A leggere Agnes Browne Ragazza, ci avrò messo sì e no tre ore. A scrivere
due righe di rece, ci metterò tre giorni- perché non c'è come con i
libri "senza filtro", quelli per cui dopo tre pagine non c'è più la
parola scritta a fare da tramite fra te e la storia, che io fatico a
mantenere quel minimo di distacco necessario a parlarne senza doversi
soffiare il naso ogni tre per due.
Quindi, ci tocca aspettare: a voi,
la recensione, a me la lettura del libro successivo, In Viaggio
Contromano, che è lì sul comodino che mi dice "leggimi leggimi" ma a
cui, per ora, sto resistendo, stoica.
Nelle more dell'attesa, sto copiando tutte le rece sulla pagina dei fans di FB, nella sezione delle Discussioni.
Onestamente,
non ho ancora capito perchè lo stia facendo, anche se al momento il
colpo d'occhio non mi dispiace. Sto addirittura pensando di recuperare
anche quelle su aNobii, in una sorta di Summarium, così da avercele
tutte lì, in una botta sola.
Dopodichè, i casi saranno due
- o
proseguirò nella foga della collezione, trasferendo su FB tutto quello
che ho scritto dalle origini ai giorni nostri, letterine a Babbo Natale e
formazioni del Genoa comprese
- oppure mi fermerò lì, a chiedermi cosa diavolo ne faccio, di tutta quella roba
Nella
prima ipotesi, siete pregati di contattare la Dani, che ha il numero
del Dipartimento di Igiene Mentale più vicino alle nostre case; nella
seconda, invece, bisogna che mi diate una mano a pensarci un po' su
E'
chiaro che se non fossi in mezzo a 'sti indici, col cavolo che mi
sarebbe venuto in mente di fare tutto questo lavoro: ci avevo provato,
tempo fa, ma solo per rendermi conto sul serio se avere una pagina dei
fans su MT andasse oltre al riquadro dei suddetti che ti fanno ciao alla
destra del blog.
Stavolta, invece, è partito tutto da una
considerazione diversa, vale a dire dalla struttura da "panta rei"
tipica di ogni blog, per cui si vedono solo le cose pubblicate dall'oggi
al domani e recuperare i post passati è un delirio. Per carità, con le
ricette va benissimo: uno arriva, mette i dati nel motore di ricetta et
voilà, bell'e che fatto. Ma con i libri, è parecchio diverso.
Per
carità, anni di niusletter insegnano che io sono capace di chiacchierare
per ore anche di stufati alla birra e minestrine in brodo e resto
convinta che la cucina sia uno dei modi più intimi ed efficaci per
esprimersi e per comunicare.
Ma parlare di libri è tutt'altra cosa:
non più nobile o più elitaria, ma semplicemente diversa, perchè diverso è
il modo con cui un libro "parla"- con noi, nei vari momenti della
nostra vita, a noi, nella varietà del nostro sentire e del nostro
capire. Fateci caso: quante volte abbiamo trovato messaggi sconvolgenti
in libri che per anni non eravamo riusciti neppure ad aprire? e quante
volte abbiamo colto sfumature e significati che in letture precedenti ci
erano sfuggiti? e quante volte ancora il libro che per noi è stato il
peggiore dell'anno è piaciuto immensamente ad un nostro amico? A me è
capitato un sacco di volte: non mi vergogno a dire che sono riuscita a
leggere Dostojewski dopo i trent'anni e che ho capito la Austen dopo i
quaranta: ma se non avessi avuto sempre a portata di mano Delitto e
Castigo e Orgoglio e Pregiudizio, chi mi dice che non mi sarei fermata
alle impressioni dell' 'oggi", precludendomi l'arricchimento che invece
ho avuto dalle stesse letture, fatte in tempi più maturi?
Intendo
dire, cioè, che per me i libri devono stare "tutti lì". E così come lo
faccio nella vita reale- ho librerie chilometriche, con libri su tre
file, lo faccio pure in quella virtuale, considerato, a maggior ragione,
che qui lo spazio non manca. Mancano, semmai, le idee su come
sfruttarlo al meglio: ma ci possiamo pensar su, cosa ne dite?
buona serata
ale
P.S.
Quello che avevo detto sul libro che mi tenta dal comodino e su di me
che resisto, è vero solo a metà. La prima ovviamente...
domenica 28 marzo 2010
DEL FUROR D'AVER LIBRI (marzo 2010)
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