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martedì 2 settembre 2014

#BLOGSTORY: I FICHI CARAMELLATI AL RUM E CANNELLA



James Taylor, Carolina in My Mind- da James Taylor, 1972


Per tutti quelli che si preoccupano che l'ampliamento della famiglia possa distrarmi dal narrare le consuete disavventure domestiche e hanno chiesto notizie di mia figlia: tranquilli.
La creatura esiste, è viva e vegeta (laddove il termine va inteso non come aggettivo, bensì come verbo) un po' dappertutto, tranne che a casa. Praticamente, si è trasformata in una specie di verità di fede: sappiamo che c'è, ma nessuno l'ha più vista. Tanto per darvi la misura di come non esageri, fra le varie tratte aeree che ho prenotato quest'estate, c'era pure un Dublino- Tallin. Quella Dublino e qualla Tallin, ovviamente.
Che se glielo avessimo proposto noi, un giro del genere, sarebbe subito andata in escandescenze, che lei non ne può più, di viaggi allucinanti, che l'estate è fatta di riposarsi, che tutti i suoi aici vanno in Grecia o in Sardegna e così via, secondo un copione che ci è toccato imparare a memoria gli anni scorsi, finchè viaggiava con noi.
Ma siccome ormai va da sola, va tutto bene. E soprattutto, va. 
Quando torna, lo fa per disfare i bagagli, battere cassa presso i vari nonni, rimettere tutto in valigia e ripartire, non senza dimenticarsi di aggiornarci sulle sue ultime tappe:
" Mercoledì riparto, vado a una masterclass, per una settimana"
"E dove la fanno?"
"Boh, in un posto tristissimo... vicino a Ovada, mi pare"
Ora, Ovada è a un casello dal Masonshire. 
Molto più vicino dei vari Orio al Serio, Pisa, Nizza-Francia e un sacco di altre tappe targate Ryanair dove ci è toccato accompagnarla in questi anni. Per cui, l'autocandidatura è d'obbligo e suona quasi come un piacere. 
"Maddai, stavolta sei a un passo... partiamo di qui, in dieci minuti ci siamo", propongo, mentre eralaboro un veloce cambiamento dell'agenda (piena anche ad agosto), con tutti gli impegni che si scombinano e si ricombinano in modo da far posto alla mezz'ora necessaria.
Senonché, la vigilia della partenza (vale a dire il giorno dopo l'annuncio: viviamo pericolosamente anche ad agosto), vien fuori che il posto dove si terrà la masterclass non è "una roba vicina ad Ovada", ma un paese montano, al confine con la Francia. 
Che dal Masonshire dista quasi 300 km, sola andata. 
E siccome 300+300 fa 600, anche ad agosto, vi lascio immaginare cosa può essere successo in casa mia, al momento della rivelazione. 
L'iradiddio, al confronto, era una ohm buddista. 
"Ma io voglio sapere che cos'hai nel cervello, che non è possibile non avere idea di dove si debba andare, e questa è mancanza di rispetto, mi hai capito?, MAN-CAN-ZA-DI-RI-SPET-TO, eccerto, che noi abbiamo lo chaffeur e la serva, qui, sempre a disposizione, neanche ci chiamassimo Ambrogio, e me lo dici, eh, me lo dici come diamine ti è venuto in mente che un posto così imbriccato fosse vicino a Ovada????"
"... cominciava per O..."
Come dire: la geografia, la conosciamo sempre allo stesso modo. Ma l'alfabeto, almeno, lo abbiamo imparato...

