Se fossi un editore, venderei mia madre, pur di assicurarmi i diritti d'autore per la pubblicazione della versione italiana di questo libro. E, considerata la madre che ho, penso che la prima a prestarsi al gioco sarebbe proprio lei, viste le straordinarie qualità dell'ultima fatica di Yotam Ottolenghi, quel Plenty a cui anche noi dello Starbooks abbiamo deciso di rendere omaggio, a partire da oggi, per le tre settimane che seguiranno.
Il titolo è una di quelle parole a cui le traduzioni non fanno giustizia: propriamente, significherebbe "molto di", ma forse sarebbe più indicato "un pieno di": perchè è così che ci si sente, dopo aver letto questo libro: pieni di entusiasmo, di ottimismo, di voglia di riappropriarsi di un modo di cucinare in perfetto equilibrio fra l'aspirazione ad un'alimentazione sana e l'effetto sorpresa di proposte varie e variegate, originali, divertenti.
Plenty è, in poche parole, l'ennesimo prodotto dell'editoria britannica che più amiamo, quella cioè che coniuga l'onestà e la misura, offrendo contenuti fruibili ma non per questo piatti e proponendo scelte alternative senza mai cadere nel rigore di estremismi irritanti, oltre che sterili. D'altronde, a ben riflettere, un libro che esalta la cucina vegetariana ma che ha come autore uno che vegetariano non è non sarebbe potuto partire da presupposti diversi che questi, quanto meno in linea teorica - e pazienza se la pratica ci ha abituato ad autori prezzolati, disposti a vendere la loro professionalità alle mode del momento. Ottolenghi non appartiene a questa schiera ed anzi ci tiene a sottolineare sin dalle prime righe del libro che non intende rinunciare ai suoi gusti ed alla sua cultura, che non demonizzano e anzi prevedono la presenza della carne e del pesce. E tuttavia, parla di verdure- o meglio: ne tesse un inno, che tocca tutte le corde per spianarsi in una sinfonia inebriante, che recupera gesti e parole antiche e li ripropone in forme nuove, vive, frementi e sempre dichiaratamente oneste.
Per quanto originali e innovative, infatti, tutte le ricette contenute nel libro portano il marchio della sicura riuscita: lo dice l'autore, preliminarmente, spiegando che Plenty è la raccolta delle ricette più amate dai lettori del The Guardian, dove lui tenne una rubrica dedicata proprio alla cucina vegetariana; e lo abbiamo detto noi, ancor prima di averle provate, convinte dalla semplice lettura dei vari passaggi che questo sarebbe stato un libro affidabile, in qualsiasi modo lo si fosse affrontato: le spiegazioni sono chiare, gli ingredienti facilmente reperibili, le tecniche semplici, quasi basiche. Un elogio alla semplicità, verrebbe da dire, se non fosse che questa è proprio la chiave di volta dell'intero libro: perchè gli effetti speciali delle rese finali sono il prodotto di soluzioni semplici, abbordabili, sorprendenti nel loro essere così a portata di mano- e sempre volti ad una valorizzazione piena delle materie prime che trae dall'apertura al confronto con altre cucine e con altre tradizioni la sua freschezza, la sua vitalità, la sua straordinaria e inconfondibile unicità.
Mi fermo qui, ma solo perchè ho altre due settimane di tempo per poterne parlare ancora. E poi non voglio sottrarre tempo alle amiche dello Starbooks, che si sono cimentate con altrettanto entusiasmo nella preparazione della prima tornata di piatti, tutti accomunati dall'impiego di verdure di stagione, in stretta osservanza ad uno dei consigli del libro: per questa settimana, hanno preparato per voi
Asparagus Vichyssoise (Vichyssoise di Asparagi), da Alessandra
Broad Beans Burgers (Hamburger di Fave), da Cristina G.
Insalata di Avocado, Quinoa e Fave, da Cristina B.
