lunedì 16 maggio 2016

MASALA CHAI BITTERSWEET CHOCOLATE AND PEAR TART



Ho perso il conto, delle ricette arretrate che ho.
Conto e dosi e tappe del procedimento, perché essendo una che cucina ad minchiam a sentimento da una volta all'altra dimentico quello che faccio. 
E mi dispiace, non sapete quanto: perché ogni tanto qualcosa la azzecco.
Come questa torta, per esempio, che, pur facendo parte dell'ultimissima produzione singaporiana e avendo quindi un biglietto da ultima fila, passa di diritto davanti a tutti. 
Prima che mi dimentichi cosa diamine ci ho messo dentro e come cavolo ho fatto a farla stare insieme.
Piccola precisazione: SENZA QUESTO FONT  cioè senza questi caratteri non scrivo. Mi spiace se qualcuno non riesce a leggere il blog, ma l'unico risultato che ho ottenuto nel tentativo di accontentarvi è che non ho più scritto una riga.
Con buona pace delle mie ricette, dei miei appunti e di quella parte di me che avrebbe anche bisogno di uno spazio tutto suo, dove poter scrivere in santa pace quello che vuole e con il carattere che vuole.
Quindi, o vi rassegnate a leggere da uno schermo che non sia quello del cellulare   o niente.
Con voi resto amica lo stesso. 





Prendete una teglia di muffins che non sono venuti, potrebbe essere l'incipit più adatto. 
Perchè in effetti è così che è andata: ho sfornato i muffins più "gnucchi" del pianeta, assecondando la fase salutista della Nigella allo Starbooks- e sono rimasta con la miscela più profumata del pianeta, che è quella del Masala Chai.
Vale a dire un mix di cardamomo, anice stellato, cannella, pepe nero, chiodi di garofano, semi di finocchio e altre meraviglie che mi faccio macinare al Tekka Market ogni volta che passo di lì (leggasi tutti i giorni visto che ho fatto penare l'agente immobiliare per trovare una casa in stile no-expat e in zona no-expat e quindi abito a tre minuti a piedi da Little India) e che vanno aggiunte al té nero. 
Masala infatti è il nome generico con cui gli Indiani indicano le miscele di spezie (quelle che noi, impropriamente, chiamiamo Curry) e Chai è il termine indiano per indicare il té.
Quindi, quando leggete sui nostri blog "quanto mi piace il té chai" siete di fronte ad una ripetizione, oltretutto priva di senso: è come dire "quanto mi piace il té-té", insomma. 
Il che, sia chiaro, è nel pieno della vostra libertà di espressione.
Esattamente come libere sono le espressioni che si dipingono sul volto dei negozianti indiani, di fronte a simili sparate.
E comunque: il Masala Chai ha il latte. 
Acqua, miscela di té e spezie di cui sopra- e un'aggiunta di latte, per riequilibrare il tutto.
Ma non è il Chai Latte.
Quest'ultimo è una felice trovata Starbuksiana (dello Starbuck's, quello vero), che ha declinato in chiava indiana il nostro loro "caffé- latte" mettendo le spezie (senza il té) in un bel bicchiere di latte caldo. 
Questo l'ho imparato sul campo, dopo essere stata oggetto delle espressione da "che-cavolo-stai-dicendo-willy" di cui sopra. Perché gli Indiani, da Starbuck's non ci vanno. Oppure, se ci vanno, non son così cretini da ordinare il Chai Latte. 
La cretina, semmai, sono io che me lo faccio a colazione tutte le mattine- ma si sa, che il fatto in casa sdogana qualsiasi perversione. E comunque, è  buono da paura. 



E comunque questa torta, dicevamo. 
Avevo la miscela- e mi era stato commissionato dal marito un dolce che celebrasse degnamente l'invito a cena di un ospite sampdoriano. 
Perché le latitudini cambiano- ma gli sfottò restano. 
E se prendi tre goal nel derby, tre "pere" prima o poi te le aspetti.
E quindi, le ho messe nel dolce. 
Pera chiama cioccolato, cioccolato chiama spezie
Il Masala Chai chiamava me- ed ecco il risultato...

