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mercoledì 24 novembre 2021

ZUCCHINI GRIGLIATI CON YOGURT TIEPIDO E BURRO ALLO ZAFFERANO

 

Ricetta "lancio" del nuovo libro di Ottolenghi, quello del nuovo corso, quello dello Starbooks di questo mese- e anche se non mi capacitavo del perché la scelta fosse caduta proprio sul piatto meno fotogenico dell'intero volume, una volta che l'ho assaggiato mi son data tutte le spiegazioni necessarie. 

In apparenza, tutto molto semplice: la forza è la salsa, una specie di bechamelle allo yogurt che può sposarsi bene anche con altre verdure grigliate e, ovviamente, il tocco finale del burro allo zafferano. 

E pazienza se, alla fine, nella vostra cucina sembrerà che siano passati gli Unni: il gioco vale la candela (e le pulizie)

Ricetta QUI

mercoledì 27 maggio 2020

TZATZIKI DI RAVANELLO- CREMA DI MELANZANE- PITA BREAD



Avevo un barattolo da kg di yogurt in frigo che mi ricordava minaccioso, ogni volta che aprivo lo sportello, che era lì lì per scadere. 
Per cui, la buona massaia che c'è in me aveva deciso di preparare un bel pranzo mediorientale, a base di pita, tzatziki, raita e babaghanoush, con lo yogurt a fare da filo conduttore fra i piatti e la mia soddisfazione. 
E mettine un cucchiaio nela pita, e mettine 5 cucchiai nello tzaziki, e fai la base per il babaganoush e adesso preparo pure il raita, ma prima fammi assaggiare un po' di questo tzatziki coi ravanelli che son secoli che non lo faccio....
E che, udite udite, è dolce. 
Perché lo yogurt, udite udite, tiene lo zucchero d'uva
E no, non c'è verso di rimediare. 
Per cui, butta via la base del babaghanoush, rinuncia al raita, prega che la cottura faccia il miracolo e salvi la pita e prova a pensare positivo, che in foto lo zucchero d'uva non si vede- e nemmeno si sente l'eco delle prese per i fondelli della famiglia felice....



TZATZIKI DI RAVANELLO


Vecchia ricetta di menuturistico, che mi è tornata in mente dopo che l'ho vista riproposta sulla bacheca di FB di una amica bravissima. Si va a occhio, ovviamente

10-15 ravanelli (qui sono tutti piccoli)
2 spicchi d'aglio
200 ml di yogurt, meglio se greco
sale
aneto (meglio se fresco, io non lo avevo)

A me piace lo tzatziki ricco, quindi probabilmente metto meno yogurt delle dosi consigliate, e non eccessivamente grasso: so che tanti mettono l'olio, io no. Il pepe rosa, invece, ci starebbe benissimo e la prossima volta lo aggiungo. Qui cucino in modo estemporaneo, ma sarebbe meglio far riposare in frigo lo tzatziki per qualche ora, per meglio amalgamare i sapori


CREMA DI MELANZANE



Anche questa, con quello che c'era
1 melanzana grande
un ciuffo di menta
un po' di prezzemolo
peperoncino
aglio
olio extravergine
sale

Ho fatto arrostire la melanzana  direttamente sulla fiamma, come con i peperoni. (unico accorgimento, un foglio di stagnola attorno al fornello: dovrete pulire comunque, ma vi risparmia la parte più grossa), poi l'ho fatta intiepidire e l'ho sbucciata. L'ho frullata in crema con tutti gli altri ingredienti, aggiungendo l'olio a filo, come per fare una maionese

P.S. un altro metodo per arrostire le melanzane sulla fiamma è quello di avvolgerle in carta stagnola e procedere un po' alla volta. E' indicato solo se avete paura di bruciarvi (ma, a questo punto, meglio lavorare su una piastra, cosi le lasciate lì e fate dell'altro :)  


PITA
(cotta sulla piastra)


500 g di farina per pane
1 cucchiaino da té di lievito secco
280 ml di acqua tiepida
2 cucchiaini di sale
1 cucchiaio di yogurt bianco, intero (e non dolce)

