So bene che dovrei impiegare quel che resta della mia materia grigia a pormi interrogativi un pochino più spessi, ma siccome non son mai stata troppo incline alla speculazione ( e siccome, di questi tempi, speculare sui massimi sistemi mi intristisce più del dovuto) mi sono messa a fare l'elenco dei motivi per cui io adori senza mezzi termini Misses Nigella Lawson.
La domanda è meno oziosa di quanto possa sembrare, perché in sè la cucina di Nigella non avrebbe nessuna attrazione, per me: intendo dire, che siamo tutti capaci a nascondere la mancanza di originalità dietro qualche decina di migliaia di calorie e ad imbertuelare tutti gli ingredienti dentro un robot da cucina, spacciandoci per chef sopraffini. Anche la slinguazzata finale, che tanto turba i sonni di tutti i maschi inglesi, dall'asilo alla casa di riposo, levoca in me, come unica turba, quella dei NAS che accorrono a mettere i sigilli alla sua cucina- e mezzo metro di nastro adesivo sulla sua bocca.
Eppure, io la adoro: letteralmente. Non c'è programma, libro o rivista che parli di lei che mi sia sfuggito e posso avere anche un appuntamento col Padreterno che, se mi appare sullo schermo, con le sue chiome fluenti e le sue unghie laccate, io mi blocco basita a guardarla e, quel che è peggio, a desiderare di assomigliarle, almeno un po'.
E' per questo che, domenica scorsa, mentre mi accingevo alla costruzione di questa porc...ops, di questo capolavoro, ho pensato che fosse giunto il motivo di interrogarmi seriamente sul perché di questa attrazione fatale, giungendo alle seguenti fondamentali conclusioni:
1. è inglese. se mi conoscete anche solo tanto così, saprete che io ho una passione viscerale e invereconda per tutto ciò che è anglosassone, meglio se Perfida Albione Original. E' un male di famiglia, che si trasmette di generazione in generazione e che, anziché combattere, si favorisce in ogni modo, dal Jerome K. Jerome sul comodino della figlia alla devozione alle eggs and bacon, passando per i dischi Beatles, i pomeriggi a Covent Garden, e, buon ultimo, il poster di David Beckam (rigorosamente senza moglie)
2. è l'unica donna formosa che porti con disinvoltura le magliette con le coste e lo scollo ovale- quelle che per me e la Dani e tutte le altre donne a cui sono state elargite a piene mani misure di reggiseno superiori alla media, sono state l'incubo più ricorrente dell'adolescenza, quando ancora si sottostava ai dettami della madre o delle mode, e queste magliette erano una tappa desolatamente obbligata. Nigella riscatta anni di spalle ingobbite e di braccia incrociate sul petto, di sguardi di invidia per le amiche normo dotate e di preghiere accorate ("Signore, fa' che mi svegli piatta"), in tempi in cui ci si affidava ancora alla bontà divina, anziché alla chirurgia plastica.
3. è l'unica donna al mondo che, mentre aspetta che cuociano le basi di questa torta, invece di spremersi le meningi su come fare a non assaggiarne nemmeno un pezzetto, non solo se ne va tranquilla a prendersi un bel caffè in giardino, ma si fa pure fuori una scatola di cioccolatini ripieni che fanno ingrassare solo a guardarli. E, quel che è peggio, lo fa prima con aria compiaciuta e poi guardando in cielo, ad occhi chiusi, in pura estasi dei sensi, alla faccia di tutte le schiave delle diete, della linea e della taglia 38.
E siccome ho smesso da un po' di essere schiava della linea, la taglia 38 non l'avevo neanche per il ciripà e la dieta la comincio lunedì (quello della prossima settimana, ovviamente), mi sono lanciata nella più goduriosa di tutte le torte di nigelliana fattura, quella che meglio rappresenta il Nigella Style e che la divina prepara passo passo in questo video
La domanda è meno oziosa di quanto possa sembrare, perché in sè la cucina di Nigella non avrebbe nessuna attrazione, per me: intendo dire, che siamo tutti capaci a nascondere la mancanza di originalità dietro qualche decina di migliaia di calorie e ad imbertuelare tutti gli ingredienti dentro un robot da cucina, spacciandoci per chef sopraffini. Anche la slinguazzata finale, che tanto turba i sonni di tutti i maschi inglesi, dall'asilo alla casa di riposo, levoca in me, come unica turba, quella dei NAS che accorrono a mettere i sigilli alla sua cucina- e mezzo metro di nastro adesivo sulla sua bocca.
Eppure, io la adoro: letteralmente. Non c'è programma, libro o rivista che parli di lei che mi sia sfuggito e posso avere anche un appuntamento col Padreterno che, se mi appare sullo schermo, con le sue chiome fluenti e le sue unghie laccate, io mi blocco basita a guardarla e, quel che è peggio, a desiderare di assomigliarle, almeno un po'.