 FICHI CARAMELLATI AL RUM E CANNELLA

Ovvero, IL cavallo di battaglia di fine agosto della sottoscritta, quando casa nostra viene presa di mira dalle cassette di fichi che ci vengono regalate dai contadini dei dintorni (grosso modo, da Ovada fino all'altro paese che comincia per O, a giudicare dall'impressionante quantità di questi frutti che riceviamo ogni anno).
Era piaciuta tantissimo anche ai lettori di menuturistico, ragion per cui ve la riporto anche qui, con le modifiche intervenute nel corso degli anni. 

per 8 barattoli da 250 g cadauno

1 kg di fichi neri
500 g di zucchero di canna
100 ml di rum
la scorza grattugiata di un limone, non trattato
la scorza grattugiata di un'arancia, non trattata
2 stecche di cannella
la punta di un cucchiaino da caffè di semi di vaniglia

Scegliete i fichi migliori della cassetta, maturi ma sodi e possibilmente piccoli: puliteli con una pezzuola umida ed eliminate delicatamente il picciolo, senza sbucciarli. 
Prendete poi una casseruola larga e bassa (va benissimo anche una padella) che li possa contenere tutti e cospargeteli con lo zucchero e il rum: lasciate macerare da due ore a una notte. 
dopodichè, fate cuocere i fichi a fiamma bassa, meglio se con uno spargifiamma, per circa un'ora: aggiungete subito la scorza degli agrumi e la cannella e la vaniglia e sorvegliate la cottura, scuotendo delicatamente la pentola, in modo che non si attacchino. 
Quando lo zucchero si è trasformato in uno sciroppo denso, invasate in barattoli perfettamente puliti e chiudete ermeticamente. Fate raffreddare a testa in giù e conservate in luogo fresco e asciutto: la ricetta originaria indicava un tempo di conservazione di tre mesi, noi li abbiamo mangiati anche dopo un anno (mi era finito un barattolo in fondo alla dispensa) ed erano perfettamente integri. In generale, però, a tre mesi non ci arrivano...

partiamo dai fichi: devono essere neri. Ho provato anche con quelli verdi, ma il risultato non è lo stesso. Senza contare un problema di cottura, nel senso che tendo sempre a farli cuocere un po' più del necessario, visto che scuriscono di meno e a me sembran sempre crudi: quando c'è di mezzo un caramello, basta un nano secondo di più, per rovinare tutto. 

Maturi, sodi, piccoli e possibilente della stessa dimensione: nessuno vi dice di andare a fare la spesa col calibro, ma se riuscite a sceglierli più o meno tutti uguali, vi assicurerete una cottura uniforme. Nel contempo, se non dovesse accadere, non disperatevi: cuociono talmente a lungo che, alla fine, son tutti perfetti. 

Lo zucchero è di canna, perchè il segreto di questa ricetta è tutto nella seduzione degli aromi. Se riusciste a trovare il Cassonade, poi, sarebbe ancora meglio

Il rum è quello scuro: non è il caso di attingere alla riserva del marito, come faccio di continuo, ma neppure a quella delle schifezze: la qualità del risultato finale dipende anche dalla qualità degli ingredienti che utilizzate. 

La macerazione è indispensabile: negli anni, ho provato tutte le tempistiche e non c'è dubbio che l'ideale sarebbe lasciarli riposare per una notte nello sciroppo che si produce dall'incontro fra zucchero, rum e il succo dei fichi. Se non avete tutto questo tempo, mettete in conto almeno un'oretta. Ma più stanno lì e meglio è. (più stanno lì= una notte al massimo, non che li facciamo marcire perchè "me l'ha detto la Van Pelt", ok?)

La cottura: a fuoco bassissimo, senza mescolare. Io agito la casseruola, ogni tot, per dar modo allo sciroppo di distribuirsi bene sul frutto; a volte, uso anche un cucchiaio, rigorosamente di legno, per evitare che si buchi la buccia. Lo spargifiamma è fondamentale: potete anche farli cuocere sulla piastra elettrica, a una temperatura bassa. 
Recipiente rigorosamente scoperto. 

Durante la cottura, vedrete che la buccia dei fichi si raggrinzerà, a mano a mano che perdono acqua e che i frutti si rimpiccioliranno: di conseguenza, vi sarà più facile maneggiarli (sempre col cucchiaio, mi raccomando!) per farli intridere meglio di sciroppo. 

