di Alessandra
Quella che segue, è una bella storia, con tanti personaggi, un po' di suspance e il colpo di scena finale. Lo sfondo è il magico mondo dei food bloggers, con le loro foto, più o meno ritoccate, le loro ricette, più o meno strampalate, le loro amicizie, più o meno sincere, e i loro concorsi, più o meno seguiti. Il concorso di cui parla questa storia, però, non ha nulla a che vedere con gli altri: era il Concorso per eccellenza, quello con la C maiuscola, quello indetto dal pasticcere più in voga del momento, il cui giudizio avrebbe garantito imperitura fama al vincitore, con estasi culinarie annesse.
Si sono mossi in massa, per partecipare, ed il parterre era di quelli da far paura: non mancava nessuno, dei bravi , all'appello, ma la rosa dei "vincitori annunciati" era comunque ristretta a pochi nomi- i più grandi, i più spettacolari, i più irraggiungibili.
Si sono mossi in massa, per partecipare, ed il parterre era di quelli da far paura: non mancava nessuno, dei bravi , all'appello, ma la rosa dei "vincitori annunciati" era comunque ristretta a pochi nomi- i più grandi, i più spettacolari, i più irraggiungibili.
Ha vinto uno sconosciuto, con una ricetta che è un inno alla cucina "per diletto", quella che ha per ingredienti il divertimento, la leggerezza, l'ironia, e per sottofondo le risate degli amici, il tintinnio dei bicchieri, il tirar tardi sui divani, fra massimi sistemi da sondare e fondi di bottiglia da scolare. Nessuna ansia da prestazione, nessuna concessione a "lo famo strano", nessun personalismo, nessuna sviolinata, nessuna delle cose, insomma, che mi hanno sempre tenuta lontana da certe interpretazioni culinarie, decisa come sono a difendere il mio modo di cucinare, giocoso e conviviale, da altre velleità.
Un clic sul blog del vinicitore l'ho dato, ovviamente, curiosa come ero di vedere che faccia avesse e come scrivesse uno che, in materia, la pensa come me: e, udite udite, scopro che è un genovese, come me, che è genoano sfegatato, come me, e che ha avuto fra i suoi maestri un grande della scuola genovese, con cui ho condiviso, per scelta e convinzione, un pezzo importante della mia storia professionale e che, se mai sapesse di essere citato in due blog di cucina, alzerebbe forse un sopracciglio, fra il dubbioso e il divertito.
Un clic sul blog del vinicitore l'ho dato, ovviamente, curiosa come ero di vedere che faccia avesse e come scrivesse uno che, in materia, la pensa come me: e, udite udite, scopro che è un genovese, come me, che è genoano sfegatato, come me, e che ha avuto fra i suoi maestri un grande della scuola genovese, con cui ho condiviso, per scelta e convinzione, un pezzo importante della mia storia professionale e che, se mai sapesse di essere citato in due blog di cucina, alzerebbe forse un sopracciglio, fra il dubbioso e il divertito.
La ricetta della foto è una rielaborazione, in chiave mostruosamente sotto tono, di quella che ha vinto il concorso: l'originale lo potete leggere qui mentre qui ci sono i risultati del "dopo la cura" del grande Santin, che spero possa accettare la gratitudine di una food blogger imbranata e claudicante, che si ostina ancora a credere che i bravi trionfino e che i meriti vengano premiati.
e però, almeno qualche volta, succede...
per 20 bicchierini
1 litro di panna fresca
4 hg di zucchero
2 bicchierini di tequila
il succo di 2 lime
6 g di colla di pesce
fleur del sel
Si inizia preparando uno sciroppo di zucchero: si mette sul fuoco in un casseruolino dal fondo spesso lo zucchero con 600 ml di acqua e si lascia bollire a fuoco basso, fino a quando si addenza. Poi si aggiunge il succo di lime, filtrato e la tequila.
Nel frattempo, si scalda la panna in un altra casseruola e, poco prima che prenda il bollore, vi si scioglie la colla di pesce, precedentemente ammollata in acqua fredda e strizzata.
Si filtra il tutto e si aggiunge lo sciroppo di lime. Si mescola bene, si assaggia ( passaggio obbligatorio: è qui che si decide il tasso alcolico del dolce!!), si agginge, se il caso, un po' di tequila e si versa nei bicchierini.
in frigo a raffreddare per almeno 4 ore.
Prima di servire, si aggiunge un pizzico di fleur de sel in superficie, assieme ad una grattugiata di scorza di lime.
Se decidete di presentare questo dolce in coppe più grandi, nulla vi vieta di inumidirle ai bordi e di farvi aderire il sale, per rendere ancora meglio l'effetto cocktail.
Buona serata
Si filtra il tutto e si aggiunge lo sciroppo di lime. Si mescola bene, si assaggia ( passaggio obbligatorio: è qui che si decide il tasso alcolico del dolce!!), si agginge, se il caso, un po' di tequila e si versa nei bicchierini.
in frigo a raffreddare per almeno 4 ore.
Prima di servire, si aggiunge un pizzico di fleur de sel in superficie, assieme ad una grattugiata di scorza di lime.
Se decidete di presentare questo dolce in coppe più grandi, nulla vi vieta di inumidirle ai bordi e di farvi aderire il sale, per rendere ancora meglio l'effetto cocktail.
Buona serata
alessandra
Grazie al suggerimento di Virginia, abbiamo pensato di partecipare a questo gustosissimo concorso con la nostra ricetta della panna cotta al margarita.... con quale risultato, si vedrà!!
Per ora siamo soddisfattissime della vostra attenzione.
Grazie a tutte
Alessandra e Daniela
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