Ve lo ricordate il post sui cimiteri?
Quello dove la grande comunità del blog ha dato il meglio di sè nei commenti?
Ecco, io no.
Nel senso che, siccome qui sopra ci scrivo solo cose normali non è che il fissarle per iscritto conferisca loro un maggiore rilievo: che poi siano normali solo per me, questo è un altro discorso, che nulla toglie al fatto che io non ci faccia caso più di tanto e che quindi mi dimentichi di aver raccontato urbi et orbi i miei affari.
Quindi, quando ieri, parlando con un'amica, assidua lettrice di MT, le ho detto che all'epoca in cui viveva negli USA , Giulio abitava da un becchino, non intendevo scatenare nessuna reazione inconsulta come quella che ne è venuta fuori ( e da cui naturalmente prendo le distanze: sono una persona seria, io....)
Anche perchè, se Giulio non avesse abitato lì, non sarebbe mai potuto entrare in possesso di uno dei cimeli di famiglia, vale a dire la raccolta delle ricette di tutte le torte con cui le donne devote del Missouri (le famose Pie Women) erano solite abbellire le bancarelle nelle varie feste parrocchiali, intitolato nientemeno che "From the Good Cooks At Thr Gower Christian Church". Praticamente, uno scrigno di bontà, stando alla copertina e all'indice: "Grandma Burnham's Brown Bread, Luscious Lemon Bar Cookies, Delicious Chocolate Fudge, Marble Marvelous Cheesecake", che la mente associa subito a robe goduriosissime, tripudi dei sensi, trionfi di lussuria e perdizione... Peccati mortali, insomma. Nel vero senso della parola, però. E se non ci credete, leggete qui
Pistachio Cake
1 preparato per torta margherita
1 pacchettino di pudding al pistacchio
3 uova
1 tazza di olio
1 tazza di SEVEN UP (la Zup di Muscaria)
1/2 tazza di noci a pezzetti
Procedimento
Unire tutti gli ingredienti e mescolarli a velocità media per 3 minuti. Infornare per 50 minuti a 180 gradi, lasciar raffreddare nello stampo per 15 minuti, sformare e far raffreddare completamente.
Per la Glassa (credevata, eh, che fosse finita qui???)
1 pacchettino di pudding al pistacchio
1 busta di Dream Whip ( questa ce l'avevamo anche noi: è quella specie di bario che, da montato, si trasformava in schiuma da barba)
1 tazza e mezza di latte freddo
Mescolare a velocità bassa per 1 minuto. Aumentare fino alla velocità media e continuare a mescolare per 5 minuti- perchè, si sa, se non si mescolano a lungo, le torte non vengono buone...
Prima che cominciate a preoccuparvi, la ricetta qua sotto, che pure è americana, ma americana, ma americana che di più non si può, non proviene da questo compendio di sonore schifezze, ma da un sito/blog statunitense di cui ho perso tutti i riferimenti- che metterò subito, nel caso l'autore passasse di qui. Siccome non so più da dove l'ho presa, non sono neppure potuta andare a farmi un ripasso sull'origine di questa torta, il che rende praticamente certo che da qui in poi snocciolerò una serie di cavolate galattiche (da qui in poi: sia chiaro).
Dunque: la Red Velvet è una torta di cioccolato a cui viene aggiunta una quintalata di colorante rosso e che per tradizione si prepara a San Valentino. In origine, però (butto lì i Pilgrim Fathers), il rosso da cui il dolce prende il nome era dato dalla barbabietola, che insieme al cacao ne costituiva l'ingrediente principale. Quindi, quella che segue è una versione quanto più possibile vicina all'originale, con la barbabietola al posto del colorante, ed è una vera scoperta, almeno per me. Del sapore peculiare della barbabietola resta poco o nulla, mentre la torta acquista una morbidezza fuori dal comune, che resta inalterata per diversi giorni, tanto che, mentre la assaggiavo, mi è venuta subito in mente la torta 3C- quella con la Coca Cola- di cui potrebbe costituire una variante più sana e leggera.
RED VELVET BEETROOT CAKE
230 g di farina autolievitante
100 g di cioccolato
125 g di burro salato
100 g di cacao (facoltativo)
3 uova grandi
200 g di zucchero di canna
25o g di barbarietola grattugiata
Accendere il forno a 180 gradi e imburrare bene uno stampo a ciambella
Far fondere il burro e il cioccolato a bagnomaria
Montare le uova con lo zucchero e quando sono belle spumose, aggiungere la barbabietola grattugiata finemente; unire il cioccolato e il burro fusi, mescolando bene per far amalgamare tutti gli ingredienti. In ultimo, la farina setacciata (eventualmente con il cacao)
Versare il composto nello stampo e far cuocere a 180 gradi per 35/40 minuti (prova stecchino)
Io l'ho lasciata così, per darvi l'idea del colore che prende, ma negli U.S.A. la decorano con tutto: dalla glassa al cioccolato fuso, allo zucchero a velo. Liberi di sbizzarrirvi come volete, quindi. Intanto, sempre buona resta.
Far fondere il burro e il cioccolato a bagnomaria
Montare le uova con lo zucchero e quando sono belle spumose, aggiungere la barbabietola grattugiata finemente; unire il cioccolato e il burro fusi, mescolando bene per far amalgamare tutti gli ingredienti. In ultimo, la farina setacciata (eventualmente con il cacao)
Versare il composto nello stampo e far cuocere a 180 gradi per 35/40 minuti (prova stecchino)
Io l'ho lasciata così, per darvi l'idea del colore che prende, ma negli U.S.A. la decorano con tutto: dalla glassa al cioccolato fuso, allo zucchero a velo. Liberi di sbizzarrirvi come volete, quindi. Intanto, sempre buona resta.
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