Non schiumate mai, anche se ad un certo punto vedrete la formazione della schiuma: i fichi potrebbero rompersi e addio conserva.

quanto tempo? circa un'ora. Non posso darvi indicazioni più precise, perchè le variabili sono infinite: ma al di sotto di un'ora, se cuocete a fiamma bassissima, non sono ancora pronti. Sorvegliate la cottura e tenete d'occhio lo sciroppo: deve scurire, ma mantenersi liquido. 

... e se dovesse addensarsi troppo? nessun problema: sul momento, i vostri fichi sembreranno intrappolati nel caramello. Ma basta lasciar riposare i barattoli per un giorno o due a temperatura ambiente e il caramelllo si scioglierà, tornando alla densità dello sciroppo. 

Come si invasano? prima i fichi, poi lo sciroppo. In un barattolo da 250 g ci stanno grosso modo 4-5 fichi e, naturalmente, scordatevi di poterli distribuire armoniosamente: anche se potete aspettare qualche minuto, prima di invasare, considerate che queste operazioni vanno fatte a caldo e col caramello non si scherza: quindi, prendete due cucchiaini, prelevate delicatamente i fichi, uno per volta, lasciateli cadere nel barattolo e poi raccogliete lo sciroppo con un mestolo (l'ideale sarebbero quelli per le salse, con il beccuccio), irroratevi i fichi in modo che siano del tutto coperti e chiudete ermeticamente. 

Di solito, NON STERILIZZO dopo l'invasamento. O metto i barattoli in forno spento e porto la temperatura a 200°C e li lascio lì fino al momento dell'uso o li metto in lavastoviglie, alla temperatura massima: invaso quando tutto è caldissimo- barattoli e fichi: poi capovolgo e lascio lì per una notte: al mattino controllo e se nel tappo si è formato il sottovuoto (vale a dire, si è un po' gonfiato e  NON fa clic ad una leggera pressione del dito... chi è che ha detto che sembro Bressanini, quando spiego? :-)), ci siamo. 
I barattoli li riciclo, se capita. I tappi, invece, sono SEMPRE nuovi. 

Per quanto riguarda la misura dei barattoli, di solito uso quelli più piccoli, perchè una volta aperti, vanno conservati in frigorifero e consumati nel giro di poco tempo. Questa, in casa mia, è la regola per le marmellate e i curd. Per i fichi, dipende: in un barattolo piccolo, ce ne stanno molto pochi. Per cui, se avete intenzione di regalarli, melius est abundare. e ve lo dice una Genovese...



Sarebbe facile dedicare questa conserva a chi ha la passione del sottovetro. In realtà, i veri destinatari dei fichi caramellati sono i golosi e i buongustai. Assaggiatene uno- e mi direte se non ho ragione...


sotto l'albero, a Natale: scegliete un rum da riserva indiana, preparate un'etichetta adeguata, ribattezzate questi fichi con il nome del Rum e regalateli ad un intenditore: vi amerà di amore incrollabile ed eterno

con i formaggi molli: la Robiola di Roccaverano, servita con un fico caramellato, è l'anticamera del Paradiso

PS Nella foto, ci sono due soggetti: in primo piano, i fichi caramellati e sull'argomento direi che è stato detto ad abundantiam. sullo sfondo, invece, c'è l'ultimo ritrovato in fatto di marmellata di fichi. Perchè quelli verdi, da qualche parte, bisognava pur metterli. Ma questo, ve lo dico domani!
Buona giornata
Ale

domenica 30 agosto 2009

Conserva di fichi caramellati alla cannella

fichi caramellati m


...Ora, cosa mi è girato di tirar fuori la Nonna Papera, io proprio non lo so. Quello che, so, invece, è che ho innescato una reazione a catena di amarcord, fra quelli miei personali e quelli sollecitati dall'esterno, che mi hanno messo una malinconia addosso da non crederci. E' da ieri che è tutto un riaffiorare di ricordi , di rimpianti, di nostaglie velate e di vuoti devastanti, per anni perduti, occasioni sprecate, persone troppo amate per potersi illudere che basti una manciata di anni per lenire il dolore della loro assenza.
E' andata che mi son messa a cucinare- in barba ai 35 gradi della mia cucina, all'aria pregna di umidità di questa fine estate che appesantisce ogni respiro, alla stanchezza di una giornata piena e alle fughe sui balconi del marito e della creatura, che tutto avrebbero potuto sopportare, ma il forno acceso, ti prego no.
Ho acceso il forno, ho pesato zuccheri e farine, sorvegliato lievitazioni e dato forme alla mia tristezza. E quando ho finito, ho preparato una conserva- io che non tengo mai niente, che butto via tutto, che passo attraverso persone e cose in un anelito costante al domani, al futuro, al nuovo e al dietro l'angolo, ho messo via un po' di sapori di questa stagione: il dolce dei fichi, l'amarognolo del caramello, l'intrigante della cannella, l'effimero del rum, e qualche goccia di malinconia.