E' per questo che, domenica scorsa, mentre mi accingevo alla costruzione di questa porc...ops, di questo capolavoro, ho pensato che fosse giunto il motivo di interrogarmi seriamente sul perché di questa attrazione fatale, giungendo alle seguenti fondamentali conclusioni:
1. è inglese. se mi conoscete anche solo tanto così, saprete che io ho una passione viscerale e invereconda per tutto ciò che è anglosassone, meglio se Perfida Albione Original. E' un male di famiglia, che si trasmette di generazione in generazione e che, anziché combattere, si favorisce in ogni modo, dal Jerome K. Jerome sul comodino della figlia alla devozione alle eggs and bacon, passando per i dischi Beatles, i pomeriggi a Covent Garden, e, buon ultimo, il poster di David Beckam (rigorosamente senza moglie)
2. è l'unica donna formosa che porti con disinvoltura le magliette con le coste e lo scollo ovale- quelle che per me e la Dani e tutte le altre donne a cui sono state elargite a piene mani misure di reggiseno superiori alla media, sono state l'incubo più ricorrente dell'adolescenza, quando ancora si sottostava ai dettami della madre o delle mode, e queste magliette erano una tappa desolatamente obbligata. Nigella riscatta anni di spalle ingobbite e di braccia incrociate sul petto, di sguardi di invidia per le amiche normo dotate e di preghiere accorate ("Signore, fa' che mi svegli piatta"), in tempi in cui ci si affidava ancora alla bontà divina, anziché alla chirurgia plastica.
3. è l'unica donna al mondo che, mentre aspetta che cuociano le basi di questa torta, invece di spremersi le meningi su come fare a non assaggiarne nemmeno un pezzetto, non solo se ne va tranquilla a prendersi un bel caffè in giardino, ma si fa pure fuori una scatola di cioccolatini ripieni che fanno ingrassare solo a guardarli. E, quel che è peggio, lo fa prima con aria compiaciuta e poi guardando in cielo, ad occhi chiusi, in pura estasi dei sensi, alla faccia di tutte le schiave delle diete, della linea e della taglia 38.
E siccome ho smesso da un po' di essere schiava della linea, la taglia 38 non l'avevo neanche per il ciripà e la dieta la comincio lunedì (quello della prossima settimana, ovviamente), mi sono lanciata nella più goduriosa di tutte le torte di nigelliana fattura, quella che meglio rappresenta il Nigella Style e che la divina prepara passo passo in questo video
http://www.youtube.com/watch?v=Sk-obgix23Y
E' chiaro che, senza la maglietta a costine, la quarta di reggiseno e la scatola di cioccolatini a forma di cuore, bene come a lei non vi verrà: ma se i risultati sono come quella che abbiamo preparato qui da noi, direi che un tentativo lo si debba proprio fare....
OLD FASHIONED CHOCOLATE CAKE
200 g di farina 00
200 g di zucchero
1 cucchiaino di lievito
1/2 cucchiaino di bicarbonato
2 cucchiai di estratto di vaniglia ( o una bustina di vanillina)
150 g di panna acida
175 g di burro morbido
40 g di cacao amaro
2 uova
Per la glassa
175 g di cioccolato fondente
75 g di burro
1 cucchiaio di sciroppo di mais ( il miele è perfetto come sostituto- o il golden syrup, se lo avete)
1 cucchiaio di estratto di vaniglia
300 g di zucchero a velo ( ho usato quello vanigliato, quindi niente vaniglia)
125 g di panna acida
Montare il burro con lo zucchero, aggiungere le uova ad uno ad uno, la panna, la vanillina, il cacao e, in ultimo, la farina setacciata con il lievito ed il bicarbonato. Ungere due teglie di 22 cm di diametro ciascuna e riempirle con il composto. Potete usare anche un'unica teglia e poi tagliare la torta a metà: in questo caso, usate una teglia più profonda
Infornate a 180 gradi per una mezz'ora. La torta deve essere cotta, ma morbida.
Lasciate raffreddare e sformate. Se avete preparato un'unica torta, tagliatela in due parti
Preparate la glassa
Fate sciogliere a bagno maria il cioccolato con il burro, poi aggiungetevi il miele e la vaniglia e la panna acida. Mescolate bene e aggiungete lo zucchero: dopodiché, montate il composto con la frusta elettrica, fino a quando è spumoso.
Farcite la metà della torta, sovrapponetevi l'altra e spalmate la glassa tutto intorno, aiutandovi con una spatola.
E' migliore il giorno dopo- sempre che riusciate a resistere...
buon Appetito
Alessandra
Infornate a 180 gradi per una mezz'ora. La torta deve essere cotta, ma morbida.
Lasciate raffreddare e sformate. Se avete preparato un'unica torta, tagliatela in due parti
Preparate la glassa
Fate sciogliere a bagno maria il cioccolato con il burro, poi aggiungetevi il miele e la vaniglia e la panna acida. Mescolate bene e aggiungete lo zucchero: dopodiché, montate il composto con la frusta elettrica, fino a quando è spumoso.
Farcite la metà della torta, sovrapponetevi l'altra e spalmate la glassa tutto intorno, aiutandovi con una spatola.
E' migliore il giorno dopo- sempre che riusciate a resistere...
buon Appetito
Alessandra
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