venerdì 5 giugno 2009

le 7 domande (Sabri' te possino!!!!) e i Lime Meltaways



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Giusto per mandare a ramengo il Premio Simpatia, la Maddalena di Proust mi ha caldamente invitato a descrivermi, in sette punti che dovrebbero esprimere al meglio il mio carattere. Considerato lo spessore dell'argomento, ho prodotto anche una versione Bignami, in sette righe (tre e mezzo, se non andate a capo), a fondo pagina. Per chi invece proprio non può fare a meno di conoscermi meglio, che si metta comodo e allacci le cinture...

1. sono veloce. Quello che per gli altri è un "tempo ragionevole" per me è un tempo biblico, un'era geologica, una roba da far venire il latte alle ginocchia. Non la ritengo una gran fortuna, sia chiaro, perché è una condanna alla solitudine e all'incomprensione reciproca, e neppure so da cosa dipenda e perché proprio a me, sed fieri sentio et excrucior, savasandir....

2. ho la noia facile. Il punto 1 è in parte responsabile di questa tendenza ad annoiarmi di tutto e di tutti, che l'età ha solo smussato nella forma, ma non nella sostanza: oggi sbuffo metaforicamente, ma sbuffo comunque. Ho bisogno di stimoli continui, di curiosità da soddisfare, di nuove cose da fare. Parto con grandi entusiasmi - e grandi investimenti ,di ogni tipo- che vedo scemare via via, sommersi dalla calma piatta di un tran tran che se per altri è gratificante, per me è letale.

3. se non sono ironica, pungente, sarcastica, sono la tipa da "cinque minuti": quando mi prendono, vomito addosso al malcapitato di turno qualsiasi cosa mi passi per la testa- e più colorite e iperboliche sono, meglio è. Chi mi conosce bene, si arma di orologio e aspetta che passino; chi mi conosce meglio, usa anche il taccuino, dove segnarsi le più belle ( ultimamente, sono nella fase escatologica, prometto pene infernali a tutti); chi non mi conosce, mi evita. Se non ho i "cinque minuti", sono ironica, pungente e sarcastica. In ordine crescente, a seconda dell'umore, dal calmo al furioso. In quest'ultimo caso, mi evitano tutti.

4. sono disordinata. ho una sorella che è l'incarnazione dell'idea platonica di "mastrolindo" , il che mi fa supporre che si sia inceppato qualcosa nella catena della distribuzione delle doti, quando è toccato il nostro turno. Io, proprio, nun ce a fo': son come quel personaggio dei Peanuts con la polvere tutto intorno, con la differenza che intorno a me c'è il caos più assoluto. Naturalmente, se me lo fate notare, mi inalbero subito e attacco con una serie di recriminazioni cosmiche, con picchi di veterofemminismo (e perché io sto a far niente tutto il giorno vero? qui lavori solo tu, vero?) al romanzo d'appendice (perché ho la schiena a pezzi e nessuno mi aiuta), passando per speculazioni filosofiche (che poi, bisogna intendersi sul CHE COS'E' l'ordine e CHE COS'E' il disordine) e fisiche ( tutto è relativo), ma la sostanza,ahimè, non cambia: sono disordinata, e pure tanto.

5. rivendico, sempre e comunque, il diritto al mio punto di vista. Questo lo so da cosa dipende e ne sono fiera: l'antenato più illustre della mia famiglia è l'inventore della prospettiva e da lì in poi è stata tutta una storia esemplare, di persone illuminate, coraggiose e rompiscatole, che hanno sempre detto quello che pensavano, alla faccia del lathe biosas e di orticelli privati e lecchinaggi pubblici. Io son più rompiscatole che illuminata, perché il DNA si è un po' sbiadito nei secoli, ma resto comunque convinta dell'inalienabilità di questo diritto, che cerco di esercitare quando posso e più che posso. E se va male, mi apro un blog

6. sono diretta. Avendo ormai oltrepassato da un po' il "mezzo del cammin di nostra vita" (a cui, per non sapere nè parlare nè tacere, ho aggiunto un prolungamento sulla fiducia, vista la lista di cose da fare), non ho più tempo da perdere in salamelecchi, manfrine, frasi fatti, meandri della diplomazia e arrampicature sugli specchi. Prima si va al sodo, e poi si discute. E mai viceversa.

7. Al settimo c'è la connotazione più forte, l'imprinting indelebile, il marchio di fabbrica a cui dò tempo tre minuti per venire fuori sempre, in qualsiasi situazione- e cioè il senso della giustiza, declinato nelle forme del "dura lex sed lex" per quanto riguarda me e della difesa ad oltranza, fino a scadere nel più grottesco dei donchisciottismi, per quanto riguarda gli altri. Est modus in rebus, dicevano gli antichi, e difatti ci sto lavorando da un po', per riequilibrare i piatti della bilancia, introducendo magari il "peso" dell'utile. Ma chi mi conosce sa che questo è il mio fardello, che negli anni si è riempito di cause perse e di cause vere, di delusioni cocenti, di battaglie estenuanti, di delusioni e sacrifici e soddisfazioni che, alla fine,mi hanno portata alla "scelta della vita", infinitamente più rischiosa e più esposta della tranquillità del lavoro di prima, che però ha chiuso il cerchio, sigillandolo con una coerenza che, se appesantisce le mie giornate, alleggerisce le mie notti, consegnandomi ogni volta a sonni tranquilli. Il che, a pensarci bene, non è poco...


E ora vai di ricetta con 'sta bomba della Martha Stewart, very easy, very delicious, very trendy, very "for summer" e chi più ne ha più ne metta...

Lime Meltaways (martha stewarth)
 
 
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170 g di burro morbido
210 di zucchero a velo
2 lime ( solo la scorza grattugiata)
2 cucchiaini di succo di lime
1 cucchiaino di essenza di vaniglia: io ci ho messo un misurino di rum bianco- e secondo me fa la differenza
200 g di farina 00
60 g di fecola
sale

Montare il burro morbido con 1/3 dello zucchero ; aggiungere le scorze dei lime, il succo e il rum o la vaniglia. Setacciare le farine con il sale, aggiungerle al composto di burro, amalgamare bene.
Sulla spianatoia, spolverizzata di farina, lavorare velocemente la pasta con le mani e formare dei salsicciotti, del diametro di 4 cm al max: avvolgerli nella stagnola e metterli a riposare in frigo epr un'oretta.
Accendere il forno modalità statica a 160 gradi
con un coltello affilato, tagliare dai salsicciotti tante rondelle, dello spessore di mezzo cm e disporli su una teglia da biscotti rivestita di carta da forno. Infornare per 12 minuti: devono essere ancora chiari e friabili, quando li sfornate. Lasciateli raffreddare bene, poi metteteli in un sacchetto per alimenti con il resto dello zucchero a velo, scuotete bene facendo attenzione a non romperli, però, e servite.
si conservano fino a due settimane in una scatola di latta.
Buona giornata
alessandra
punto 8. tiro pacchi ( questo per quelli che si aspettavano il bignami a fondo pagina..)

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