Premesso che sull'argomento non mi sono ancora fatta un'opinione chiara, se oggi qualcuno dovesse chiedermi che cosa vorrei fare da grande, penso che risponderei senza esitare che vorrei diventare la Nigella. E questo, sostanzialmente, per tre motivi
1. per poter essere considerata una icona sexy, nonostante un cinque -sei chili di più, e pure mal distribuiti, alla faccia delle mie diete del lunedì mattina, delle camicie over size e dei calci alla bilancia con cui inizio ogni giornata, da qualche anno a questa parte.
2. per non dover lavare montagne di cucchiai- cucchiaini- cucchiai di legno et forchette, ogni volta che cucino, ed essere invece libera di ficcare un dito dentro creme, spume e manicaretti vari e ficcarmelo per giunta in bocca, al fine di assaporare fino in fondo il gusto di quello che c'è sopra e non per tamponare i danni dell'ustione di terzo grado perché per la miseria, mi son distratta un attimo e ho messo l'indice nel minestrone bollente
3. per percepire sonori ingaggi per preparare cose che a casa mia sarebbero accolti da risatine di scherno, sopracciglia alzate e commenti sarcastici ( " non dire che sono schifezze, Carola: è cucina da blog") per poi essere travolti da inviti più o meno benevoli a tornare rapidamente sulla retta via della cena come si deve (con un primo, un secondo e un dolce- e pure nei piatti)
Oggi, però, le mie aspettative hanno ricevuto un duro colpo, in seguito al quale penso che le mie possibilità di diventare Lei si siano azzerate di colpo, senza possibilità di risorgere, in nessun modo.
Perché, vedete, ieri ho fatto indigestione. Di gelato. Ma, prima che scatti la solidal catena dell'"eddai, e cosa vuoi che sia e se non lo mangi ad agosto, il gelato, quand'è che lo vuoi mangiare", sappiate che la vivanda incriminata è il residuato bellico di non so quale marca industriale che giaceva dimenticato al settimo strato del freezer e che ho fatto fuori in seguito all'insorgere di un certo languorino, che al confronto Gargantua e Pantagruel sembrano le signorine vittoriane di qualche post fa. E mentre mi ingozzavo, pensavo che faceva proprio schifo, con quel retrogusto di plastica d'antan che probabilmente risaliva all'epoca dell'acquisto e che, negli anni, non era migliorato per niente. Mezz'ora dopo, quella che faceva proprio schifo ero io: colorito verdastro, sudori freddi, occhi aperti a fase alterne, pezzuola in fronte e metaforico registro dei Santi in mano, che guai a saltarne uno, nella trafila dei fioretti, che "giuro-giuro-giuro che se passo la notte MAI PIU'" e amenità del genere, su cui sorvolo, per decenza. ma che devono aver sortito i loro effetti perché, nel giro di qualche ora, mi è apparsa niente meno che Lei .In diretta dalla sua cucina immacolata, con le unghie laccate, la cofana perfetta, i figli servizievoli, il pollo sfrigolante e tutto quanto fa NigellaLawson, magliettina aderente compresa. La quale, con un sorriso indulgente, mi ha ricompensato della mia devozione, ammettendo che, talvolta, anche lei è umana e che sì, ogni tanto, anche lei, ha un languorino. E, quando ciò avviene, però, anziché avventarsi sul gelato dell'altr'anno si prepara una leggera zuppetta di piselli e pesto, che poi si porta dietro, nella gavetta firmata, e si beve beata al parco, in coda a far la spesa e, udite udite, pure sull'autobus.
Ed è lì che ho capito che non ce la potrò mai fare: perché anche se resistessi la mezz'ora che a me serve per preparare la zuppa, se avessi il pesto sempre pronto in frigo, se avessi l'acqua che mi esce bollente dalle pentole esattamente come ha lei, mi ci vedete a placarmi il languorino, bevendo dal thermos, mentre traballo sulla piattaforma dell'autobus? E soprattutto: ce li vedete i passeggeri , quelli che aspettano alla fermata, l'autista (!!!) a tollerare senza colpo ferire di avere come compagna di viaggio una che, sul più bello, si apre una bottiglia piena di una roba verde e puzzolente e se ne beve una bella tazza, magari senza neanche offrirne un po'????
Meglio, molto meglio, confortarci con la macedonia qua sotto, che avrà un che di nigelliano nella semplicità dell'esecuzione e nell'estro degli accostamenti, ma che non è trasportabile in nessun thermos, non si beve alla fermata dell'autobus e placa il languorino senza passare per forza sul cadavere della tua reputazione, poca o tanta che ti sia rimasta...
E poi, comunque, io da grande voglio fare Martha Stiuart, altro che....
MOUSSE DI AVOCADO CON ANGURIA E FRAGOLE
A scanso di equivoci, non è che i postumi dell'indigestione prevedano che si confondano le fragole con i lamponi:è che quelli, oggi, aveva Cartier- ma le fragole ci stanno meglio, senza alcun dubbio
per 4 persone
1 avocado maturo
200 g di panna montata
1 limone
4 palline di polpa di anguria fresca
1 cestino di fragole
foglioline di menta per decorare
per 4 persone
1 avocado maturo
200 g di panna montata
1 limone
4 palline di polpa di anguria fresca
1 cestino di fragole
foglioline di menta per decorare
Tagliare in due l'avocado, scavarne la polpa con un cucchiaino, spremervi sopra il limone e schiacciarla bene con una forchetta. Aggiungere la panna ad un cucchiaio per volta, avendo cura di non smontare il composto. Aggiustare di sale
Comporre le coppe come nella foto, con uno o due cucchiai di mousse all'avocado e la frutta. Decorare con foglioline di menta e servire
Buon appetito
ale
Comporre le coppe come nella foto, con uno o due cucchiai di mousse all'avocado e la frutta. Decorare con foglioline di menta e servire
Buon appetito
ale
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