CONSERVA DI FICHI CARAMELLATI ALLA CANNELLA
( liberamente ispirata a Conserve dolci e Salate- Il Meglio di Sale&Pepe)

fichi caramellati m

Per un chilo di fichi, occorrono
500 g di zucchero ( preferibilmente di canna)
100 ml di rum
la scorza grattugiata di un limone e di un'arancia
2 stecche di cannella ( o un cucchiaino abbondante)

fichi caramellati m

Scegliere fichi piccoli e sodi, meglio se neri . Pulirli bene e togliere il picciolo, senza sbucciarli. Metterli poi in una casseruola dal bordo basso e dal fondo spesso, ampia, tanto da poterli contenere tutti, uno vicino all'altro, in piedi, e cospargerli con lo zucchero. Irrorare con il rum e lasciar macerare per minimo due ore. ( una notte intera, sarebbe meglio- io non l'ho fatto e son venuti buoni già così, figuriamoci con un riposo più lungo)
Mettere poi la casseruola sul fuoco, meglio se sulla piastra, o sennò sulla fiamma coperta dallo spargi fiamma, in modo da assicurare una cottura più uniforme. Aggiungere la cannella e la scorza degli agrumi grattugiata e far cuocere a fiamma bassissima, fino a quando lo zucchero si sarà completamente sciolto. Vi ci vorrà circa un'oretta. Teoricamente, dovreste muovere un po' i fichi, in modo che si impregnino bene dello sciroppo: qualcuno scuote leggermente la pentola, io uso un cucchiaio di legno, piccolo, in modo da non bucarne la superficie. Procedete comunque con cautela
Trascorso questo tempo, sorvegliate con attenzione la cottura, per evitare che lo zucchero caramelli troppo. Calcolate, indicativamente, ancora un quarto d'ora: quando si è formato uno sciroppo molto denso, sono pronti.
Invasate, disponendo nei barattoli prima i frutti e coprendo poi con il caramello: non è indispensabile procedere immediatamente, potete lasciar leggermente raffreddare il composto. Chiudete bene i barattoli ( io ho usato quelli della Bonne Maman, me ne sono venuti 5) e lasciate raffreddare a testa in giù. Conservare in luogo fresco e buio, per massimo tre mesi ( alzi la mano chi ci riesce...)
Buon fine settimana
Alessandra



