Ho creato un mostro.
E, oltretutto, è colpa mia.
O meglio: la colpa è di quella orribile zuppa di carote che da due giorni a questa parte è diventata il bersaglio di tutti i miei strali. La zuppa, i suoi ingredienti e la mia dannata incapacità di tenermi gli affari miei fra le quattro mura di questa casa. Perché, se così fosse stato, probabilmente avrei a fianco il solito marito di prima- e non una specie di versione panciuta del Sommo Poeta, tutto tronfio ed esaltato, che ogni volta che accendo il pc ti piomba alle spalle per sapere se su di lui non si è ancora detto niente e se proprio deve riconoscermi qualche merito è solo relativo all'intelligenza delle mie amiche, che loro sì che lo apprezzano, altro che.
E' talmente andato che quando ha assaggiato l'ultimo esperimento della settimana si è pure calato nei panni azzimati del critico gastronomico, promuovendo le polpette ( anzi no: bisognava prepararne di più) e assolvendo il gazpacho, con un "la prossima volta, un po' meno fragola" che lascia presagire una seconda possibilità - cosa di cui finora hanno goduto pochissimi piatti, tutti rigorosamente stracalorici e stratradizionali.
Sia chiaro: per il blog, tanto di guadagnato. Più stiamo in questa fase aulica, per così dire, più riesco a smaltire le pile di ricette contrassegnate con un "da fare subito!!!" che da anni si ammonticchiano sugli scaffali della libreria e a togliermi anch'io qualche soddisfazione, che non sia il minestrone della zia anita o la carbonara preparata in fretta e furia alle undici di ieri sera perché "aveva un certo languorino...". Tanto, lo so che dura poco: gli dò tempo un giorno o due e poi torneremo agli sguardi levati al cielo, ai "quand'è che si torna a mangiare sul serio", alla nonna e alla mamma che lo fanno meglio. E anche questo povero gazpacho, mi sa, avrà vita breve: non so di preciso quale sarà la sua sorte, la prossima volta che lo preparerò, ma un ribattezzamento immediato non glielo toglierà nessuno, magari-azzardo- con una pronta sostituzione dell'iniziale, dalla G alla C....
per 4 persone
300 g di polpa di pesce spada;
40 g di mollica di pane integrale
40 g di pistacchi di Bronte spellati
40 g di mandorle spellate
100 ml di latte fresco intero
1 uovo
olio EVO
sale- pepe nero di mulinello
Per il Gazpacho
4 pomodori ramati
10 fragole mature
50 g di mollica di pane integrale
45 ml di aceto di mele
30 ml di olio EVO
1/2 spicchio d'aglio
peperoncino in polvere (io ho usato del Tabasco)
sale- pepe nero di mulinello
per il gazpacho: spezzettare in una ciotola la mollica di pane, unite i pomodori e le fragole lavati e tagliati a pezzi; aggiungete sale, pepe, una piccola presa di peperoncino in polvere, l'aglio finemente tritato, l'aceto di mele e l'olio. Coprite a filo con l'acqua, mescolate il tutto e mettete in frigorifero per almeno 12 ore. Trascorso questo tempo, frullate e passate al setaccio: tenete il gazpacho in frigorifero fino al momento di servirlo.
Per le polpette, tritate finemente al coltello ( passaggio noioso ma fondamentale) lo spada; aggiungete la mollica di pane bagnata nel latte e poi strizzata, l'uovo sbattuto, sale e pepe. Formate delle polpette tonde, grandi come una noce, e impanatele nei pistacchi e nelle mandorle finemente tritate insieme, in modo da rivestirle uniformemente.
Scaldate abbodante olio in una larga padella e friggetevi le polpette per 2-3 minuti, finché saranno leggermente dorate su tutti i lati. Sgocciolatele man mano su carta assorbente. Infilzatele su 4 stecchini di legno. Versate il gazpacho in 4 bicchieri senza piede o ciotoline individuali, appoggiatevi sopra uno stecchino con la polpetta e servite.
Oppure fate come noi, che siamo allergici agi stecchini e abbiamo aguzzato l'ingegno...
buon fine settimana
alessandra
E' talmente andato che quando ha assaggiato l'ultimo esperimento della settimana si è pure calato nei panni azzimati del critico gastronomico, promuovendo le polpette ( anzi no: bisognava prepararne di più) e assolvendo il gazpacho, con un "la prossima volta, un po' meno fragola" che lascia presagire una seconda possibilità - cosa di cui finora hanno goduto pochissimi piatti, tutti rigorosamente stracalorici e stratradizionali.
Sia chiaro: per il blog, tanto di guadagnato. Più stiamo in questa fase aulica, per così dire, più riesco a smaltire le pile di ricette contrassegnate con un "da fare subito!!!" che da anni si ammonticchiano sugli scaffali della libreria e a togliermi anch'io qualche soddisfazione, che non sia il minestrone della zia anita o la carbonara preparata in fretta e furia alle undici di ieri sera perché "aveva un certo languorino...". Tanto, lo so che dura poco: gli dò tempo un giorno o due e poi torneremo agli sguardi levati al cielo, ai "quand'è che si torna a mangiare sul serio", alla nonna e alla mamma che lo fanno meglio. E anche questo povero gazpacho, mi sa, avrà vita breve: non so di preciso quale sarà la sua sorte, la prossima volta che lo preparerò, ma un ribattezzamento immediato non glielo toglierà nessuno, magari-azzardo- con una pronta sostituzione dell'iniziale, dalla G alla C....
per 4 persone
300 g di polpa di pesce spada;
40 g di mollica di pane integrale
40 g di pistacchi di Bronte spellati
40 g di mandorle spellate
100 ml di latte fresco intero
1 uovo
olio EVO
sale- pepe nero di mulinello
Per il Gazpacho
4 pomodori ramati
10 fragole mature
50 g di mollica di pane integrale
45 ml di aceto di mele
30 ml di olio EVO
1/2 spicchio d'aglio
peperoncino in polvere (io ho usato del Tabasco)
sale- pepe nero di mulinello
per il gazpacho: spezzettare in una ciotola la mollica di pane, unite i pomodori e le fragole lavati e tagliati a pezzi; aggiungete sale, pepe, una piccola presa di peperoncino in polvere, l'aglio finemente tritato, l'aceto di mele e l'olio. Coprite a filo con l'acqua, mescolate il tutto e mettete in frigorifero per almeno 12 ore. Trascorso questo tempo, frullate e passate al setaccio: tenete il gazpacho in frigorifero fino al momento di servirlo.
Per le polpette, tritate finemente al coltello ( passaggio noioso ma fondamentale) lo spada; aggiungete la mollica di pane bagnata nel latte e poi strizzata, l'uovo sbattuto, sale e pepe. Formate delle polpette tonde, grandi come una noce, e impanatele nei pistacchi e nelle mandorle finemente tritate insieme, in modo da rivestirle uniformemente.
Scaldate abbodante olio in una larga padella e friggetevi le polpette per 2-3 minuti, finché saranno leggermente dorate su tutti i lati. Sgocciolatele man mano su carta assorbente. Infilzatele su 4 stecchini di legno. Versate il gazpacho in 4 bicchieri senza piede o ciotoline individuali, appoggiatevi sopra uno stecchino con la polpetta e servite.
Oppure fate come noi, che siamo allergici agi stecchini e abbiamo aguzzato l'ingegno...
buon fine settimana
alessandra
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