mi chiedono quanti soldi ho, rispondo che è mio marito che lo sa.
E se mi chiedono se la camicia è di Burberry's o la scarpa è di Gucci o la borsa è di Hermès, rispondo di sì, automaticamente, anche se la camicia è a fiori, la scarpa è senza fibia e la borsa è di plastica forata coi manici in corda: intanto, è affar più loro che mio.
L'importante, è che non mi chiedano il peso....


E comunque, la domanda di oggi è un'altra- e cioè:
Si può essere affezionati ad un dolce, avendolo preparato una volta sola?
Sì, se questo dolce proviene dai forzieri dello Starbook ed è stato rifatto da un'amica cara, sensibile e speciale come Manuela. Alla quale mi legano sentimenti così profondi da far scattare subito il riserbo un po' selvatico che di solito chiude a doppia mandata la porta del privato, più ancora del conto in banca. Vi basti sapere che Manuela è una delle cuoche più brave che io abbia mai conosciuto, con in più una modestia senza pari. Inevitabile quindi che di fronte al suo invito a provare questa torta, che lei ha fatto per il Redone dello Starbook, non potessi restare con le mani in mano. 
Anche perché avevo ancora due pere che lottavano impavide contro il clima dell'Equatore. E bisognava assicurar loro una fine migliore che il secchio della rumenta.
Questa torta lo è stata- sepoltura compresa visto che giacciono in pace sotto uno degli streusel più golosi che abbia mai assaggiato.
E quindi, vi tocca. 


Rispetto all'originale ho fatto una modifica importante, nata tanto per cambiare dalla necessità (mi sono accorta all'ultimo che non avevo lo zucchero di canna chiaro e nemmeno le mandorle a lamelle) ma che per i miei gusti si è rivelata provvidenziale: ne è venuta guori una torta più "dark" non solo nel colore ma anche nel gusto, tant'è che sto meditando di far fare alle pere un bagnetto in qualche whisky serio, la prossima volta- e di aggiungere un po' di liquerizia allo Streusel. Ma queste son perversioni da prossime puntate (perché ci saranno-oh se ci saranno) e che lascio per altro a chi avrà voglia di condividere con me qualche esperimento in questo senso. 
Per ora, la ricetta originale, con le mie modifiche ai lati

PEAR AND ALMOND CAKE
WITH STREUSEL TOPPING 
da DELIA'S CAKES




per uno stampo da 20 cm di diametro 
110 g di farina autolievitante
50 g di burro morbido a tocchetti
50 g di zucchero di canna fine io dark bwown sugar
50 g di mandorle macinate (io come la Manu: non spellate)
1 uovo grande
poche gocce di essenza di mandorle (io come la Manu: cannella, e pure un po' abbondante, un cucchiaino raso)
1 pizzico di sale 
3 cucchiai di latte 
2 pere mature
per lo streusel
50 g di burro fuso
75 g di farina autolievitante
50 g di zucchero di canna (vedi sopra)
40 g di mandorle a lamelle mandorle tritate, con la buccia, direttamente nello streusel
zucchero a velo per spolverare (dimenticato pure quello- ma ne ho tre kg, a mia discolpa)

per la base
Setacciate due volte la farina in una ciotola capiente, poi unite tutti gli altri ingredienti, tranne le pere. Lavorateli bene con le fruste elettriche, fino ad ottenere un composto spumoso e bene amalgamato. Versatelo in uno stampo (meglio a cerniera,, anche se il mio non lo era) precedentemente imburrato e infarinato e coprite con le pere tagliate a fettine.
Per lo streusel, mescolate in una terrina la farina con lo zucchero, poi unite il burro fuso e amalgamate il tutto con una forchetta (io ho usato le mani). In ultimo, unite le mandorle a lamelle (io le mandorle tritate un po' grossolanamente) e distribuite il composto sulla torta, sopra le pere
Cuocete in forno caldo a 200°C modalità statica per circa 45 minuti*. Coprite la torta con un foglio d'alluminio dopo 20-25 minuti, se vi sembra colori troppo. Lasciatela raffreddare nello stampo per 20 minuti prima di sfornarla. Spolverate con lo zucchero a velo e servite. 
* nel mio forno, 190°C per 35 minuti.