domenica 28 marzo 2010

DEL FUROR D'AVER LIBRI (marzo 2010)

 A leggere Agnes Browne Ragazza, ci avrò messo sì e no tre ore. A scrivere due righe di rece, ci metterò tre giorni- perché non c'è come con i libri "senza filtro", quelli per cui dopo tre pagine non c'è più la parola scritta a fare da tramite fra te e la storia, che io fatico a mantenere quel minimo di distacco necessario a parlarne senza doversi soffiare il naso ogni tre per due.
Quindi, ci tocca aspettare: a voi, la recensione, a me la lettura del libro successivo, In Viaggio Contromano, che è lì sul comodino che mi dice "leggimi leggimi" ma a cui, per ora, sto resistendo, stoica.
Nelle more dell'attesa, sto copiando tutte le rece sulla pagina dei fans di FB, nella sezione delle Discussioni.
Onestamente, non ho ancora capito perchè lo stia facendo, anche se al momento il colpo d'occhio non mi dispiace. Sto addirittura pensando di recuperare anche quelle su aNobii, in una sorta di Summarium, così da avercele tutte lì, in una botta sola.
Dopodichè, i casi saranno due
- o proseguirò nella foga della collezione, trasferendo su FB tutto quello che ho scritto dalle origini ai giorni nostri, letterine a Babbo Natale e formazioni del Genoa comprese
- oppure mi fermerò lì, a chiedermi cosa diavolo ne faccio, di tutta quella roba
Nella prima ipotesi, siete pregati di contattare la Dani, che ha il numero del Dipartimento di Igiene Mentale più vicino alle nostre case; nella seconda, invece, bisogna che mi diate una mano a pensarci un po' su
E' chiaro che se non fossi in mezzo a 'sti indici, col cavolo che mi sarebbe venuto in mente di fare tutto questo lavoro: ci avevo provato, tempo fa, ma solo per rendermi conto sul serio se avere una pagina dei fans su MT andasse oltre al riquadro dei suddetti che ti fanno ciao alla destra del blog.
Stavolta, invece, è partito tutto da una considerazione diversa, vale a dire dalla struttura da "panta rei" tipica di ogni blog, per cui si vedono solo le cose pubblicate dall'oggi al domani e recuperare i post passati è un delirio. Per carità, con le ricette va benissimo: uno arriva, mette i dati nel motore di ricetta et voilà, bell'e che fatto. Ma con i libri, è parecchio diverso.
Per carità, anni di niusletter insegnano che io sono capace di chiacchierare per ore anche di stufati alla birra e minestrine in brodo e resto convinta che la cucina sia uno dei modi più intimi ed efficaci per esprimersi e per comunicare.
Ma parlare di libri è tutt'altra cosa: non più nobile o più elitaria, ma semplicemente diversa, perchè diverso è il modo con cui un libro "parla"- con noi, nei vari momenti della nostra vita, a noi, nella varietà del nostro sentire e del nostro capire. Fateci caso: quante volte abbiamo trovato messaggi sconvolgenti in libri che per anni non eravamo riusciti neppure ad aprire? e quante volte abbiamo colto sfumature e significati che in letture precedenti ci erano sfuggiti? e quante volte ancora il libro che per noi è stato il peggiore dell'anno è piaciuto immensamente ad un nostro amico? A me è capitato un sacco di volte: non mi vergogno a dire che sono riuscita a leggere Dostojewski dopo i trent'anni e che ho capito la Austen dopo i quaranta: ma se non avessi avuto sempre a portata di mano Delitto e Castigo e Orgoglio e Pregiudizio, chi mi dice che non mi sarei fermata alle impressioni dell' 'oggi", precludendomi l'arricchimento che invece ho avuto dalle stesse letture, fatte in tempi più maturi?
Intendo dire, cioè, che per me i libri devono stare "tutti lì". E così come lo faccio nella vita reale- ho librerie chilometriche, con libri su tre file, lo faccio pure in quella virtuale, considerato, a maggior ragione, che qui lo spazio non manca. Mancano, semmai, le idee su come sfruttarlo al meglio: ma ci possiamo pensar su, cosa ne dite?
buona serata
ale
P.S. Quello che avevo detto sul libro che mi tenta dal comodino e su di me che resisto, è vero solo a metà. La prima ovviamente...

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