per la frolla al cacao
una qualsiasi base di frolla da crostata, che possa reggere bene una cottura interamente in bianco, aromatizzata con cannella. 
Io mi trovo bene con questa
240 g di farina debole
60 g di cacao 
220 g di burro a dadini, freddo di frigorifero (4°C)
1 uovo grande intero
120 g di zucchero semolato, bianco
un cucchiaino di cannella in polvere
mezzo cucchiaino di sale
Setacciate la farina con il sale sulla spianatoia e unite il burro freddo a dadini. Amalgamatelo con la punta delle dita fino ad ottenere un impasto sabbioso (qui dicono "simile a tanti cornflakes" per indicare la grandezza delle briciole). A questo punto unite tutti gli altri ingredienti (mi raccomando: setacciate il cacao!) e impastate velocemente con il palmo delle mani. Appena l'impasto si sarà compattato, dategli la forma di una palla, avvolgetelo in pellicola trasparente e fate riposare in frigo per una mezz'ora. 
Imburrate e infarinate uno stampo a cerniera del diametro di 24-26 cm e rivestitelo con la frolla al cacao. 
Mettete in freezer, coperto con pellicola, da un minimo di mezz'ora a un massimo di quanto volete. 
Per la cottura in bianco:
1. accendete il forno a 180°C mod. statica
2. rivestite il fondo del guscio di frolla con carta da forno 
3. copritelo con fagioli secchi: mettetene tanti perché il loro scopo è quello di impedire che la frolla si sformi in cottura:il loro peso deve fare da contrasto, insomma. 
4. infornate per 15-18 minuti: poi eliminate carta da forno e fagioli (trattasi di operazione delicatissima, perché la frolla si sbriciola. usate due guanti da forno- e due mani- per maneggiare lo stampo e tenete pronta una gratella vicino al forno. In altre parole, non fate come me che di solito a. uso una mano sola -b. uso il primo strofinaccio che trovo c. balzello per tutta la cucina alla ricerca di un piano d'appoggio stramaledicendo me, le frolle tutte e chi mi ha fatto così cretina)
5. proseguite la cottura per altri 5 minuti. trattandosi di frolla al cacao, non ha senso usare come indicatore di cottura la doratura dell'impasto. Osservate semmai i bordi dello stampo: se la frolla inizia a staccarsi, ci siamo
6. Attenti a non farla cuocere troppo, perché la frolla "croccante" è cosa disdicevole per le orecchie ed il palato. 

Per le pere al rum e cardamomo
3 pere (da voi andrebbero bene le Williams che però sono più grosse... calcolcate all'incirca un tre etti di polpa)
50 g di burro
2 cucchiai di dark brown sugar (zucchero di canna, se non lo trovate, il più scuro che vi riesce di recuperare. NON il Muscovado, però, che è troppo "dark")
un bicchierino di rum
i semi di due bacche di cardamomo
un pizzico di sale

Da preparare mentre cuoce il guscio
Mondate le pere, sbucciatele, eliminate torsolo e picciolo e tagliatele a fette non troppo sottili, il più regolari possibile. 
Sciogliete il burro in padella, fino a farlo diventare quasi nocciola: aggiungete poi lo zucchero e mescolate, a fiamma bassa, per circa un minuto: non dovrebbe caramellare, ma solo sciogliersi un pochino. Aggiungete poi le pere, mescolate bene in modo che lo zucchero le avvolga completamente e sfumate con il rum.
Aggiungete il sale e il cardamomo, mescolate, mettete il coperchio e fate cuocere a fuoco dolce per pochi minuti: cercate di non perderle d'occhio, perchè lo sciroppo di zucchero deve rapprendersi intorno alle fette, senza caramellare. Appena le pere saranno morbide, scolatele un po' dal liquido di cottura e sistematele in un solo strato sul fondo del guscio, raffreddato. 
Lasciate raffreddare completamente, prima di coprire con la
Masala  Bittersweet Chocolate Ganache
150 g di cioccolato al 70% di cacao
50 g di cioccolato all'80% di cacao
1- 2 cucchiai di zucchero a velo
1 cucchiaino colmo di Masala  (potete prepararlo in casa: il mio ha cardamomo in dosi massicce, seguito poi da anice stellato, cannella, chiodi di garofano, semi di finocchio e zenzero in polvere. Macinateli finissimi, mi raccomando!)
100 ml di panna



Scaldate la panna e portatela quasi ad ebollizione. Spegnete il fuoco, unite il Masala, coprite e lasciate in infusione per 10 minuti. Non c'è bisogno di filtrare, perché la miscela di solito è polverizzata: se non lo fosse, passate al colino.
Sciogliete il cioccolato con lo zucchero a bagno maria. 
Rimettete la panna sul fuoco, sempre senza mai farla bollire e versatela sul cioccolato fuso. Mescolate benissimo con una frusta, fino ad ottenere una crema densa e liscia. Versatela subito sulle pere livellate con una spatola e tenete in frigo fino al momento di servire.
Le foto della fetta arrivano: devo solo aspettare il nanosecondo sospeso fra il momento in cui va via il sole equatoriale e inizia il diluvio. Ma non disperate, che ce la si fa :-)
Eccola qui!  E buon appetito!




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