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mercoledì 26 ottobre 2016

SPAGHETTI CACIO & PEPE PER IL THE RECIPE-TIONIST


E tre- e prima che si pensi allo strano demone che mi ha imporvvisamente posseduto, sgombriamo il campo dagli equivoci.
A Singapore cucino tanto quanto prima, anzi, forse di piu': qui non ho i pasti dell'ultimo minuto, preparati con quelle eccellenze dei prodotti freschi che trovavo a casa, per cui imbandire una tavola con salumi e formaggi era una festa. Non ho il pizzaiolo salva-vita, che di nuovo restituisce sorrisi e relax ad una giornata che si e' spenta in ufficio. Non ho il mercato orientale, non ho la LIDL, non ho nemmeno le orde di amici che mia figlia invitava al B&B Gennaro, con camera con vista, colazione on demand e spuntini notturni.
Pero', ho lo stesso marito di prima, con le stesse pretese di prima (vuole mangiare) e lo stesso palato di prima, associato allo stesso carattere di prima: per cui, se una cosa non gli piace, non solo me lo dice, ma ci ritorna pure su.
Come le pietanze della sera prima, che non gli sono piaciute.


Quindi, dicevo, a Singapore cucino, tutti i santi giorni.
Ricevo amici, partecipo a decine di corsi, sperimento, acquisto prodotti nuovi, li combino coi vecchi e via dicendo: esattamente come facevo in Italia.
La sola differenza e' che quello che cucino non finisce piu' su questo blog.
Perche', a dirla in breve, mi e' passata la voglia

titolo della composizione: giuro che l'avevo stirata!

Se in questi giorni mi e' ritornata, e' solo perche' il The Recipetionist di questo mese mi ha acceso la lampadina della nostalgia.
Delle amicizie, delle risate, della complicita', dei progetti condivisi, dei giorni che diventano notti e poi mattine, senza che si sia smesso un secondo di stordirci di chiacchiere e di tutte le cose belle che si combinano, quando si hanno vicine persone che ti fanno stare finalmente bene, con loro e con te.
E se questo star bene corre sul "senza filo" della rete, ecco che tutto assume un significato diverso.
Quel tanto che basta, a riportarmi qui.


Questi spaghetti Cacio e Pepe su crema di fave sono l'ultimo omaggio alla cucina di Mapi, che questo mese torna in auge, grazie al The Recipe-tionist. Sono anche l'esempio piu' classico della cucina di casa singaporiana, viste le quantita' industriali di formaggio che importiamo dall'Italia e che poi finisce ad ammuffire nel frigo. Lo stesso frigo decide poi il "twist", che sia una crema vegetale, come in questo caso,  o una spruzzata di "crispy bacon " o altre aggiunte a sentimento, tanto per variare un po' la solfa. L'economia domestica ci guadagna, il tempo speso ai fornelli e' poco, il marito mangia e tace e tanto mi basta, per finire il gloria la serata.
E se poi son ricette della Meripai, il gloria e' di quelli gregoriani, a mille voci.

SPAGHETTI CACIO E PEPE SU CREMA DI FAVE AL PECORINO
di Maria Pia Bruscia


Due cose, prima
1. non avendo fave, ho usato una busta di piselli surgelati che avevo in frigo, circa 200 g. Al posto della mentuccia ho messo la maggiorana e visto che alla fine la purea era troppo densa, l'ho allungata leggermente con un po' di latte. 
2. le foto sono di stamattina, assieme al de profundis per la cremosita' del piatto. Mio marito mi ha lasciato come unico soggetto da immortalare la forchettata che vedete nelle immagini e non c'e' stato modo di rianimare i miserevoli resti di una signora Cacio e Pepe. 

Tuttavia, il modo per rifarla c'e' ed e' quello che e' spiegato qui, dalla Mapi, come solo lei sa fare. 



