Tanto per collegarmi all'ultimo post e a quello che dicevo sul mio essere veloce, io ho saltato la prima elementare. Ho frequentato solo le ultime settimane, quel tanto che bastava alla maestra per verificare se potevo fare questo salto, e quel tanto che bastava a me per capire che l'unico modo per sopravvivere, lì dentro, sarebbe stato quello di sovvertire qualche ordine. Naturalmente, ho cominciato dalla regola più atavica, più manifesta e più perbenistica di quel mondo, che voleva i bambini e le bambine rigorosamente divisi- di file, di banchi, di grembiule e di fiocco- e al terzo giorno di scuola ho sfrattato il compagno più mite dal suo posto e mi ci son messa io.
Ci sono rimasta fino alla fine della quinta, con a fianco una compagna squinternata e impavida, convincendomi di giorno in giorno che, pur non trovandomi particolarmente bene con i"maschi", avrei accettato qualunque cosa- dagli aeroplanini di carta ai "celo celo mamanca" delle figurine- pur di non avere nulla a che spartire con le "femmine". Crescendo, il confine si è fatto più netto, assumendo le dimensioni di una vera e propria trincea nell'adolescenza, quando i "maschi" erano stati promossi al ruolo di "ragazzi" e le "femmine" declassate a tutto quanto fa vecchia fattoria, con particolare propensione per oche, galline e gatte morte.
Ho scoperto le "donne" dopo i trent'anni - ed è stato un colpo di fulmine rintronante, coinvolgente, emozionante, intriso di incredulità e di meraviglia, di affinità profonde e di sintonie immediate, di ammirazione e rispetto e orgoglio di appartenenza ad un genere che, per tutto quel tempo, avevo sempre tenuto ad altezzosa distanza.
Da allora, ho un elenco lunghissimo di amicizie femminili, che danno sostanza alla mia vita, con cui chiacchiero, rifletto, mi confido, do e ricevo sostegno, affetto ,comprensione, e, con cui, soprattutto, rido. Se mai mi avessero detto che mi sarei divertita così tanto con le donne, io che se non c'erano ragazzi in giro tanto valeva starsene a casa, non ci avrei creduto: e invece, lo constato di continuo, quando mi attacco al telefono, quando prendo l'aperitivo, quando ritaglio il tempo per un caffè lungo e, ultimamente, quando sono in ufficio. Perché in ufficio c'è la Paola- che per il resto del mondo è la mia segretaria, mentre per me è la prova tangibile che, le rare volte in cui la vita decide di sorridermi, lo fa in tutto lo splendore dei suoi trentadue denti: è la conferma, se mai ce ne fosse bisogno,che il segreto di un ufficio che funziona e di un armadio senza arretrati passa anche attraverso un collaboratore intelligente e capace, per di più sintonizzato sulle tue stesse bande- dal peso della coerenza alla leggerezza del buon senso.
Siccome ci si vede tutti i giorni, è il quotidiano a tenere banco, in un variabile pout pourri dove trova posto tutto, dalla salute dei figli alla prova costume, passando per i colloqui con le insegnanti, i libri da leggere, i viaggi da fare. E, da un mese a questa parte, il blog.
Non c'è pausa caffè che non ci veda inchiodate al monitor del pc, a commentare le foto, a studiare la grafica, a correggere gli errori di battitura e a rispondere ai commenti, in barba a occhi che lacrimano e a dita che avrebbero bisogno di riposarsi un po'. E a cercare ricette nuove, ovviamente, come quella che vedete qui stasera: che è la rielaborazione in chiave casareccia di un primo da lei assaggiato in una trattoria della riviera, spiegatomi il giorno dopo più o meno così:
" Ho mangiato degli gnocchetti con moscardini e melanzane che erano la fine del mondo. Nel blog ci starebbero benissimo"
"ok, dai, li provo e semmai li posto: moscardini e melanzane, hai detto?"
"no, aspetta, che bisogna esser precisi, che se la pubblichi... dunque, moscardini, melanzane e pomodori, quello c'erano di sicuro, perché poi mi è venuto l'eritema dietro le orecchie... e anche del basilico, che mi prudevano le dita... e dell'aglio, sicuro, perché mi è venuta una sete che ho bevuto tutto il giorno...."
