In diretta dal feudo del marito, dall'orto anarchico, dalla nursery dei gatti ( abbiamo una gatta di dubbia moralità, anzi no, correggo: di indubbia amoralità. Però, non si è mai visto un topo, qui in giro....) e dal sottofondo musicale delle zampogne perché, udite udite, c'è il sole. E c'era anche ieri e mi sa che ci sarà anche domani.
Tutto perché non c'è la suocera, ovviamente. La quale giace malata a casa, sintonizzata su Menu Turistico per passare un po' il tempo e che certo apprenderà con infinito piacere che la sua adorata nuora se ne sta spaparanzata su una sdraio, a godersi questo inizio d'agosto meraviglioso- che erano anni, Carla, che non ce n'era uno così, chissà come mai, proprio quando non vieni...
Che poi, a ben guardare, "giacere" non è il termine esatto per mia suocera, anzi: nel suo vocabolario, penso che non esista proprio, così come neppure esistono i verbi "stancarsi, riposare, fermarsi un po'" e tutto quello che riguarda i ritmi di una vita normale. Lei è perennemente in movimento, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Non ho mai indagato in merito, ma se mi dicessero che nel biberon, al posto del latte, ci avevano messo l'equivalente commestibile delle Duracell, non avrei esitazioni a crederlo.
Io, invece, sono pigra. E non c'entra che faccia un sacco di cose: questo è dovuto al senso del dovere, da una parte, e dalla noia dietro l'angolo dall'altra, per cui alla fine mi ritrovo sempre con le agende piene e il fiato corto. Ma, per natura, se mi proponessero di stare sdraiata a leggere per tutto il giorno, con qualcuno che provvedesse alle mie funzioni fondamentali (sostanzialmente, portarmi da mangiare e da bere, ad un mio debole cenno), non muoverei nessuna obiezione.
Oggi, per esempio, sta andando "abbastanza così": nel senso che a parte cucinare, fare la spesa, riassettare la casa in tre minuti (un minuto a piano, se ci fossero i mondiali delle casalinghe sarei meglio della Pellegrini- E NON COMINCIAMO A GUARDARE SE C'E' POLVERE SOTTO I TAPPETI, per cortesia...), dicevo, a parte 'ste cose qua, non ho fatto assolutamente niente. Nada de nada, pacchia assoluta.
Ah, no, dimenticavo: ho raccolto le zucchine. Che, detta così, ha un che di romantico, da quadretti di vita campestre tardo vittoriana, con le donzelle in crinoline ed ombrellino, che si chinavano a raccogliere i prodotti dell'orto con fare leggiadro. Vista da vicino, invece, la scena è un tantino più inquietante, con gli stivaloni invece delle trine, il machete al posto dei coltellini del servizio buono e una specie di cerimonia degli addii fra chi resta e chi parte. Che, quando torna, è, a scelta, o tutto graffiato o tutto punto dagli insetti o ha sacrificato qualche capo di abbigliamento sul campo: l'ultimo luttuoso evento risale a non più di mezz'ora fa, quando il marito ha dovuto dire addio ai bermuda della gloriosa estate del 1980, che hanno rimediato un taglio a sette in puro stile vela al vento, dall'ultima battaglia con le zucchine. Che però, alla fine, hanno dovuto soccombere e ora sono di là, in cucina, simili a tanti zeppelin verdi, in attesa che mi venga qualche idea per prepararle. Ma siccome questa è la mattinata della pigrizia, anche le facoltà mentali sono "a dimora" e l'unica cosa che si è prodotta, al momento, sono questi spaghetti qui- che di campestre non hanno proprio nulla, ma sono buoni, profumati, estivi e sopratutto, si preparano con poca fatica...
SPAGHETTI ALLA SIRACUSANA
per 4 persone
320 g di spaghetti- meglio se trafilati al bronzo ( devono fare l'ultimo passaggio in padella)
12 acciughe sotto sale
100 g di olive nere snocciolate
40 g di capperi dissalati
3 pomodori maturi
2 spicchi d'aglio
mezza cipolla rossa di Tropea ( o una piccola)
2 peperoncini freschi
olio EVO
sale
Mettere sul fuoco una padella capiente ( meglio se con i bordi alti, stile wok) con 3 cucchiai di olio EVO e l'aglio. Far insaporire l'olio a fuoco medio per qualche minuto, poi togliere gli spicchi e sciogliervi le acciughe, passate sotto l'acqua corrente perché perdano tutto il sale. Aggiungere i capperi e la cipolla tagliata a concassè. Far cuocere pochissimo, quel tanto che serve agli ingredienti per amalgamarsi fra loro e spegnere il fuoco.
Tagliare i pomodori a dadini e metterli in uno scolapasta, in modo che diano via l'acqua.
Mentre cuoce la pasta , accendere nuovamente la fiamma sotto il sugo, aggiungere i pomodori e le olive e farli saltare velocemente.
Scolate la pasta al dente, tenendo da parte due mestolini dell'acqua di cottura, e farla saltare nella padella con il sugo. l'acqua tenuta da parte vi servirà per legare meglio la pasta con il sugo, in questo passaggio. dovete comunque lavorare velocemente, perché il segreto di questo piatto sta nella cottura "appena scottata" degli ingredienti . In ultimo, spezzettate i peperoncini con le mai e servite.
Mentre cuoce la pasta , accendere nuovamente la fiamma sotto il sugo, aggiungere i pomodori e le olive e farli saltare velocemente.
Scolate la pasta al dente, tenendo da parte due mestolini dell'acqua di cottura, e farla saltare nella padella con il sugo. l'acqua tenuta da parte vi servirà per legare meglio la pasta con il sugo, in questo passaggio. dovete comunque lavorare velocemente, perché il segreto di questo piatto sta nella cottura "appena scottata" degli ingredienti . In ultimo, spezzettate i peperoncini con le mai e servite.
Buon Appetito
Alessandra
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