Impastate tutto per una decina di minuti, fino ad ottenere un impasto liscio, leggermente appiccicoso ma elastico. Fate lievitare fino al raddoppio, poi dividetelo in 10 pezzi e stendeteli con il mattarello in tanti ovali. Lasciateli riposare mezz'ora, poi stendeteli di nuovo (dovranno raddoppiare di lunghezza): in questo modo, otterrete delle sfoglie sottili, che potete stendere ulteriormente con i pugni (un po' come per la focaccia al formaggio), perfette per essere cotte in padella. 
Mettete sul fuoco una piastra o una padella per crépe o una padella (meglio se non antiaderente) e scaldatela alla massima temperatura. Cuocetevi le pita, una per volta, pochi minuti per lato. Impilatele a mano a mano che sono pronte e tenetele in caldo sotto un telo pulito. 


martedì 22 gennaio 2019

FRAGOLE ARROSTITE AL SUMAC CON CREMA DI YOGURT (OTTOLENGHI)

L'ennesimo centro di Ottolenghi che è sempre una garanzia, anche quando sceglie la carta della semplicità. 

Ricetta QUI - e sì, è da urlo
 

giovedì 13 agosto 2009

zuppa fredda di cetrioli e yogurt

Di Alessandra (Raravis)


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Natale non è Natale senza regali, si lamentava non più quale delle sorelle March in uno degli incipit più famosi della letteratura mondiale. L'estate non è l'estate senza una zuppetta fredda direbbe invece uno qualunque dei milioni di food bloggers sparsi per la blog sfera, visto il proliferare, in questi ultimi anni, di gazpachi più o meno esotici, ajo blanco, creme fredde e robe varie, con cui si è soliti annunciare che la bella stagione è arrivata. A noi non fanno propriamente impazzire ( ve la ricordate, la zuppa CAZ???) ma qualcuna fa eccezione, specie se combinata con ingredienti di territorio, in unioni benedette da tradizioni millenarie: come quella fra cetrioli e yogurt, per esempio, qui declinata in una versione aromatica e profumata, in un felice trait d'union fra sapori mediterranei e risonanze nordiche. Da provare, assolutamente

ZUPPA FREDDA DI CETRIOLI E YOGURT

zuppa fredda di cetrioli e yogurt

per 4 persone
4 cetrioli di media dimensione, ben sodi
1,5 dl di latte
300 g di yogurt bianco cremoso
un cucchiaino di aneto tritato
un cucchiaino di basilico tritato
il succo di un limone
sale e pepe
40 g di olio EVO
per guarnire, un peperoncino rosso fresco

Preparazione: spuntare i cetrioli e pelarli, poi tagliarli a metà nel senso della lunghezza ed eliminare i semini centrali. Tagliarli a tocchetti e metterli nel mixer insieme allo yogurt, al latte, al'olio e a un pizzico di sale e pepe. Frullare sino ad ottenere un composto cremoso; trasferirlo in una ciotola e aggiungere il succo di limone e le erbe tritate. Amalgamare bene e porre in frigorifero per due ore. Al momento di servire, suddividere la coppa in coppe o in grossi bicchieri di vetro. Per la guarnizione: lavare il peperoncino rosso, privarlo del picciolo e tagliarlo a metà, eliminare i semi piccanti e tritarlo finemente: distribuirlo sulla superficie della zuppa fredda.
Buon Appetito
alessandra