E di fronte alla mia espressione incredula, ha spiegato compita, che lei è dotata di sensori, per cui a seconda della reazione di ciascuna parte del corpo, riesce ad individuare gli ingredienti di un piatto. A prescindere dalla reazione del mio unico sensore- che è quello della ridarola, che si è prontamente attivato, con tanto di contorsioni muscolari e lacrimazione, quando si è arrivati al sensore del peperoncino- riconosco pubblicamente che la teoria ha un fondamento, perché quello che ne è uscito è un piatto fantastico, che ha pure attivato il reattore dell'approvazione del marito- il che, come sapete, per noi è un mezzo miracolo...
per 4 persone
240 g di orecchiette secche ( la ricetta originale prevede gli gnocchetti di patate, ma non avevo nè tempo nè voglia di prepararli)
2 melanzane lunghe
2 moscardini di media grandezza ( circa mezzo chilo)
4 pomodori san marzano maturi
vino bianco secco
brodo di pesce
olio extravergine d'oliva
aglio, 2 spicchi
1 peperoncino
qualche foglia di basilico
sale
Pulire bene i moscardini, tagliarli a tocchetti piccoli e metterli a cuocere in una padella, con 4 cucchiai di olio e due spicchi d'aglio, prima facendoli insaporire a fiamma vivace e a recipiente scoperto, mescolando spesso, poi bagnandoli con una spruzzata di vino bianco e, una volta evaporato, portando a cottura a recipiente coperto e a fuoco basso, aiutandosi con del brodo di pesce. Aggiustare di sale. Quando sono teneri, son pronti. Tagliare le melanzane a tocchetti e, quando i moscardini cominciano ad ammorbidirsi, versarle nella padella e, a fiamma media, mescolarle con i moscardini, facendo legare bene il sugo. Dopo qualche minuto, aggiungere i pomodori tagliati a tocchetti e privati dei semi (potete anche sbollentarli qualche minuto per togliere la pelle, se preferite), salare, aggiungere il peperoncino spezzettato, far cuocere ancora pochi minuti e spegnere la fiamma. Lasciari riposare il sugo a recipiente coperto per una decina di minuti. Nel frattempo cuocere le orecchiette, scolarle quando sono cotte e farle saltare nella padella con il sugo, fino a quando si saranno ben legate. Cospargere con foglie di basilico stracciate con le mani e servire subito.
Il punto di forza è la cottura delle verdure, che devono essere appena appena cotte: il motivo per cui non ho fatto la sbollentatura previa dei pomodori è proprio perché in questo modo avrebbero perso la croccantezza. Invece, così, si avverte bene il contrasto fra il tenero dei moscardini e il croccante delle verdure. E' un piatto di mare, estivo, fresco, colorato, facile e veloce da preparare: cosa volete di più????
Buon appetito
alessandra
Ci sono rimasta fino alla fine della quinta, con a fianco una compagna squinternata e impavida, convincendomi di giorno in giorno che, pur non trovandomi particolarmente bene con i"maschi", avrei accettato qualunque cosa- dagli aeroplanini di carta ai "celo celo mamanca" delle figurine- pur di non avere nulla a che spartire con le "femmine". Crescendo, il confine si è fatto più netto, assumendo le dimensioni di una vera e propria trincea nell'adolescenza, quando i "maschi" erano stati promossi al ruolo di "ragazzi" e le "femmine" declassate a tutto quanto fa vecchia fattoria, con particolare propensione per oche, galline e gatte morte.
Ho scoperto le "donne" dopo i trent'anni - ed è stato un colpo di fulmine rintronante, coinvolgente, emozionante, intriso di incredulità e di meraviglia, di affinità profonde e di sintonie immediate, di ammirazione e rispetto e orgoglio di appartenenza ad un genere che, per tutto quel tempo, avevo sempre tenuto ad altezzosa distanza.
Da allora, ho un elenco lunghissimo di amicizie femminili, che danno sostanza alla mia vita, con cui chiacchiero, rifletto, mi confido, do e ricevo sostegno, affetto ,comprensione, e, con cui, soprattutto, rido. Se mai mi avessero detto che mi sarei divertita così tanto con le donne, io che se non c'erano ragazzi in giro tanto valeva starsene a casa, non ci avrei creduto: e invece, lo constato di continuo, quando mi attacco al telefono, quando prendo l'aperitivo, quando ritaglio il tempo per un caffè lungo e, ultimamente, quando sono in ufficio. Perché in ufficio c'è la Paola- che per il resto del mondo è la mia segretaria, mentre per me è la prova tangibile che, le rare volte in cui la vita decide di sorridermi, lo fa in tutto lo splendore dei suoi trentadue denti: è la conferma, se mai ce ne fosse bisogno,che il segreto di un ufficio che funziona e di un armadio senza arretrati passa anche attraverso un collaboratore intelligente e capace, per di più sintonizzato sulle tue stesse bande- dal peso della coerenza alla leggerezza del buon senso.