E con questa ricetta partecipo al The Recipetionist di Ottobre 2016, del blog Cuocicucidici


sabato 1 agosto 2009

Spaghetti alla siracusana

spaghetti alla siracusana


In diretta dal feudo del marito, dall'orto anarchico, dalla nursery dei gatti ( abbiamo una gatta di dubbia moralità, anzi no, correggo: di indubbia amoralità. Però, non si è mai visto un topo, qui in giro....) e dal sottofondo musicale delle zampogne perché, udite udite, c'è il sole. E c'era anche ieri e mi sa che ci sarà anche domani.
Tutto perché non c'è la suocera, ovviamente. La quale giace malata a casa, sintonizzata su Menu Turistico per passare un po' il tempo e che certo apprenderà con infinito piacere che la sua adorata nuora se ne sta spaparanzata su una sdraio, a godersi questo inizio d'agosto meraviglioso- che erano anni, Carla, che non ce n'era uno così, chissà come mai, proprio quando non vieni...
Che poi, a ben guardare, "giacere" non è il termine esatto per mia suocera, anzi: nel suo vocabolario, penso che non esista proprio, così come neppure esistono i verbi "stancarsi, riposare, fermarsi un po'" e tutto quello che riguarda i ritmi di una vita normale. Lei è perennemente in movimento, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Non ho mai indagato in merito, ma se mi dicessero che nel biberon, al posto del latte, ci avevano messo l'equivalente commestibile delle Duracell, non avrei esitazioni a crederlo.
Io, invece, sono pigra. E non c'entra che faccia un sacco di cose: questo è dovuto al senso del dovere, da una parte, e dalla noia dietro l'angolo dall'altra, per cui alla fine mi ritrovo sempre con le agende piene e il fiato corto. Ma, per natura, se mi proponessero di stare sdraiata a leggere per tutto il giorno, con qualcuno che provvedesse alle mie funzioni fondamentali (sostanzialmente, portarmi da mangiare e da bere, ad un mio debole cenno), non muoverei nessuna obiezione.
Oggi, per esempio, sta andando "abbastanza così": nel senso che a parte cucinare, fare la spesa, riassettare la casa in tre minuti (un minuto a piano, se ci fossero i mondiali delle casalinghe sarei meglio della Pellegrini- E NON COMINCIAMO A GUARDARE SE C'E' POLVERE SOTTO I TAPPETI, per cortesia...), dicevo, a parte 'ste cose qua, non ho fatto assolutamente niente. Nada de nada, pacchia assoluta.
Ah, no, dimenticavo: ho raccolto le zucchine. Che, detta così, ha un che di romantico, da quadretti di vita campestre tardo vittoriana, con le donzelle in crinoline ed ombrellino, che si chinavano a raccogliere i prodotti dell'orto con fare leggiadro. Vista da vicino, invece, la scena è un tantino più inquietante, con gli stivaloni invece delle trine, il machete al posto dei coltellini del servizio buono e una specie di cerimonia degli addii fra chi resta e chi parte. Che, quando torna, è, a scelta, o tutto graffiato o tutto punto dagli insetti o ha sacrificato qualche capo di abbigliamento sul campo: l'ultimo luttuoso evento risale a non più di mezz'ora fa, quando il marito ha dovuto dire addio ai bermuda della gloriosa estate del 1980, che hanno rimediato un taglio a sette in puro stile vela al vento, dall'ultima battaglia con le zucchine. Che però, alla fine, hanno dovuto soccombere e ora sono di là, in cucina, simili a tanti zeppelin verdi, in attesa che mi venga qualche idea per prepararle. Ma siccome questa è la mattinata della pigrizia, anche le facoltà mentali sono "a dimora" e l'unica cosa che si è prodotta, al momento, sono questi spaghetti qui- che di campestre non hanno proprio nulla, ma sono buoni, profumati, estivi e sopratutto, si preparano con poca fatica...

SPAGHETTI ALLA SIRACUSANA


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per 4 persone
320 g di spaghetti- meglio se trafilati al bronzo ( devono fare l'ultimo passaggio in padella)

12 acciughe sotto sale
100 g di olive nere snocciolate
40 g di capperi dissalati
3 pomodori maturi
2 spicchi d'aglio
mezza cipolla rossa di Tropea ( o una piccola)
2 peperoncini freschi
olio EVO
sale