venerdì 22 maggio 2009

VENT'ANNI DOPO- SMOOTHIE ALLA FRAGOLA

di Alessandra






Una delle poche cose belle delle trasferte di lavoro è fare il tragitto dall'ufficio alla meta con la mia segretaria: e anche se dall'esterno, sembriamo due forsennate che chiacchierano ininterrottamente, in realtà ci stiamo solo aggiornando, concentrando in due o tre ore di viaggio quello che non ci è consentito di fare in ufficio , dove le priorità si chiamano firme da mettere, quesiti da stilare, telefonate da smaltire. E' in questi frangenti che scopro, ogni volta, che il segreto di una collaborazione che funziona sta in una sintonia che va oltre l'andare d'accordo o l'essere sincronizzate sui ritmi di produzione, ma deriva da radici più profonde, ben piantate in un terreno di esperienze comuni, che un po' ci hanno esaltato, un po' ci hanno depresso, ma che hanno concorso tutte a fare di noi le donne che siamo.
La parte più divertente è quando si scivola nei ricordi di vent'anni prima, quando eravamo belle, magre, toniche, uscivamo di casa all'ora in cui oggi andiamo a letto e per addormentarci contavamo stuoli di pretendenti in carne ed ossa, invece che montagne di bucato da stirare. Un trionfo di vitalità, esaltazione, divertimento, spensieratezza, scandito ovviamente dalla musica di quei tempi, tutta giocata sull'infinita gamma delle qualità maschili che andavano dal "super superman" di miguelbosiana memoria fino ad un altrettanto inquietante "macho macho man", passando per i più raffinati "handy", " piano" e "mr tambourine". Il tutto affrontato con un entusiasmo senza pari, condito da curiosità, incoscienza e un pizzico di trasgressione, di quello che " a vent'anni è tutto ancora intero", tanto per capirci.


Farei un torto alla verità se dicessi che vent'anni dopo l'entusiasmo non c'è più, perché direi una bugia grossa come una casa: la voglia di "buttarci" c'è sempre e il fascino del "dietro l'angolo" ci attira ancora. Il problema è che son cambiati gli argomenti, ed è questo che rende tutto drammaticamente diverso. Se prima ci si aggiornava su posti trendy, discoteche da battezzare o ragazzi da farci conoscere assolutamente, adesso è solo un parlare di colonne vertebrali che scricchiolano, vestiti che non entrano, caffè senza zucchero e gallette di riso e anche le lampade a raggi UVA che un tempo servivano a rimetterci in pista dopo dieci minuti ,sono diventate ora un toccasana per la cervicale.
Il clou lo abbiamo toccato l'altro ieri a Pavia quando, dopo un crescendo di fastidi-disturbi- dolori acuti-malattie mortali, appena scese dall'auto ci siamo fiondate dritte in una farmacia, elencando pedissequamente alla commessa tutta la litania dei mali che ci affliggevano, con tanto di facce da funerale e ricorso alla mimica per i sintomi più difficili. Ce ne siamo uscite da lì con in tasca il Rimedium Omnium Malorum, una specie di Soluzione Finale a tutti i dolori, garantitaci dal farmacista come efficacissima e perfetta per il nostro caso. Eravamo così felici che per un attimo- ma solo per un attimo- abbiamo accantonato le nostre angosce e ci siamo concesse una leggera seconda colazione, tanto per tirarci su, a base di cornetti ripieni e paste alla crema - che intanto cosa vuoi che ci succeda, ora che abbiamo la cura... Ed è stato con un'espressione di attesa, speranza e trepidazione che abbiamo aperto il pacchettino, pronte a ricevere la panacea universale, la raddrizza -colonne, cancella-colite, brucia-grassi e stira-camicie, quella che ci avrebbe riconciliato con noi stesse e col mondo, pronte ad affrontare la vita con il sorriso dei vent'anni....



Il sorriso ci è rimasto, sia chiaro, anche se è diventato meno radioso, un po' più storto, un po' più fisso- l'anticamera della paresi, insomma. "Spasmo man" era il nome della medicina, alla faccia dell'energia, della baldanza, dell'adrenalina e dei super superman dei nostri vent'anni....
e per fortuna che il senso dell'umorismo è rimasto ancora intero, perché sennò un bel tuffo nel Ticino non ce lo avrebbe tolto nessuno...
Ricetta veloce, fresca, leggera, che vent'anni fa si sarebbe chiamata frullato di fragole e yogurt, ma oggi si è americanizzata in

SMOOTHIE ALLA FRAGOLA E KIWI



per 4 persone
250 g di fragole
125 g di yogurt bianco ( va bene anche quello dolcificato con lo zucchero d'uva)
poco ghiaccio per frullare

