Una delle cose che mi piace di più
di questo blog è il legame a doppio scambio che si è instaurato fra noi
quando si parla di libri: da una parte, voi consigliate, dall'altra io
divulgo le vostre proposte e le mie scelte, innescando quindi una sorta
di condivisione che altrimenti sarebbe impossibile. Visto che da
vent'anni sono orfana di uno strampalato salotto letterario (si chiamava
V.I.P., dove l'acrostico stava per Vietato Il Prestito) l'aver ricreato
qualcosa di simile in chiave virtuale mi compensa di una mancanza che,
fuori retorica, mi intristiva un po', per non parlare degli stimoli
legati ad un parlare di libri ad ampio raggio, come solo il web consente
di fare. E questo è il lato A. Il lato B, invece, è la mancanza di
immediatezza nello scambio di opinioni, cosa che invece si verifica nei
"salotti" e che a ben guardare costituisce l'elemento che li distingue
dalle conferenze o dalle lezioni frontali. Siccome qui in cattedra non
c'è nessuno, sto pensando a come fare a risolvere il problema e, al
momento, mi è venuta una sola idea, che però, essendo ancora in fase
embrionale, per ora tengo per me. In compenso, metto la palla al centro e
se avete delle proposte su come fare a mettere in moto uno scambio
degno di questo nome, le accetto volentieri
Seconda domanda: vado
giù diretta, perché per quanti giri di parole faccia per "mitigare" la
cosa, nei fatti è così e quindi girarci attorno sarebbe solo una perdita
di tempo. C'è una certa influenza di queste "rece" sulle vostre letture
e soprattutto sui vostri acquisti. Ossia, fuori dai denti, alcuni
leggono (e spesso comprano) i "libri da leggere", dopo che sono stati
consigliati qui. Sia chiaro: io faccio esattamente lo stesso con i
titoli che mi consigliate voi e la bilancia degli acquisti pesa più
dalla mia parte che dalla vostra: solo che per questo mese, ho in lista
una decina di libri, mentre quelli che esalto qui sopra sono molto, ma
molto meno. Di nuovo, la cosa non può che farmi piacere, perché rientra
nella logica dello scambio di cui al punto due (il fatto che mi senta
come una specie di Sai Baba in libreria è irrilevante, ovviamente). In
più, un bel libro è sempre un bel libro, anche se non vi piace e quindi,
per quanto possa andar male, è sempre un'esperienza con il più davanti.
Tanto per farvi un esempio recentissimo, sto leggendo "Il tè delle tre
vecchie signore" di F. Glauser. Se vi dicessi che mi fa impazzire, vi
direi una bugia. Però, è davvero un piccolo capolavoro e quindi -per
ora- non demordo: evito di leggerlo in coda al supermercato, lo prendo
in mano nei momenti di tranquillità e, pur non essendo ansiosa di vedere
come va a finire, mi rendo conto che oggettivamente è un gran bel
libro. Quindi, se, metti caso, uno di voi si fosse fiondato in libreria
per prendersi l'ultimo Carofiglio e poi mi dicesse che non gli è
piaciuto, mi dispiacerebbe sul fronte "umano", per così dire, ma non più
di tanto su quello della qualità dell'opera: non è stata di tuo
gradimento, ma non hai buttato via nè tempo nè denaro.
Il
problema si pone invece con i giudizi negativi e, ancora di più, su
quelli "così e così" e non perché si crei un confronto fra chi la pensa
diversamente -cosa che, anzi, come si diceva, è la parte più vivace di
queste pagine- ma per il rischio che proprio non si crei nulla, nella
misura in cui i miei giudizi scoraggino il vostro desiderio di leggere
quei determinati libri, per il semplice fatto che a me non sono
piaciuti. Anche questo è un empasse da cui vorrei uscire, cominciando
col dirvi, per esempio che, a parte 40 anni precisi (ho cominciato a 4
anni e da allora non ho più smesso) di letture di ogni genere, una
vecchissima laurea in lettere classiche e una più o meno recente
attività di critica marchettara che rinnego dal profondo del cuore, non
ho nessuna competenza in merito. Vale a dire che quello che leggete qui
sopra non è altro che una riflessione "a voce alta" su una lettura, che
mi fa piacere condividere, ma che non intende pregiudicare niente.
Dico
questo anche per i non pochi nuovi autori che mi hanno scritto
chiedendomi di leggere i loro libri e di parlarne qui sopra. Al momento,
preferirei non farlo e proprio per i motivi che ho appena esposto. Qui
c'è una comunità di amici, che parla di libri "sanza alcun sospetto" e
senza vincoli di alcun genere e, non ultimo, non voglio essere privata
dell'immenso piacere di girare per gli scaffali di Feltrinelli e
scegliere da me le mie letture. Se volete mandarmi i vostri libri, li
leggerò volentieri e vi manderò, in privato, le mie impressioni: ma
usare questo blog per farsi pubblicità, questo proprio no.
Buona serata
Ale
mercoledì 24 febbraio 2010
DEL FUROR D'AVER LIBRI
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