Mettere sul fuoco una padella capiente ( meglio se con i bordi alti, stile wok) con 3 cucchiai di olio EVO e l'aglio. Far insaporire l'olio a fuoco medio per qualche minuto, poi togliere gli spicchi e sciogliervi le acciughe, passate sotto l'acqua corrente perché perdano tutto il sale. Aggiungere i capperi e la cipolla tagliata a concassè. Far cuocere pochissimo, quel tanto che serve agli ingredienti per amalgamarsi fra loro e spegnere il fuoco.
Tagliare i pomodori a dadini e metterli in uno scolapasta, in modo che diano via l'acqua.
Mentre cuoce la pasta , accendere nuovamente la fiamma sotto il sugo, aggiungere i pomodori e le olive e farli saltare velocemente.
Scolate la pasta al dente, tenendo da parte due mestolini dell'acqua di cottura, e farla saltare nella padella con il sugo. l'acqua tenuta da parte vi servirà per legare meglio la pasta con il sugo, in questo passaggio. dovete comunque lavorare velocemente, perché il segreto di questo piatto sta nella cottura "appena scottata" degli ingredienti . In ultimo, spezzettate i peperoncini con le mai e servite.

Buon Appetito
Alessandra

martedì 26 maggio 2009

l' importante è comunicare- spaghetti alla bottarga con nocciole

spaghetti bottarga e nocciole (ingr)

Ora io mi chiedo: com'è che due che da anni hanno come sport preferito quello di rincorrersi nei vari traslochi e che chiacchierano senza ritegno ovunque e comunque e che per questo decidono di mettere su un blog di cucina insieme-perché sai che figata, così vicine, come essere nella stessa cucina, ci divertiremo un mondo... bene, dicevo, com'è che 'ste due, in barba alle porte confinanti e ai potenti mezzi di comunicazione (da FB al balcone) riescono a produrre, nello stesso giorno e alla stessa ora, la stessa ricetta????
e meno male che mi è venuto in mente di dare un'occhiatina preliminare, giusto per vedere se c'era qualcosa di nuovo: perché altrimenti sarei partita secca con la storia della bottarga, e dell'amica vacanziera e del segreto dello spaghetto svelato e chi glielo avrebbe spiegato, ai venticinque lettori della blogsfera, che siamo proprio così sul serio, mica lo facciamo apposta???



e però ora mi chiedo: cosa ne faccio di tutto 'sto ben di dio? e no, perché buttare la roba è un delitto, come avrebbe detto mia nonna, e buttare la roba da mangiare lo è ancora di più. E no nmi importa se è virtuale o meno: l'impegno ce l'abbiamo messo, ecchediamine., e quello era reale. E le foto, poi, per noi che il professionismo non abita qui, vuoi mettere che fatica, fra obiettivi mal chiusi, luci sbagliate , inquadrature sbilenche e quand'è che si mangia e quand'è che la finisci con 'sto blog???

Insomma, a farla breve, io la ricetta ve la metto lo stesso, con tanto di commenti e riflessioni a margine. e mentre ci pensate un po' su, vado ad attaccarmi al campanello della porta accanto, che non sia mai che domani ci venga un'altra botta di originalità...

SPAGHETTI ALLA BOTTARGA E NOCCIOLE


spaghetti bottarga e nocciole

per 4 persone
200 g di spaghetti integrali
50 g di nocciole
una cipolla piccola (meglio se rossa)
bottarga (la mia è quella di Favignana, va bene qualsiasi tipo, purché di ottima qualità)
succo e scorza di un limone
prezzemolo
olio EVO
sale



Mettere su l'acqua per la pasta

Tritare finemente la cipolla e farla appassire in tre cucchiai di olio EVO. da parte, in una cassaruola dal fondo spesso, far tostare le nocciole per qualche minuto, poi tritarle grossolanamente.
Lessare gli spaghetti molto al dente, scolarli, tenendo da parte due mestoli d'acqua e portarli a completa cottura nella padella dove si è fatta stufare la cipolla, aiutandosi con l'acqua tenuta da parte. Aggiungere le nocciole e mescolare bene; in ultimo, grattugiare abbondantemente la bottarga, aggiungere una grattugiata di scorza di limone e tanto prezzemolo.
Mescolare direttamente nella padella e impiattare, spruzzando qualche goccia di limone e aggiungendo un'ulteriore grattugiata di bottarga.
A me, l'idea di abbinare bottarga e nocciola piace tantissimo: il risultato, però, è così e così, nel senso che è un po' "piatto": ma se scopro la "x" no mi tiene più nessuno: cosa dite, mi aiutate???


Buona notte
alessandra