Non so cosa mi sia preso in questi giorni, ma mi son messa a cucinare cose che preparavo quindici anni fa, quando alla passione - già allora sconfinata- per la cucina non corrispondeva ancora un'altrettanto immensa volontà di sperimentare e una abilità sufficiente per preparare una cena degna di questo nome, portata più, portata meno. Siccome, però, cucinare mi toccava già allora, mi ero specializzata in pochi piatti, che venivano preparati a turno, di cui all'epoca andavo fiera e che oggi rievoco con sincero orrore: c'era il filetto al pepe verde con mezzo litro di panna sopra, i salatini fatti con la sfoglia del banco frigo, la bresaola condita con la rucola e il grana, la torta "dei vasetti", la torta di mele ( alta mezzo cm) , il roast beef ai tre pepi (rigorosamente troppo cotto) e questo plum cake al mandarino, di tutte di gran lunga la preparazione più frustrante. Mi veniva sempre schiacciato, in stile ciabatta, crudo dentro e stracotto fuori, e ogni volta che lo infornavo mi chiedevo se mai sarebbe arrivato il giorno in cui sarei riuscita a prepararne uno alto, soffice, umido e porfumato come quello che si intuiva fosse il dolce della foto.
Ovviamente, quando arrivò quel benedetto giorno, il plum cake al madarino era stato bello che dimenticato, surclassato dalle mode che imponevano a questo tipo di dolce di profumare di spezie esotiche, di assumere un colorito verdognolo e un retrogusto di refrescume ( è finita, l'epoca del tè matcha, o dura ancora????) e, soprattutto, di variare un dosaggio antico e confortante,nella sua semplicità, con proporzioni e ingredienti che, della tradizione, se ne facevano un baffo. Io ho provato tutto, giuro- e alla fine, non so come, sono tornata ai vecchi ricettari, dove il plum cake era quello con "tanta farina quanto burro e quanto zucchero", con l'uvetta, i canditi e il tè per goderselo meglio. Certo, le variazioni sul tema me le concedo, eccome: ma lo spartito resta quello e gli intrusi devono avere le carte in regola per partecipare: armonizzarsi con il resto, valorizzarne il sapore, essere freschi e di stagione. E visto che sui banchi di Cartier, l'altro giorno, sono spuntati i mandarini, non ho resistito: ho chiuso gli occhi davanti al cartellino del prezzo e ho fatto un profumato tuffo nel passato....
Ovviamente, quando arrivò quel benedetto giorno, il plum cake al madarino era stato bello che dimenticato, surclassato dalle mode che imponevano a questo tipo di dolce di profumare di spezie esotiche, di assumere un colorito verdognolo e un retrogusto di refrescume ( è finita, l'epoca del tè matcha, o dura ancora????) e, soprattutto, di variare un dosaggio antico e confortante,nella sua semplicità, con proporzioni e ingredienti che, della tradizione, se ne facevano un baffo. Io ho provato tutto, giuro- e alla fine, non so come, sono tornata ai vecchi ricettari, dove il plum cake era quello con "tanta farina quanto burro e quanto zucchero", con l'uvetta, i canditi e il tè per goderselo meglio. Certo, le variazioni sul tema me le concedo, eccome: ma lo spartito resta quello e gli intrusi devono avere le carte in regola per partecipare: armonizzarsi con il resto, valorizzarne il sapore, essere freschi e di stagione. E visto che sui banchi di Cartier, l'altro giorno, sono spuntati i mandarini, non ho resistito: ho chiuso gli occhi davanti al cartellino del prezzo e ho fatto un profumato tuffo nel passato....
PLUM CAKE AL MANDARINO
Ingredienti per uno stampo da un litro
250 g di farina 00
250 g di burro morbido
250 g di zucchero semolato
4 uova
4 mandarini
un bicchierino di mandarinetto ( o Cointreau)
1 bustina di lievito vanigliato
Per la glassa
250 g di zucchero a velo
qualche goccia di succo di mandarino
Montate il burro con lo zucchero, fino ad ottenere un impasto spumoso. Aggiungeteci le uova, ad una ad una, sempre montando, il bicchierino di liquore , la scorza grattugiata di due mandarini e, infine, la farina setacciata col lievito.
Imburrate bene una teglia antiaderente da plum cake e riempitela con metà del composto. Disponetevi sopra gli spicchi dei mandarini, pelati a vivo, e ricoprite con il restante impasto.
Infornate a 190 gradi per almeno 45 minuti ( ma anche un'ora, in certi casi) Se dovesse scurire troppo, coprite la superficie con un foglio di alluminio.
Aspettate che si sia raffreddato, prima di sformarlo.
Quando è completamente freddo, glassatelo, dopo aver mescolato lo zucchero con pochissime gocce di succo di mandarino.
E' perfetto per la colazione del mattino o per l'ora del tè
Imburrate bene una teglia antiaderente da plum cake e riempitela con metà del composto. Disponetevi sopra gli spicchi dei mandarini, pelati a vivo, e ricoprite con il restante impasto.
Infornate a 190 gradi per almeno 45 minuti ( ma anche un'ora, in certi casi) Se dovesse scurire troppo, coprite la superficie con un foglio di alluminio.
Aspettate che si sia raffreddato, prima di sformarlo.
Quando è completamente freddo, glassatelo, dopo aver mescolato lo zucchero con pochissime gocce di succo di mandarino.
E' perfetto per la colazione del mattino o per l'ora del tè
- Contrariamente a quanto si crede, la vera origine del Plum Cake è tedesca: si trattava di un dolce di prugne (e qui si spiega l' altrimenti incomprensibile "plum") piuttosto basso, più simile ad una crostata che a questo dolce alto e soffice. Furono gli Inglesi, però, a rielaborarlo successivamente, sostituendo, oltre all'impasto, anche la frutta: non più le prugne, ma uvetta e canditi, fissandolo nelle forme in cui è arrivato sino ad oggi
- Per quante ricette girino sui siti e sui testi, la ricetta originale è una specie di 4/4: stesse dosi di burro, zucchero, farina e uova. Per chi non ha voglia di pesare le uova, grosso modo 4 uova corrsipondono a 250 g/ 3 a 175 e così via. Esistono viarianti con uova e tuorli ( in questo caso, 2 uova e 2 tuorli), approvate e concesse
- Il vero segreto per la buona riuscita di un plum cale è montare bene il burro: non si dovrebbero sentire più i granelli dello zucchero, si diceva una volta: anche se nessuno è più così fiscale, usate le fruste elettriche per almeno 7-8 minuti, prima di aggiungere gli altri ingredienti
- La cottura è un'altra nota dolente, per via della forma alta e stretta dello stampo : forno statico, 190 gradi, dai 45 minuti all'ora. Deve uscire umido all'interno, ma non crudo (prova stecchino). Come già detto, coprite la superficie con un foglio di alluminio, nell'ultimo quarto d'ora, se vi sembra che scurisca troppo.
Buon Appetito
Alessandra
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