Pulire e mondare le fragole, metterle in un frullatore con il resto degli ingredienti e frullare bene, fino ad ottenere una purea liscia. Mettere in frigo per almeno tre ore. Servire freddo, volendo con dei pezzetti di frutta fresca, a piacere.
Buon fine settimana
alessandra



giovedì 7 maggio 2009

CAPPUCCINO DI PISELLI CON RICOTTA AL PEPE ROSA- QUICHE FRAGOLE ASPARAGI- BAVARESE DI YOGURT AL PASSIONFRUIT

 

Il titolo originale del post era "corso di cucina" e anche se non ho la minima idea di quale fosse, non dubito che ce ne fosse uno, visto che i corsi ci sono stati prima, durante e dopo l'attività sul web.  Neppure ho dubbi sulla generosità di quei tempi, quando in un solo post ti giocavi tre ricette, tutte ugualmente degne di spazio e di visibilità- anche se, negli anni, l'unica che ho fatto e rifatto è stata l'ultima, targata Knam. 

Ecco il menu del corso

 Sformato di basilico con crema di burrata e sorbetto di pomodoro

Cappuccino di piselli con quenelle di ricotta al pepe rosa 

Quiche fragole e asparagi con riduzione al balsamico
Bavarese allo yogurt al passion fruit ( senza zucchero)

 

 

La ricetta dell'antipasto è già stata pubblicata ( era quella dell'ammutinamento del marito) e appena imparo come si mettono i link sotto la parola "qui" prometto che provvedo. Per ora, vi armate di mouse e ve la andate a recuperare a sinistra del template ( ..si vede che ho studiato, vero????)

Invece, le altre sono qui di seguito
 

 Cappuccino di piselli con quenelle di ricotta al pepe rosa


  per 6 persone

 
1 kg di piselli freschi ( e se non li avete, cambiate ricetta: sono fondamentali)
250 ml di latte fresco intero
125 ml di yogurt
sale

per le quenelle
250 g di ricotta fresca
un cucchiaio di pepe rosa

   

Versione A
portate i piselli a cottura in acqua bollente salata, scolateli, passateli al mixer e allungateli con 250 ml di latte. Riscaldate il tutto e aggiungete lo yogurt. Aggiustate di sale e tenete in caldo

Versione B ( più gustosa)
Prendete una padella larga e profonda e metteteci dentro i piselli, coperti di latte. Salate, coprite con un coperchio, abbassate la fiamma e portate a cottura, allungando, se il caso, con del brodo. Se i piselli sono freschi, non è il caso: dopo 6-7 minuti sono cotti. Frullateli insieme al loro liquido, fino ad ottenere una purea liscia e, se vi sembra troppo densa, allungatela con un po' di latte ancora. dopodiché, unite lo yogurt e aggiustate di sale


Per le quenelle
Armarvi di due cucchiaini e di tanta pazienza e iniziare a formare queste robe oblunghe che, se invece di chiamarsi quenelle, si chiamassero polpette, col cavolo che riscuoterebbero tanto successo... ma tant'è... l'importante, comunque, è partire da una ricotta saporita, alla quale cioè non sia necessario aggiungere sale, perché altrimenti il sapore prevarrebbe su quello della passata di piselli. Sbriciolare nella ricotta il pepe rosa, strofinandolo fra i palmi della mano, tenendone da parte un po' per la decorazione.

composizione del piatto
NON NELLA TAZZA DEL CAPPUCCINO, pliis...o in un piatto fondo o in una tazza da brodo o, se proprio vi piace il "famolo strano" in una coppa da martini: prima la passatina- tiepida- e poi le quenelle di ricotta, due per commensale, con un'ultima spruzzata di pepe sopra.

 

Quiche alle fragole e asparagi con riduzione all'aceto balsamico


 
Premessa: A dirla tutta, ma proprio tutta, questo abbinamento continua a non convincermi. però, essendo da sempre una sostenitrice della famosa massima per cui "de gustibus, non si discutibus", non capisco ma mi adeguo. E sempre a dirla tutta, ma proprio tutta, devo essere l'unica a pensarla così, perché queste mini quiches sono da qualche tempo la felicità dei miei ospiti, nonché le responsabili della trasfigurazione della Dani, avvenuta alquanto prosaicamente nella mia cucina, dopo il primo assaggio....
 