Siccome ci si vede tutti i giorni, è il quotidiano a tenere banco, in un variabile pout pourri dove trova posto tutto, dalla salute dei figli alla prova costume, passando per i colloqui con le insegnanti, i libri da leggere, i viaggi da fare. E, da un mese a questa parte, il blog.
Non c'è pausa caffè che non ci veda inchiodate al monitor del pc, a commentare le foto, a studiare la grafica, a correggere gli errori di battitura e a rispondere ai commenti, in barba a occhi che lacrimano e a dita che avrebbero bisogno di riposarsi un po'. E a cercare ricette nuove, ovviamente, come quella che vedete qui stasera: che è la rielaborazione in chiave casareccia di un primo da lei assaggiato in una trattoria della riviera, spiegatomi il giorno dopo più o meno così:
" Ho mangiato degli gnocchetti con moscardini e melanzane che erano la fine del mondo. Nel blog ci starebbero benissimo"
"ok, dai, li provo e semmai li posto: moscardini e melanzane, hai detto?"
"no, aspetta, che bisogna esser precisi, che se la pubblichi... dunque, moscardini, melanzane e pomodori, quello c'erano di sicuro, perché poi mi è venuto l'eritema dietro le orecchie... e anche del basilico, che mi prudevano le dita... e dell'aglio, sicuro, perché mi è venuta una sete che ho bevuto tutto il giorno...."
E di fronte alla mia espressione incredula, ha spiegato compita, che lei è dotata di sensori, per cui a seconda della reazione di ciascuna parte del corpo, riesce ad individuare gli ingredienti di un piatto. A prescindere dalla reazione del mio unico sensore- che è quello della ridarola, che si è prontamente attivato, con tanto di contorsioni muscolari e lacrimazione, quando si è arrivati al sensore del peperoncino- riconosco pubblicamente che la teoria ha un fondamento, perché quello che ne è uscito è un piatto fantastico, che ha pure attivato il reattore dell'approvazione del marito- il che, come sapete, per noi è un mezzo miracolo...
ORECCHIETTE AI MOSCARDINI E ALLA MELANZANA
per 4 persone
240 g di orecchiette secche ( la ricetta originale prevede gli gnocchetti di patate, ma non avevo nè tempo nè voglia di prepararli)
2 melanzane lunghe
2 moscardini di media grandezza ( circa mezzo chilo)
4 pomodori san marzano maturi
vino bianco secco
brodo di pesce
olio extravergine d'oliva
aglio, 2 spicchi
1 peperoncino
qualche foglia di basilico
sale
Pulire bene i moscardini, tagliarli a tocchetti piccoli e metterli a cuocere in una padella, con 4 cucchiai di olio e due spicchi d'aglio, prima facendoli insaporire a fiamma vivace e a recipiente scoperto, mescolando spesso, poi bagnandoli con una spruzzata di vino bianco e, una volta evaporato, portando a cottura a recipiente coperto e a fuoco basso, aiutandosi con del brodo di pesce. Aggiustare di sale. Quando sono teneri, son pronti. Tagliare le melanzane a tocchetti e, quando i moscardini cominciano ad ammorbidirsi, versarle nella padella e, a fiamma media, mescolarle con i moscardini, facendo legare bene il sugo. Dopo qualche minuto, aggiungere i pomodori tagliati a tocchetti e privati dei semi (potete anche sbollentarli qualche minuto per togliere la pelle, se preferite), salare, aggiungere il peperoncino spezzettato, far cuocere ancora pochi minuti e spegnere la fiamma. Lasciari riposare il sugo a recipiente coperto per una decina di minuti. Nel frattempo cuocere le orecchiette, scolarle quando sono cotte e farle saltare nella padella con il sugo, fino a quando si saranno ben legate. Cospargere con foglie di basilico stracciate con le mani e servire subito.
Il punto di forza è la cottura delle verdure, che devono essere appena appena cotte: il motivo per cui non ho fatto la sbollentatura previa dei pomodori è proprio perché in questo modo avrebbero perso la croccantezza. Invece, così, si avverte bene il contrasto fra il tenero dei moscardini e il croccante delle verdure. E' un piatto di mare, estivo, fresco, colorato, facile e veloce da preparare: cosa volete di più????
Buon appetito
alessandra
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