Gratin di Carciofi, da Patty
e la Caramelized Garlic Tart da noi
Un'ultima cosa, prima di passare alla ricetta: tale è l'entusiasmo per Plenty che questo mese diventa, d'ufficio, il nostro regalo per lo Starbooks. Se cliccate qui sopra, potete anche navigare fra le sue pagine, almeno quanto basta per spingervi a mandarci quante più ricette per la nostra biblioteca che, come ogni mese, attende i vostri contributi.
E ora,finalmente, la ricetta, qui sotto!
Plenty è, in poche parole, l'ennesimo prodotto dell'editoria britannica che più amiamo, quella cioè che coniuga l'onestà e la misura, offrendo contenuti fruibili ma non per questo piatti e proponendo scelte alternative senza mai cadere nel rigore di estremismi irritanti, oltre che sterili. D'altronde, a ben riflettere, un libro che esalta la cucina vegetariana ma che ha come autore uno che vegetariano non è non sarebbe potuto partire da presupposti diversi che questi, quanto meno in linea teorica - e pazienza se la pratica ci ha abituato ad autori prezzolati, disposti a vendere la loro professionalità alle mode del momento. Ottolenghi non appartiene a questa schiera ed anzi ci tiene a sottolineare sin dalle prime righe del libro che non intende rinunciare ai suoi gusti ed alla sua cultura, che non demonizzano e anzi prevedono la presenza della carne e del pesce. E tuttavia, parla di verdure- o meglio: ne tesse un inno, che tocca tutte le corde per spianarsi in una sinfonia inebriante, che recupera gesti e parole antiche e li ripropone in forme nuove, vive, frementi e sempre dichiaratamente oneste.
Per quanto originali e innovative, infatti, tutte le ricette contenute nel libro portano il marchio della sicura riuscita: lo dice l'autore, preliminarmente, spiegando che Plenty è la raccolta delle ricette più amate dai lettori del The Guardian, dove lui tenne una rubrica dedicata proprio alla cucina vegetariana; e lo abbiamo detto noi, ancor prima di averle provate, convinte dalla semplice lettura dei vari passaggi che questo sarebbe stato un libro affidabile, in qualsiasi modo lo si fosse affrontato: le spiegazioni sono chiare, gli ingredienti facilmente reperibili, le tecniche semplici, quasi basiche. Un elogio alla semplicità, verrebbe da dire, se non fosse che questa è proprio la chiave di volta dell'intero libro: perchè gli effetti speciali delle rese finali sono il prodotto di soluzioni semplici, abbordabili, sorprendenti nel loro essere così a portata di mano- e sempre volti ad una valorizzazione piena delle materie prime che trae dall'apertura al confronto con altre cucine e con altre tradizioni la sua freschezza, la sua vitalità, la sua straordinaria e inconfondibile unicità.
Mi fermo qui, ma solo perchè ho altre due settimane di tempo per poterne parlare ancora. E poi non voglio sottrarre tempo alle amiche dello Starbooks, che si sono cimentate con altrettanto entusiasmo nella preparazione della prima tornata di piatti, tutti accomunati dall'impiego di verdure di stagione, in stretta osservanza ad uno dei consigli del libro: per questa settimana, hanno preparato per voi
Asparagus Vichyssoise (Vichyssoise di Asparagi), da Alessandra
Broad Beans Burgers (Hamburger di Fave), da Cristina G.
Insalata di Avocado, Quinoa e Fave, da Cristina B.
Gratin di Carciofi, da Patty
e la Caramelized Garlic Tart da noi
Un'ultima cosa, prima di passare alla ricetta: tale è l'entusiasmo per Plenty che questo mese diventa, d'ufficio, il nostro regalo per lo Starbooks. Se cliccate qui sopra, potete anche navigare fra le sue pagine, almeno quanto basta per spingervi a mandarci quante più ricette per la nostra biblioteca che, come ogni mese, attende i vostri contributi.
E ora,finalmente, la ricetta, qui sotto!
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