sabato 29 agosto 2009

Crostata di fichi di Nonna Papera

crostata di fichi di nonna papera m


Sta per uscire anche in Germania il film più atteso da tutte le food blogger e gli amanti della cucina, quel Julia and Julie che si annuncia sin d'ora come il campione di incassi del prossimo autunno. La storia ci è già stata anticipata alla grande da Sara, che, vivendo dall'altra parte del mondo, gode di tutte le anteprime: e così, quando, l'altro giorno, facendo zapping nell'hotel di Lubecca, mi sono imbattuta nei trailers e nei servizi che ne anticipavano l'uscita, ero già preparatissima.
"Vedi???", dicevo a mio marito "è questo il film della food blogger fallita che ha deciso di riscattarsi provando ogni giorno una ricetta del libro di Julia Child... e come sarebbe a dire, chi è Julia Child... ma è la Merryl Streep, non vedi, che interpreta questa signora qui che negli anni Sessanta ha raccolto tutte le ricette della cucina francese e per gli Americani è un mito, capisci, e nel film si procede in parallelo, di qui la Streep che fa la Julia, di lì la Julie che non so come si chiami per davvero, ma che fa la food blogger e si inventa questa ideona qui per diventare famosa e..."
... A questo punto mi sono fermata, folgorata da un'illuminazione. E mi sono immaginata la schiera di food blogger del mondo che, all'indomani dell'uscita del film, galvanizzate dalla storia, si lanceranno nella corsa al tomo più rappresentativo della cucina dei loro Paesi, per ripetere l'impresa della protagonista. Ed è stato allora, che ho deciso che, appena tornata a Genova, la parola d'ordine sarebbe stata "azione": perché non ci saremmo potute lasciar scappare l'opera più significativa che mai sia stata scritta nella storia della gastronomia mondiale, la summa di tutti i saperi culinari, scritta dall'unica, grande icona della cucina occidentale, la vera antesignana dei food blog e la sola capace di far sbavare intere generazioni di uomini e donne, di nonni e nipotini, passando per zii sfigati e cugini fortunati, inossidabile al passare dei tempi ed ai mutamenti delle mode, come si conviene ai veri capolavori............

manuale di nonna papera m

IL MANUALE DI NONNA PAPERA!!!!!

posseduto da entrambe le autrici di questo blog nella prima edizione, al costo di ben 1500 lire, rigorosamente sgarruppato, con segni di ditate, disegnini ai margini, dediche dal vago restrogusto di una minaccia ( Ad Alessandra, nel giorno del suo compleanno, perché diventi come Lei), ben in vista sugli scaffali delle librerie, con a destra l'Escoffier e a sinistra il Manuale delle Giovani Marmotte.
Riprenderlo in mano è stato un amarcord mica da ridere ( ve lo ricordate Il Grog dello spiffero??? E i Pettegolezzi storici?) e, alla fine, mi è venuta una voglia matta di preparare una di quelle torte su cui, da bambina, sognavo per ore, immaginando gusti e profumi e perdendomi, già allora, in quella che negli anni diventerà una delle tante mie debolezze- la passione per i ripieni ricchi e morbidi.
Ne è venuta fuori questa cosa qua


CROSTATA DI FICHI DI NONNA PAPERA

crostata di fichi di nonna papera m

che unisce il ripieno della tarte al limone e cocco ( senza cocco e alleggerita di limone) con l'ultima produzione del nostro orto anarchico...

fichi m

ingredienti
per una tortiera del diametro di 26/ 28 cm
pasta frolla ( la mia ricetta standard è la solita: 300 g di farina, 200 di burro, 100 di zucchero, 1 tuorlo e la scorza grattugiata di un limone)
6 fichi grossi- oppure 8 piccoli
175 g di burro ( io ne ho messi 150)
175 g di zucchero
3 uova
scorza grattugiata di limone, q.b.
zucchero a velo

imburrate bene uno stampo da crostate, meglio se col fondo rimovibile e stendetevi sopra la frolla. Mettete in frigo per un'oretta.
Sbucciate i fichi e divideteli in 4 spicchi che disporrete sul fondo della torta, a crudo.
Montate bene le uova con lo zucchero, fino ad ottenere un impasto soffice e spumoso. Poi, aggiungete il burro fuso e fatto intiepidire, sempre montando con le fruste elettriche. Aggiungete un po' di scorza di limone ( nella ricetta originale non c'è, ma avevo bisogno di qualcosa che rafforzasse un po' il sapore della crema) e versate tutto nel guscio di frolla, sopra i fichi.
In forno a 180 gradi per 30 minuti, coprendo la superficie con un foglio di alluminio, nel caso dovesse scurire. Togliere dal forno, ricoprire la superficie con zucchero a velo e ri-infornare per altri 10-15 minuti: si formerà una crosticina sottile, che ricorda molto da vicino il "guscio chiuso" delle torte della Nonna, ma molto più sottile e più facile al taglio.
Assolutamente da provare.
Questa ricetta partecipa al contest di Spizzichi & Bocconi "Non solo prosciutto e fichi"
Buon appetito
alessandra