per la pasta al vino
300 gr di farina 00 ( o 150 di manitoba e 150 di farina00)
100 g di olio extravergine di oliva
90 ml di vino bianco secco
sale

impastare bene tutti gli ingredienti , fare una palla, avvolgerla in un foglio di pellicola trasparente e metterla a riposare per mezz'ora in frigo


per il ripieno
250 ml di panna fresca
2 uova ( se versione tortiera grande, altrimeni ne basta 1)
1 mazzo di asparagi (piccolo)
200 g di fragole
sale

Far lessare gli asparagi e tagliarli a tocchetti. Mondare le fragole e tagliarle a pezzettini. Mescolare velocemente con una forchetta la panna e le uova, aggiungere le fragole e gli asparagi e aggiustare di sale

Accendere il forno a 200 gradi

Foderare con carta da forno una tortiera di 26 cm di diametro, oppure ungere 10 stampini monoporzione.

Con il mattarello, stendere la pasta al vino in una sfoglia sottile e rivestire gli stampi. Riempirla con il composto e mettere in forno per 30 minuti ( 18 se mini quiches). La torta è pronta quando il ripieno di gonfia e i bordi sono dorati.

Mentre raffredda, preparate la glassa al balsamico

Ci vogliono 250 ml di cancarone spacciato per aceto blasamico 8 per i non genovesi: la qualità peggiore di aceto balsamico che trovate in circolazione). Metteteli in un casseruolino dal fondo spesso e, a fiamma media, fatelo ridurre di 2/3. (Sbarrate le porte della cucina, aprite le finestre e munitevi di fazzoletti da naso, perché ne uccide più una sniffata che la spada...).

Servitelo a parte, raccomandando ai commensali di usarne qualche goccia- non di più.



 
Bavarese di yogurt al passionfruit


 
Siccome la provenienza è illustre ( Ernst Knam, nientemeno) gli perdoniamo anche il nome non corretto, nel senso che di "bavarese" questo dolce non ha proprio nulla., se non forse la consistenza. Trattasi di yogurt magro miscelato con panna e tenuto insieme da poca colla di pesce, quel tanto che basta a sostenere il succo di passiflora. Una scemata, concettualmente parlando, che però permette di raggiungere ottimi risultati ( sublimi quelli del Maestro, che ce l'ha preparata in surplasse, fra un dolce e l'altro) con poca fatica e pochissime calorie, vista l'assenza di zucchero.
 

per 10 bicchierini
500 ml di yogurt bianco ( zuccherato con zucchero d'uva, se proprio volete sentire un po' di dolce)
250 ml di panna montata
10 passion fruits ( o succo di passiflora)
2 fogli di colla di pesce ( o uno grande)

mettete la colla di pesce a bagno in acqua fredda e, quando si sarà ammollata, fatela scioglier ein poco yogurt, scaldato in un casseruolino dal fondo spesso. Se è possibile, sarebbe meglio evitare che il liquido dove si scioglie la colla di pesce prendesse il bollore: comunque sia, appena è caldo, strizzate il foglio, mettetelo nel pentolino, toglietelo dal fuoco e con un cucchiaio di legno mescolate rapidamente, fino a che si è ben sciolto. sempre lavorando fuori dal fuco, aggiungete un cucchiaio di yogurt al composto caldo e amalgamate bene, poi aggiungete un altro e così via, fino a quando lo avrete esaurito del tutto. Questo procedimento serve a non far formare i grumi nelle preparazioni che contengono colla di pesce, come già detto e ridetto, ma si sa: repetita iuvant...
Mettete lo yogurt in una capiente terrina e incorporate la panna montata, mescolando dal basso verso l'alto per evitare che smonti.
riemite i bicchierini e passateli in frigo per almeno due ore.
Poi aggiungete un topping di frutta- il passion fruit, come qui, oppure la fragola, come in quest'altra versione

 


Superfluo dire che il marito, dopo aver provveduto ad assaggiare le tre versioni ( nature, passional and strawberry), andata e ritorno, ha setenziato compunto che "la morte sua è col lampone..."
vorrà dire che ci attrezzeremo, la prossima volta...

buona giornata
alessandra